Astronomia. L'eclissi totale di Sole in America del Nord
Un'eclissi totale di Sole
Uno spettacolo l'eclissi totale di Sole: l'evento astronomico dell'anno che visibile solo dal Centro e Nord America, dal Messico al Canada, può essere ammirato anche dall'Italia grazie a diverse dirette streaming che inizieranno a partire dalle ore 19 (orario di Roma). In prima fila, in particolare, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, che trasmette l'evento sui suoi canali Facebook e Youtube.
Una diretta speciale di “Nuovi Mondi”. Per raccontare la grande eclisse sono previsti infatti collegamenti con i team di ricercatori Inaf presenti in varie città (dal Messico fino al Canada passando per gli Usa) per seguire l’intero percorso dell’ombra lunare: in Messico, il team delll’Inaf di Torino Eclipse 2024, a Kerrville, in Texas, Clementina Sasso dell’Inaf di Napoli, a Burleson, in Texas, l’inviato di Media Inaf Albino Carbognani, a Ennis, in Texas, il team dell’Inaf di Roma Vulcanoidi e alle cascate del Niagara, l’inviata di Media Inaf Maura Sandri.
L'eclissi di oggi è uno spettacolo imperdibile, in primo luogo perché per ammirare un evento simile dall'Italia dovremo aspettare fino al 2 agosto 2026, ma si vedrà meglio dalla Spagna e dall'Egitto. Sarà inoltre l'eclissi solare totale più lunga tra quelle visibili dagli Stati Uniti fin dal 1806: per chi si trova nelle zone vicine al confine col Messico, potrà arrivare a ben 4 minuti e 26 secondi, poco meno di quella del 1806, durata 4 minuti e 55 secondi. Un'eclissi più lunga significa anche un'eclissi molto buia: la maggiore oscurità potrebbe rendere visibili non solo pianeti come Venere e Giove, ma anche la cometa 12P/Pons-Brooks, che il prossimo 21 aprile raggiungerà il punto più vicino alla nostra stella e che al momento si trova non distante da Giove. L'evento arriva dopo una bellissima eclissi di Luna, avvenuta nelle scorse settimane, che ancora una volta ha premiato il Nord America.
Con l'eclissi dell'8 aprile 2024, gli appassionati di tutto il mondo stanno raggiungendo i luoghi dove si potrà osservare il fenomeno - Ansa
Infine, l'eclissi avviene in concomitanza col periodo di massima attività solare: ciò significa che la corona solare, la parte più esterna della sua atmosfera, apparirà molto più grande, fino a 5-6 volte il diametro della stella stessa, e la sua forma ricorderà quella di un girasole o di un Sole come viene tipicamente disegnato dai bambini. L'ultima volta che un'eclissi solare totale visibile dal Nord America è coincisa con la massima attività solare è stata il 26 febbraio 1979 e anche il quel caso l'evento è stato affascinante e coinvolgente per tutta la popolazione. Tra l'altro sulla mezza luna virtuale da cui si potrà ammirare dalla Terra l'eclissi non c'è disponibilità di alloggio alcuno, un fatto che segnala come il turismo - nel Nord America - legato all'astronomia e all'esplorazione spaziale (per esempio in occasioni di lanci di vettori nel cosmo) sia ormai un ambito consolidato e consistente. L'evento sarà, dunque, un importante banco di prova per le attuali teorie sul comportamento dell'atmosfera solare, di rilevanza cruciale perché è la responsabile delle tempeste solari che possono investire la Terra.
Albino Carbognani, ricercatore dell’Inaf di Bologna, proverà a verificare quante stelle si possono riprendere in cielo durante l’eclissi: il cielo, infatti, non diventa mai completamente buio perché l’ombra della Luna ha un’estensione di soli 200-300 km e il fondo cielo è paragonabile a quello del crepuscolo circa 40 minuti dopo il tramonto del Sole. Da Burleson (Texas), il ricercatore Inaf tenterà anche l’osservazione di eventuali oggetti attorno al Sole, all’interno dell’orbita di Mercurio: i cosiddetti “vulcanoidi”, previsti dalle teorie sulla formazione del Sistema solare. Un altro obiettivo sarà documentare l’elusivo e imprevedibile fenomeno delle “ombre volanti”, una serie di bande parallele alternativamente chiare e scure dovute alla rifrazione degli ultimi raggi solari, pochi istanti prima dell’inizio della totalità, da parte dell’atmosfera terrestre. Durante questa eclissi c’è anche la possibilità di riprendere su un unico fotogramma tutti i pianeti del Sistema solare, da Mercurio a Nettuno, più la cometa 12P/Pons-Brooks in un gigantesco “ritratto di famiglia”. Infine, si vuole riprendere le varie fasi dell’eclisse e la totalità con la cromosfera e la corona solare per scopi didattici e divulgativi. "Nonostante le missioni spaziali", dice Carbognani, "un’eclisse totale di Sole è sempre un’opportunità per studiare fenomeni o corpi celesti estremamente elusivi". Non solo altri importanti ricercatori dell'Inaf sono coinvolti in altre missioni di osservazione.
Appassionati pronti ad assistere all'evento celeste - Ansa
Centinaia di migliaia di persone in Nord America rivolgeranno gli occhi al cielo per godersi lo spettacolo dell'eclissi totale di Sole che metterà nell'ombra una fascia chilometrica di territorio estesa dal Pacifico all'Atlantico. Ma non sempre in passato questo fenomeno astronomico è stato accolto con lo stesso umore di entusiasta curiosità dagli abitanti del Pianeta. Molte culture antiche credevano che cio' che accadeva nei cieli riflettesse eventi passati, presenti e futuri sulla Terra. Ciò era particolarmente vero per i Maya. Questo popolo amerindo considerava la distanza nello spazio e la distanza nel tempo come la stessa cosa. In altre parole, guardare lontano nel cosmo fungeva da sorta di portale verso il passato. Quando gli antichi Maya osservavano le eclissi, vedevano un evento per il quale sembrava che la luna mangiasse il sole. Lo interpretavano come una visione delle pratiche cannibalistiche dei loro antenati, che erano state eliminate da tempo dalle loro leggi. I Maya non erano gli unici a credere di vedere il sole che venisse mangiato. Per l'antica mitologia cinese, le eclissi solari si verificavano quando un drago cercava di divorare il sole. In risposta la gente si accalcava nelle strade, suonando i tamburi per spaventare il drago. Per gli antichi greci, le eclissi erano un segno di rimprovero degli dei nei confronti degli esseri umani, una sorta di rappresaglia, per cui il sole abbandonava la Terra
La parola eclissi deriverebbe etimologicamente in effetti dal termine greco "ekleipsis", che significa "abbandono" o "un abbandono". Ispirato da un'eclissi solare avvenuta nel 647 a.C., il poeta Archiloco scrisse : "Non c'è nulla che sia oltre la speranza, nulla che si possa giurare impossibile, nulla di meraviglioso, poichè Zeus, padre degli dei dell'Olimpo, fece la notte da mezzogiorno, nascondendo la luce del sole splendente, e un grande timore venne sugli uomini". Secondo una leggenda dei nativi americani Choctaw, la causa delle eclissi era un dispettoso scoiattolo nero che rosicchiava il Sole. Come il drago cinese, anche lo scoiattolo doveva essere spaventato dal clamore e dalle urla dei testimoni umani dell'evento. I popoli Ojibwa e Cree raccontavano una storia secondo cui un ragazzo (o talvolta un nano) di nome Tcikabis cercò vendetta sul Sole per averlo bruciato. Nonostante le proteste della sorella, catturò il Sole in un laccio, provocando un'eclissi. Diversi animali tentarono di liberare il Sole dalla trappola, ma solo l'umile topo riuscì a masticare le corde e riportare il Sole sul suo cammino. L'antica mitologia indu' fornisce una spiegazione assai inquietante per le eclissi solari. Secondo la leggenda, un astuto demone di nome Rahu cercò di bere il nettare degli dei e raggiungere così l'immortalità. Travestito da donna, Rahu tentò di partecipare a un banchetto degli dei ma fu scoperto da Vishnu. Per punizione, il demone venne prontamente decapitato, ed e' proprio la sua testa decapitata che vola nel cielo a oscurare il Sole durante un'eclissi.