Verso Marte. La missione ExoMars continua anche dopo lo schianto della Schiaparelli
Serviranno non meno di 400 milioni di euro per proseguire con la seconda fase di ExoMars, quella che nel 2020 dovrebbe portare sul pianeta rosso un rover attrezzato con strumenti capaci di cercare tracce di vita. Lo ha detto ieri David Parker, direttore dei programmi di volo umano e delle missioni robotiche dell'Agenzia Spaziale Europea (www.esa.int).
La decisione sarà presa dai ministri dei Paesi membri dell’Esa che si terrà a partire dal 2 dicembre a Lucerna, in Svizzera. Tornando sullo schianto della navicella Schiaparelli, avvenuta alcune settimane sul Pianeta rosso, Parker ha aggiunto che «come in tutti gli esperimenti ci sono state cose andate bene e altre andate male. Abbiamo avuto moltissime risposte positive. Penso che nonostante la perdita di Schiaparelli dobbiamo assolutamente andare avanti perché non c'è nessun altro che sta facendo una missione come questa». Insomma, ExoMars ha tutte le potenzialità di andare avanti e all’Italia con l’Asi (www.asi.it) non solo viene riconosciuto un ruolo ma anche l’importanza del suo contributo. E ieri Parker ha voluto chiarire molti degli aspetti legati al “naufragio” della navicella Schiaparelli, che ricordiamo è una parte e non tutto il programma ExoMars. Infatti, secondo l’Agenzia Spaziale Europea, neanche l’aver fatto i test di caduta dalla stratosfera avrebbe potuto salvare il lander europeo dall’errore che lo ha portato a precipitare sul suolo marziano.
Secondo il direttore dei programmi di volo umano e delle missioni robotiche dell'Esa, aver annullato i cosiddetti drop test, indicati da alcune voci come la causa della fallita discesa, sarebbe stato ininfluente ai fini della missione. Il giorno dopo la pubblicazione del documento sulla discesa fallita sul suolo marziano del lander Schiaparelli da parte di una commissione interna che ha ricostruito in parte le dinamiche dell’errore avvenuto, Parker si è reso disponibile per fare il punto della situazione: ha spiegato che il problema principale è stato dovuto a un segnale anomalo inviato dal dispositivo che misurava la velocità di rotazione del veicolo durante la discesa.
Secondo il responsabile Esa eventuali drop test sarebbero così stati ininfluenti: «I drop test pianificati inizialmente - ha spiegato - non sono stati svolti per una serie di complesse problematiche e sono stati sostituiti con altri test fatti in una speciale galleria del vento della Nasa. In ogni caso i drop test non avrebbero messo in evidenza l’anomalia. La prima fase di ExoMars, tuttavia, ha
portato alla messa in orbita della sonda Tgo, per lo studio dell’atmosfera, più la collocazione di un altro sistema - elemento cruciale per aiutare la discesa del rover previsto nella seconda fase del programma -, e ottenuto da Schiaparelli, nonostante l'impatto finale, di avere dati preziosi.