David di Donatello:. “Le otto montagne” miglior film, Marco Bellocchio miglior regista
Le otto montagne dei belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il miglior film italiano dell’anno. Sembra un paradosso, invece è la testimonianza di come sia necessario ripensare a confini, identità e formati di un’arte che non smette di cercare nuove strade per esprimersi. Prodotto da Wildside, società del gruppo Fremantle, da Rufus, Menuetto, Pyramide Productions e Vision, già premiato allo scorso Festival di Cannes, il film tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, interpretato da Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Filippo Timi ed Elena Lietti, ha vinto il più ambito David di Donatello, ma ha conquistato altre tre statuette: quelle per la sceneggiatura non originale firmata dagli stessi registi, per la fotografia di Ruben Impsen e il suono di Alessandro Palmerini, Alessandro Feletti e Marco Falloni. «Perché due belgi fanno un film in italiano? Perché si tratta di una storia incredibile, di un libro straordinario», commenta Van Groeningen, mentre Vandermeersch sottolinea come questa storia d’amore tra Italia e Belgio dimostri «il potere di una collaborazione che non conosce confini, perché siamo europei e cittadini del mondo».
Un altro segnale di attenzione al cambiamento arriva dai quattro David a Esterno Notte, nato come una serie televisiva, presentato lo scorso anno a Cannes e approdato con successo anche nelle sale cinematografiche: Marco Bellocchio vince come migliore regista, Fabrizio Gifuni come migliore attore protagonista nei panni di Aldo Moro, Francesca Calvelli (con la collaborazione di Claudio Misantoni) per il montaggio ed Enrico Iacoponi per il trucco. «Non me lo aspettavo, ma lo accetto – dice Bellocchio - l’importante è continuare a lavorare e mi auguro di avere ancora un po’ di tempo per fare cose belle. Sono moderatamente emozionato e quindi ringrazio tutti quelli che sanno che li ringrazierei di tutto cuore». E Gifuni pronuncia uno dei discorsi più belli della serata dicendo, tra le altre cose: «Grazie a Bellocchio, artista immenso a cui tutto il cinema italiano deve essere grato. Ringrazio la mia lentezza, la mia fragilità, il gioco e l’immaginazione, che sono l’antidoto a questi tempi così decadenti. Ringrazio Unita perché le nuove generazione di interpreti possano avere più diritti e ringrazio mio padre, che avrebbe visto molte volte Esterno notte e forse lo ha fatto su qualche piattaforma stellare».
La migliore attrice protagonista è invece Barbara Ronchi per Settembre di Giulia Louise Steigerwalt, che vince per il migliore esordio alla regia, mentre i migliori non protagonisti sono Emanuela Fanelli per Siccità di Paolo Virzì (premiato anche per gli effetti visivi di Marco Geracitano) e Francesco Di Leva, sacerdote anticamorra in Nostalgia di Mario Martone. L’attore ringrazia la moglie Carmela «che piange e che mi rende un uomo più semplice e onesto». E poi ricorda i laboratori di recitazione a San Giovani a Teduccio, frutto anche degli insegnamenti e della lunga collaborazione con Martone.
Il terzo film ad affermarsi in questa 68esima edizione dei David, ancora una volta guidata da Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica della Fondazione Accademia del Cinema Italiano, presentata da Carlo Conti e Matilde Gioli, e che ha visto molti “primi” David, sintomo anche questo della continua ricerca di voci inedite e nuovi sguardi, è La stranezza di Roberto Andò, a cui sono andati altri quattro David: quelli per la scenografia di Giada Calabria, i costumi di Maria Rita Barbera, la produzione di Angelo Barbagallo e Attilio De Razza con Medusa Film e Rai Cinema, e la sceneggiatura originale firmata dallo stesso Andò con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. «D’altra parte La stranezza è un film sulla scrittura e sui fantasmi di chi scrive», ha commentato il regista. La migliore colonna sonora è Stefano Bollani per Il pataffio, la migliore canzone Proiettili cantata da Elodie per Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, mentre L’ombra di Caravaggio di Michele Placido piace agli studenti liceali che gli hanno assegnato il David Giovani, ma ha vinto anche per le acconciature di Desiree Corridoni. Il David dello spettatore che premia il film più visto al cinema è andato a Il grande giorno di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il miglior documentario è Il cerchio di Sophie Chiarello, il miglior cortometraggio Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella, il miglior film internazionale The Fabelmans di Steven Spielberg. David alla carriera a Marina Cicogna, nipote dell’inventore della Mostra del Cinema di Venezia, la prima donna al mondo a vincere un Oscar come produttrice con Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, e David speciali a Isabella Rossellini ed Enrico Vanzina. Annunciata in diretta la scomparsa di Enrico Oldoini, regista di Vacanze di Natale e ideatore della serie Don Matteo.