Bando ai «nuovi atei», eredi dell’ateismo di stampo sovietico. Largo al dialogo con quanti sanno riconoscere nella «razionalità del mondo» una traccia di Dio nella storia. Rodney Stark, sociologo e storico americano, chiede all’Europa di cogliere «la sfida dell’ateismo» ritornando ad «annunciare la divinità di Cristo». E di superare l’idea del cristianesimo come «religione civile», dimensione distante dal revival cristiano in atto negli Stati Uniti.
Come valuta l’invito del pontefice perché i credenti dialoghino nel «Cortile dei gentili»?«Benedetto XVI è un grande intellettuale, ha tutto il mio rispetto. Mi colpisce la sua notevole statura di studioso: con i libri che scrive mi trovo a mio agio. In passato non ho prestato molta attenzione al mondo cattolico, ultimamente però mi sento vicino a questo ambiente. Non vedo nessun motivo per criticare il tentativo del Papa di iniziare un nuovo confronto coi non credenti. Sebbene sia scettico sui risultati di tale dialogo».
Perché?«Mi sembra che gli atei non siano disposti a mettere in gioco le loro convinzioni. Quando parliamo di natura, ad esempio, non so se il dialogante ateo intenda la stessa cosa del credente. Chi non ha una fede religiosa si domanda: di cosa posso parlare con un credente? In ambiente universitario non ho riscontrati grandi risultati in tale dialogo. Anzi, spesso sembra esserci una conoscenza della religione pari a quella che si trovava in Unione sovietica, quando nelle università regnava un’ignoranza assoluta delle questioni religiose. Dovrebbe invece essere interessante il dialogo con quei non credenti che non si riconoscono nelle posizioni dei "nuovi atei". Questi ultimi disprezzano la religione non conoscendola, proprio come avveniva a Mosca!».
Non vede rischi di integralismo nel revival religioso odierno?«La fede cristiana integralista? Non riscontro tale pericolo. Chi lo paventa, lo fa solo perché in Europa le Chiese sono deboli e teme un loro ritorno».
Lei è apprezzato grazie ai suoi studi sociologici sulle religioni, specialmente sul contributo del cristianesimo alla civiltà occidentale. Ma oggi lei è un credente?«Per la maggior parte della mia carriera sono stato solo un cristiano culturale, fortemente aderente a tale eredità, ma privo di fede. Ero un ricercatore abbastanza razionale e a quel tempo non mi trovavo benissimo con i cristiani. Però ero molto interessato alla storia del cristianesimo: intellettualmente avevo rispetto per la Chiesa e la religione cristiana. Comunque, avendo scritto per anni su tale eredità, tutto ciò mi ha condotto a capire che ero diventato credente. Mentre la questione del "disegno intelligente" ha giocato il ruolo intellettuale più importante nell’ambito della mia fede, sono stato influenzato in modo molto forte dagli esempi morali che hanno intessuto la storia cristiana. In seguito è accaduto qualcosa e sono diventato sensibile alla fede. Oggi mi sento vicino alle "Chiese libere", soprattutto quella episcopaliana».
«Fino a "L’ascesa del cristianesimo" ammiravo il cristianesimo ma non ero un credente. Non ero un ateo, bensì un agnostico. Continuando a studiare, ho capito che anche nella storia vi è un Disegno intelligente». Secondo queste sue parole, la ragione l’ha portata alla fede. È così?«Penso si possa discutere sul fatto se un disegno intelligente possa essere individuato nella storia, ma esso appare auto-evidente nella scienza. Quest’ultima, infatti, è possibile solo perché l’universo fisico opera secondo regole razionali che gli esseri umani sono stati capaci di scoprire ed interpretare. La scienza è incapace di spiegare da dove vengono tali norme. Come evidenziò Albert Einstein, "a priori uno dovrebbe aspettarsi un mondo caotico che non può essere in nessun modo raggiunto dalla mente". Ma, come Einstein riconosceva, questo non è il modo in cui funzionano le cose. Il mondo è qualcosa di molto razionale. La via più efficace per spiegare questa razionalità consiste nel supporre che essa è programmata, cioè supporre un creatore razionale. È insensato affermare che la scienza sia in conflitto con tale supposizione. La scienza può provare e scoprire alcune teorie sul mondo materiale. Questo, in nessun modo, si sovrappone o contrasta con la supposizione di un disegno intelligente, visto che la scienza è semplicemente incapace di spiegare da dove provengano le regole che essa scopre. È da stolti pretendere che tali norme siano compatibili con l’assunto che l’universo costituisca un caso fortuito.
In «La vittoria della ragione» lei scrive: «Gli aspetti migliori della società occidentale – democrazia, commercio, progresso scientifico – provengono dal cristianesimo. È stata la fede nella ragione che ha permesso questo sopravanzare dell’Occidente». Benedetto XVI ha più volte parlato dell’«odio» dell’Europa verso le proprie radici cristiane.«Se gli europei persistono nel rifiutare l’eredità cristiana, alla fine la perderanno. Nel frattempo molte zone del mondo, tra quelle che vivono una crescita tumultuosa (Africa, Asia e le Americhe), stanno diventando sempre di più cristiane. Senza le radici cristiane l’Europa non andrà lontano perché cade la sua stessa idea. In tanti si interrogano su come sarà il futuro nel vostro continente, quante saranno le generazioni ancora cristiane e se in Italia, Francia o Germania il cristianesimo sopravvivrà nell’avvenire. La fertilità europea sta calando, ma va segnalato che le famiglie religiose fanno più figli, mentre gli atei non mettono al mondo nuove creature».
Come si immagina il domani del cristianesimo nel Vecchio continente?«Vi saranno Chiese più attive e si assisterà a una maggior competizione tra le diverse denominazioni cristiane: le tradizioni più assodate dovranno lavorare con maggior impegno per non sparire. Troveremo nuove denominazioni cristiane, come le Chiese africane sbarcate negli Stati Uniti, gruppi molto attivi ai quali protestanti e cattolici dovranno rispondere. Le Chiese nazionali europee stanno scomparendo perché manca loro il coraggio di proclamare la divinità di Cristo: si riducono a
civil servant, esempi di "religioni civili". E così muoiono. Invece le sigle cristiane recenti sono animate da grande fede e vanno ad annunciarla ai non credenti. Negli Stati Uniti crescono nuove congregazioni cristiane (come gli
evangelical), che inviano migliaia di missionari all’estero. Invece le Chiese nazionali europee non accettano la sfida degli atei. Negli Stati Uniti il cristianesimo è estremamente forte: alla domenica intorno alle chiese c’è sempre un gran traffico di gente. Nella mia parrocchia non si trova mai un parcheggio libero!».
Gli Stati Uniti hanno visto l’affermarsi dei «new atheists».«A quanti accusano la religione di avvelenare ogni cosa, rispondo che la loro argomentazione è semplicemente stupida. I più grandi malfattori del Novecento – Hitler, Stalin e Mao – non solo non avevano niente a che fare con la religione, ma avversavano ogni credo, in particolare il cristianesimo».
Qual apporto «intellettuale» più significativo i cristiani offrono ai non credenti?«Un mondo comprensibile e una base morale per vivere».