Non arrivò sulla costa orientale degli Stati Uniti volando con un ombrello nero, come invece aveva fatto la tata Mary Poppins a Londra, immortalata nelle pagine del suo famoso romanzo. Prese, invece, un comodo jet della BOAC, atterrò a Los Angeles già assai maldisposta, dotata di una britannica compostezza amalgamata a una sufficiente dose d’ipocondriaca scontrosità. Si preparò così per affrontare il sorriso sornione di Walt Disney.Era l’aprile del 1961: il creatore di Topolino confessava amabilmente alla scrittrice Pamela L. Travers, nel corso del loro primo incontro, come la sua fantasia per vent’anni si era infiammata della celebre Mary e della famiglia Banks – destinataria dei magici servigi – grazie all’entusiasmo delle due figlie. La volevano vedere sullo schermo e lui voleva realizzare un film a modo suo. La battaglia fu combattuta da entrambi con onore e
Mary Poppins – che festeggia i cinquant’anni, la premiere avvenne il 27 agosto 1964 al Grauman’s Chinese Theatre – divenne alla fine un capolavoro amatissimo, vinse cinque Oscar – tra cui quello a Julie Andrews – portando successo e dollari alla Disney e alla terribile Travers. Una storia che non è quella del backstage di un film, perché
Saving Mr. Banks , in sala dal 20 febbraio, è il diario inedito dello scontro tra due carismatiche personalità, ciascuna impegnata nel convincere l’altra a deporre le armi e a cedere: Mrs. Travers i diritti, Walt i propositi. Lui voleva numeri musicali e una spruzzata di cartoni animati, lei detestava questi e quelli. Vinse Walt, ma con le armi della pazienza e della comprensione, nel tentativo di rimarginare le ferite causate dall’infanzia della sua scontrosa interlocutrice e del suo rapporto con la figura paterna (Colin Farrell), affabulatore morto per abuso di alcol, che scopriamo attraverso numerosi flashback ambientati nell’entroterra australiano del 1906. La sceneggiatura ha fatto capolino negli studios della Disney partendo anch’essa dall’Australia con il filmaker Ian Collie e la scrittrice Sue Smith che ne hanno sponsorizzato la realizzazione, affidando la scrittura del film a Kelly Marcel, poi la regia a John Lee Hancock, a Tom Hanks il ruolo di Disney e a Emma Thompson quello della scrittrice. «Walt capisce che deve riuscire a convincere Pamela – precisa il regista – che i narratori hanno il compito di trasformare qualcosa di oscuro o di tragico in qualcosa di eterno capace di alleviare i dolori del passato. E che entrambi, per le difficoltà della loro infanzia e il rapporto col padre, hanno qualcosa in comune». I due attori si sono dovuti confrontare con due vere icone. Senza volerle imitare, ma cercandone l’essenza attraverso uno studio approfondito. «Certo Walt aveva una cadenza particolare nel parlare – racconta Hanks – così come lo erano i suoi colpi di tosse, perché accanito fumatore. Per ricreare i dialoghi e le situazioni sono stati preziosi gli aneddoti raccontati da Richard Sherman, ancora in vita, all’epoca autore delle musiche del film insieme al fratello Robert». «La Travers – aggiunge Emma Thompson – era affascinata dal mito, lei stessa è una figura mitica, perché dietro l’angolo, come nel labirinto del Minotauro, puoi trovarti davanti un mostro oppure una bambina vulnerabile. Ho scoperto anche che era un’appassionata di Buffalo Bill e dell’ambientazione western, che spesso legava a Mary Poppins. Entrambi risolvevano i problemi con metodi poco ortodossi, ma alla fine sapevano anche di doversi dileguare. Le piaceva che una donna potesse incarnare questo potere in un modo occidentale in cui all’epoca ne aveva ancora pochissimo». Per Tom Hanks la preparazione è stata, come sempre, molto accurata. «Senza l’accesso agli archivi della Disney – prosegue –, cui mi ha dato libero accesso Diane Disney Miller, figlia di Walt, non sarebbe stato possibile. Da tutti i materiali audio e video che ho visionato ho scoperto la sua vera forza: credeva fino in fondo a tutti i suoi progetti, abbracciando tutte le possibilità che fossero in grado di creare meraviglie». Non c’è dubbio che la travagliata genesi di
Mary Poppins portò a una delle pellicole più amate e ancora oggi ineguagliate. Nel cinema e nei sogni di tanti, tantissimi bambini.