SANREMO2013. Dietro il Festival le nuove strategie
Forse ha ragione Fabio Fazio quando dice che il Festival non può essere impermeabile alla realtà esterna. E la notizia della morte improvvisa di Alessio Gatti, figlio 22enne di Franco, uno dei componenti dei Ricchi e Poveri che ieri sera avrebbero dovuto essere i superospiti dell’Ariston, ribalta la scaletta del Festival e getta un’ombra di commozione tra fiori e lustrini. Il giovane è stato trovato morto nella sua casa genovese, il padre Franco è disperato, Fazio con gli occhi lucidi dà l’annuncio in conferenza stampa: «I Ricchi e Poveri non ci saranno. E credo che quel "blocco" non vada sostituito. Vuol dire che la serata durerà 20 minuti in meno». Un gesto dovuto.
Poi, inevitabilmente, lo show va avanti fra le polemiche sui fischi a Crozza e l’orgoglio di avere (insperatamente) superato per ascolti nella prima serata il Festival di Morandi dell’anno passato. La Rai si gode i 14 milioni e 195 mila spettatori e uno share del 47,60% nella prima parte e poi 8 milioni 146 mila nella seconda, per una media tra le due parti di 12 milioni 969 mila spettatori e del 48,20% di share. Crozza nei panni di Bersani ha portato al picco di ascolto alle 22.43 con 17 milioni e 33 mila spettatori. E le contestazioni sull’imitazione di Berlusconi, come prevedibile, hanno fatto impennare l’Auditel e scaldare il dibattito. Per Fazio «Crozza non se l’aspettava, ma non andava contro nessuno, perché la satira non va mai contro» e insiste sul fatto che «cinque maleducati non possono condizionare 15 milioni di spettatori». Tra chi stava dentro l’Ariston si parla però di una contestazione ben più diffusa, mentre anche la politica si divide, da Alfano che invita la Rai a «riflettere» a Bersani pronto a farsi «una bella risata». I temi caldi comunque non mancano, dalle proteste della Meloni sulla presenza di Carla Bruni canterina ieri sera, alle rivendicazioni matrimoniali di una coppia gay sul palco la prima serata, scelta bocciata dal Moige. «Se il Festival di Sanremo è un’agorà per la promozione di nuove istanze sociali, occorre aprire le porte anche per la difesa dei diritti delle famiglie, costituzionalmente riconosciuti e ripetutamente calpestati» sottolinea Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento italiano genitori. Ma, in nome degli ascolti, il carrozzone festivaliero giustifica tutto tantoché lo stesso direttore generale Rai Luigi Gubitosi si è congratulato ieri con i conduttori e con tutto il team Rai: «Il Festival che ho visto ieri sera è più giovane e contemporaneo rispetto al passato». Ed è il direttore di Raiuno Giancarlo Leone a spiegare dati alla mano il progetto di graduale «riposizionamento» della rete che fa del Festival il suo principale banco di prova. Il progetto è quello di «ringiovanire» il pubblico della rete: l’età media dello spettatore festivaliero quest’anno è scesa a 52,4 anni rispetto ai 53,5 del 2012. E Sanremo 2013 è stato visto da tanti ragazzini (41%) tra gli 8 e 14 anni, tanti giovani (46%) tra i 15 e i 24 anni, tantissimi adulti sotto i 54 anni (46% tra i 45-54 anni, tre punti percentuali in più). Dopo i 55 il Festival 2013 perde interesse rispetto a quello dello scorso anno: fa il 50 % tra i 55-64 anni (nel 2012 era il 53,55%) e il 56% dopo i 65 (58% un anno fa). Con Fazio arrivano anche i laureati, ben il 55,77% ha guardato il Festival. Insomma, tutti segnali che stanno aprendo la porta a nuovi arrivi su Raiuno, in particolare proprio Fazio e Crozza. «Non fatemi litigare subito con Andrea Vianello», direttore di Raitre che li ospita entrambi, dice sibillino Leone che qualcuno dice aspirare alla poltrona di Gubitosi. Ma i giochi si faranno, ovviamente, dopo le elezioni.