Dal 200 al 2007 la crescita del numero dei lettori di libri religiosi (almeno un testo l'anno) in Italia è stata del 2% annuo, ma dal 2007 al 2010 la percentuale è cresciuta fino al 6%. Il dato finale è che nel decennio 2000/2010 i lettori di un libro religioso sono cresciuti di 900.000 persone. A riportare il dato (Istat) è l'Osservatorio dell'editoria religiosa italiana in un rapporto anticipato domani da Avvenire. L'Osservatorio è promosso dall'Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani), presieduta da Gianni Cappelletto, avvalendosi della collaborazione del Cec (Consorzio per l'editoria cattolica) e dell'Aie (Associazione italia editori).L'intento dell' Osservatorio è quello di fornire alle case editrici e alle librerie quegli strumenti conoscitivi indispensabili per fondare le loro scelte editoriali e commerciali su una base analitica e non solo esperienziale, per comprendere le dinamiche evolutive del settore in cui operano, per utilizzare lo strumento del benchmarking, il confronto tra la propria produzione e il mercato di riferimento.È la fascia di età fra i 18 e 54 anni che registra una maggiore crescita. È un'età interessante dal punto di vista delle relazioni e delle responsabilità sociali, familiari, di lavoro e politiche. Si tratta, in sostanza, di persone che esercitano nel proprio ambito di azione anche un ruolo di decision maker. Queste responsabilità non privano del tempo necessario alla lettura di un libro religioso, probabilmente perché proprio al libro religioso si chiede un aiuto riflessivo per le proprie scelte di vita e di responsabilità sociale. Il bacino degli editori dal quale si è attinto per questo Osservatorio è costituito da 796 editori fra religiosi e laici. Degli editori religiosi si è analizzata l'intera produzione di novità e ristampe del 2010 e 2009, mentre per i laici, per gli stessi anni, solo i titoli di argomento religioso. Gli editori cattolici esaminati sono il 25% e producono nel 2010 il 79% dei titoli, mentre gli editori laici sono il 72% degli editori e rappresentano il 18% della produzione. È evidente il sovraffollamento nel segmento laico, che conferma la forte attenzione al libro religioso da parte degli editori laici negli ultimi anni.L'Osservatorio ha analizzato la produzione del 2010, raffrontandola con quella del 2009. Si sono pubblicati 4.326 libri religiosi, dei quali il 29,5% riguardano l'area riflessiva (Teologia, Bibbia. Morale, Dogmatica, Storia e Patrologia), mentre l'Area divulgativa copre il 44% (Meditazione, Pastorale, Liturgia, Catechesi). Un buon equilibrio fra le due aree: la percentuale dell'Area riflessiva fa da garanzia ai livelli qualitativi dell'Area divulgativa e insieme anche ai vissuti popolari che si accostano al libro divulgativo. Una produzione che si è incrementata rispetto al 2009.Il tema Formazione/Famiglia, da sempre ben presente nelle attenzioni pastorali, ha prodotto 271 testi (4,6%). L'editoria di varia (Narrativa e Saggistica) ha vista una battuta di arresto perdendo il 5% (il 14,1% nel 2010 contro il 16,3% del 2009). Una calo di produzione anche nel settore dei Ragazzi con il 4,3% del 2010 rispetto al 5,7 del 2009. Quanto all'Esoterismo, che non rientra negli ambito dell'Osservatorio, viene monitorato a motivo dei suoi 108 titoli, pari quasi al 2% della produzione religiosa. Fenomeno rilevante degli ultimi anni è poi l'interesse degli editori laici al libro religioso è uno dei fenomeni che più hanno fatto discutere negli ultimi anni. Nel 2010 il 39% della produzione riflessiva è spettata agli editori laici. Può essere che le vendite (il sell out) siano maggiori nell'Area divulgativa dove sono presenti gli autori più appetibili dal mercato, tuttavia rimane il dato di fatto sulla dimensione produttiva nell'Area Riflessiva che porta a riflettere sulle dinamiche che si stanno producendo nell'editoria religiosa.Ogni editore ha le sue ragioni editoriali per pubblicare libri religiosi, tuttavia una macro lettura può far emergere i progetti "impliciti" e le linee di tendenza che caratterizzano il fenomeno: Nell'area riflessiva si può notare come la produzione editoriale dove prevalgono gli editori laici è quella relativa alle Religioni e alla Storia/Patrologia. È decisamente più bassa l'attenzione alla Bibbia. Se poi disaggreghiamo i dati del segmento Religioni, l'interesse da parte degli editori laici si concentra sulle Religioni orientali e sulle Religioni antiche.Si può quindi dire che l'interesse degli editori laici (almeno dal punto di vista della produzione) si gioca fra una domanda su Dio e una generica ricerca di spiritualità. In questa ricerca tuttavia il cristianesimo non è la prima religione che si incontra, superato dalle religioni orientali e antiche: un approccio piuttosto generico e arcaico. Diverso per l'area divulgativa dove l'interesse degli editori laici va verso quegli autori cattolici che dispongono di uno standing capace di garantire una maggiore penetrazione nel mercato. Nel quadro generale della produzione dei contenuti l'editoria laica vale comunque il 18%, una percentuale tutt'altro che trascurabile in un settore dove l'impronta confessionale è più rilevante.Se gli editori laici sono ormai entrati a pieno diritto nel mondo editoriale religioso, anche gli editori cattolici si stanno impegnando per conquistare una visibilità nelle librerie laiche. L'indice di presenza degli editori cattolici nelle librerie di varia sia del 26% per l'Area riflessiva. Decisamente più basso il dato dell'Area divulgativa (8,5%) dove, probabilmente, prevale la capacità commerciale di penetrazione degli editori laici anche quando pubblicano i testi di autori cattolici, capacità di dare visibilità mediatica agli autori e di occupare gli spazi nelle librerie laiche, indipendenti e di catena.L'indice totale di presenza degli editori religiosi nelle librerie laiche dell'Area religiosa risulta del 14,7%, un dato tutt'altro che trascurabile. Decisamente meglio nell'Area di varia, con punte oltre il 50% nella Narrativa e Ragazzi varia. Nell'insieme un buon segnale da parte dell'editoria cattolica che non si è lasciata sopraffare dal mercato, ma ha accettato la sfida dell'editoria laica, mostrando la decisa volontà di essere protagonisti.