Spazio. Ecco la prima foto del telescopio Webb. Ci porta a 13 miliardi di anni fa
“Webb’s First Deep Field” mostra le profondità dell’Universo
Il primo assaggio di come il James Webb Space Telescope cambierà il modo con il quale potremo osservare l’Universo è arrivato un po’ prima del previsto. Questa notte il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rilasciato una delle cinque immagini che verranno divulgate oggi dalla NASA. Per le altre quattro l’appuntamento è fissato per il pomeriggio di oggi 12 luglio. L’immagine, chiamata “Webb’s First Deep Field” mostra le profondità dell’Universo come mai le avevamo viste prima. Si osserva infatti, l’ammasso di galassie noto come SMACS 0723, in un traboccare infinito di dettagli. Migliaia di galassie, inclusi gli oggetti più deboli mai osservati nell’infrarosso, appaiono agli occhi dell’uomo per la prima volta. “Quest’area di Universo copre una porzione di cielo grande come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio da una persona qui sulla Terra”, ha spiegato l’Amministratore della NASA Bill Nelson. L’immagine è stata ripresa dalla NIRCam (Near-Infrard Camera) rimanendo esposta per 12 ore e mezza. Quel che si osserva nei dettagli è come l’ammasso di galassie SMACS 0723 appariva 4,6 miliardi di anni fa, quando stava nascendo la Terra. Ma c’è molto di più: l’ammasso di galassie in primo piano agisce come una lente gravitazionale ingrandendo le galassie molto più lontane che si trovano dietro di essa e che sono state messe a fuoco anch’esse dal telescopio. Per capire ciò, si guardi l’immagine con attenzione: si vedono degli oggetti allungati quasi a formare parti di circonferenza: quegli oggetti sono galassie lontane circa 13 miliardi di anni luce (l’Universo è nato circa 13,8 miliardi di anni fa) distorte dalla massa di SMACS 0723 per un effetto noto come “lente gravitazionale”.
Il telescopio spaziale Webb è stato lanciato il 25 dicembre 2021 e per posizionarsi nel punto prescelto e dispiegare i suoi strumenti ci sono voluti ben sei mesi. Sei mesi trascorsi molto velocemente, se si pensa che del telescopio si iniziò a parlare oltre trent’anni fa e tanto c’è voluto per costruirlo e poi lanciarlo. Dal lancio fino alla sue entrata in attività tutto è andato come da programma, nonostante che un micrometeorite abbia colpito uno dei suoi 18 specchi. Ci sono voluti sei mesi perché il telescopio ha dovuto raggiungere il punto di Lagrange 2 a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Un luogo dove le forze di gravità della Terra, della Luna e del Sole si annullano e dunque è una posizione ideale per rimanere immobile, avulso da forze esterne. C’è voluto tutto questo tempo inoltre, per posizionare e tarare gli specchi di cui si compone lo specchio principale, che ha un diametro di sei metri e mezzo, e per preparare gli strumenti per le osservazioni.
La NASA ha annunciato che le altre immagini che saranno divulgate oggi sono la Nebulosa Carina, è una delle nebulose più grandi e luminose del cielo, situata a circa 7.600 anni luce di distanza, nella costellazione meridionale della Carina. Le nebulose sono vivai stellari dove si formano le stelle. La Nebulosa Carina ospita molte stelle massicce diverse volte più grandi del Sole. Vi sarà poi lo spettro, ossia l’analisi della luce che riflette WASP-96b, un pianeta gigante al di fuori del nostro sistema solare, composto principalmente da gas. Il pianeta, situato a quasi 1.150 anni luce dalla Terra, orbita attorno alla sua stella ogni 3,4 giorni. Ha circa la metà della massa di Giove. Potremo poi osservare la Nebulosa dell'Anello Meridionale o "Eight-Burst": è una nebulosa planetaria, una nuvola di gas in espansione che circonda una stella morente. Ha un diametro di quasi mezzo anno luce e si trova a circa 2.000 anni luce dalla Terra. Quindi potremo vedere il Quintetto di Stephan che si trova a circa 290 milioni di anni luce di distanza nella costellazione del Pegaso. Quattro delle cinque galassie all'interno del quintetto sono bloccate in una danza cosmica di ripetuti incontri ravvicinati.