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Cinema. È morta Maggie Smith: l'attrice di Harry Potter aveva 89 anni

Erica Vailati venerdì 27 settembre 2024

Maggie Smith

Minerva McGranitt, Violet Crawley, Jean Brodie, Wendy Darling, Hester Random: l’attrice britannica Margaret “Maggie” Smith, morta la mattina di venerdì 27 settembre a 89 anni, è stata il volto di innumerevoli personaggi. A partire dal 1955, quando debuttò come attrice televisiva, fino al 2019, anno in cui recitò prima a teatro, nella pièce A German Life, e poi al cinema, vestendo nuovamente i panni di Violet Crawley nel film Downtown Abbey, sequel dell’omonima serie tv in cui la interpretò dal 2010 al 2016. Ad annunciare la sua morte, avvenuta per cause naturali al Chelsea and Westminster Hospital di Londra, sono stati i suoi due figli, Toby Stephens e Chris Larkin. «Si è spenta serenamente - hanno dichiarato - Persona molto riservata, era con amici e parenti alla fine della sua vita». Il prossimo 28 dicembre avrebbe compiuto 90 anni.

Oltre al suo ruolo di contessa nella serie tv britannica, a renderla celebre negli anni Duemila è stata la sua interpretazione di Minerva McGranitt nella saga cinematografica di Harry Potter (2001-2011). Per dieci anni e otto film non ha mai rinunciato al cappello a punta e al vestito verde smeraldo della professoressa della scuola di magia di Hogwarts. Nemmeno quando nel 2008, durante le riprese di Harry Potter e il principe mezzosangue, le diagnosticarono un tumore al seno, malattia da cui era completamente guarita.

Nonostante i personaggi intramontabili a cui ha dato un volto nel nuovo millennio, Maggie Smith iniziò la sua carriera negli anni Cinquanta sul palco dell’Oxford Playhouse Theatre, per poi dedicarsi soprattutto al cinema. Fu con il ruolo di Desdemona nel film Otello (1965), in cui recitò al fianco di Laurence Olivier, che l’attrice inglese divenne nota al grande pubblico. Nel corso della sua attività non sono mancati i riconoscimenti, a partire dai due premi Oscar: il primo lo vinse nel 1970 come Miglior attrice protagonista per il personaggio di Jean Brodie ne La strana voglia di Jean, il secondo nel 1979 per la sua interpretazione da non protagonista in California Suite. A premiarla, però, non è stata soltanto l’Academy. Il bilancio complessivo è di tre Golden Globe, cinque BAFTA, quattro Emmy Awards, cinque Screen Actors Guild Awards e un Tony Award, a cui si aggiungono il BAFTA alla carriera nel 1993 e le onorificenze ricevute dalla Corona, come il titolo di Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero britannico.

Riconoscimenti di cui si perde il conto e che non sono arrivati per caso o per fortuna. «Si assilla per raggiungere la perfezione», aveva sottolineato Peter Hall, regista teatrale con cui Maggie Smith aveva a lungo collaborato. Serietà e rigore contraddistinguevano il suo lavoro e la sua persona fin dall’inizio della sua carriera. Qualità che la accompagnarono anche quando cominciò a vestire i panni di Minerva McGranitt e Violet Crawley, riscuotendo un successo planetario a più di 70 anni. «Ho condotto una vita perfettamente normale fino a Downton Abbey - aveva raccontato l’attrice nel 2017, in occasione del “BFI Radio Times Festival” - Non sto scherzando. Andavo a teatro, andavo alle gallerie, da sola. E ora non posso».

La sua irreprensibilità l’ha resa credibile e calata in ogni ruolo che ha interpretato, che fosse quello di un’insegnante di magia o di una contessa. Oppure dell’anziana Wendy Darling, nel fantasy Hook - Capitan Uncino (1991) diretto da Steven Spielberg, di suora, come nei due capitoli di Sister Act (1992 e 1993), o di membro dell’élite inglese nell’Italia del regime fascista, come nel film di Franco Zeffirelli Un tè con Mussolini (1999), in cui interpretò lady Hester Random. Tutti personaggi firmati dalla Dama del teatro, della televisione e del cinema britannici che l’hanno trasformata in un’icona. E a prescindere da quale sia quello più apprezzato, Maggie Smith sarà ricordata come in Harry Potter si celebrano i maghi valorosi e amati che non ci sono più: puntando in alto le bacchette.