« I n principio Dio creò il cielo e la terra...». Comincia così il Libro dei libri. La fonte di ispirazione più straordinaria dell’arte di tutti i tempi. Poi è arrivato il ’900 e il dialogo fra arte e fede si è interrotto. «C’è stata una frattura. L’arte è andata per altre strade, a volte anche blasfeme. E la Chiesa si è ritirata in modelli legati al passato. Ora, anche attraverso questa prima partecipazione alla Biennale di Venezia, vogliamo riaprire la strada, aprirci a nuovi codici linguistici, a nuove forme espressive, per tornare all’antico binomio di arte e fede sorelle fra di loro», passando anche attraverso la «quasi certa» presenza all’Esposizione universale di Milano.Sono le parole con le quali il cardinale Gianfranco Ravasi ha presentato ieri il Padiglione della Santa Sede all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia 2013. Padiglione che si ispira al citato testo biblico col titolo Genesi. In Principio, scelto proprio dal presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. E non a caso l’esposizione vaticana si apre con un trittico di Tano Festa (pittore della scuola romana, morto nel 1988) realizzato nel 1964 (quarto centenario della morte di Michelangelo) per la XXXII Biennale di Venezia e dedicato al tema della Creazione così come interpretato da Buonarroti nella Cappella Sistina.I primi 11 capitoli della Genesi sono stati la fonte di ispirazione affidata ai tre artisti (scelti da una prima rosa di dodici) chiamati a realizzare le opere per il Padiglione. «La Genesi come elemento germinale della nostra storia », ha spiegato il cardinale Ravasi, e capace di illustrarla nelle sue caratteristiche essenziali, con l’ingresso del male e del peccato, oltre che con la capacità creativa e generativa dell’uomo, in prosecuzione del gesto creazionale di Dio.Così, ha aggiunto il cardinale, sono state individuate tre tematiche affidate a ognuno dei tre artisti, al di fuori di ogni logica liturgica: la Creazione è stata affidata a Studio Azzurro, storico gruppo artistico milanese; la De-creazione, intesa come peccato, diluvio, guerra, dissacrazione, al fotografo di nazionalità ceca Josef Koudelka; la Ri-Creazione e la speranza insita in essa, all’artista australiano, naturalizzato negli Usa, Lawrence Carroll.L’impegno e l’opera degli artisti coinvolti sono stati presentati dal curatore del Padiglione, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e dalla responsabile della direzione esecutiva Micol Forti, curatrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei vaticani. Proprio Forti ha sottolineato il particolare coinvolgimento degli autori nel realizzare opere appositamente progettate per il Padiglione e per i suoi spazi. Studio Azzurro ha pensato a un’installazione interattiva. Il titolo è In Principio (e poi) . Si estende su 120 metri quadrati ed evoca un grande solido di pietra, che si dischiude e al cui interno immagini immateriali si animano al contatto delle mani dei visitatori evocando gli atti della Creazione. In questo contesto l’uomo si pone come 'portatore di storie', di narrazioni personali, che attraverso la tecnica multimediale concorrono al grande racconto delle origini.'De-Creazione' è una sequenza di 18 fotografie di cui 9 gigantografie di oltre due metri e mezzo di base, attraverso la quale Koudelka (noto per le immagini scattate a Praga durante l’occupazione del 1968) mostra l’intervento distruttivo e deformante dell’uomo sull’ambiente col silenzio desolante che resta dopo il passaggio di guerre e la dismissione di impianti industriali.La speranza della Ri-Creazione è affidata alla capacità di Lawrence Carroll di ridare vita ai materiali di recupero, con processi artistici di rigenerazione o, meglio, di trasfigurazione. Posta alla fine del percorso di visita, l’installazione di Carroll si chiama Another Life ed è stata realizzata, ha detto Micol Forti, «con oggetti che hanno già avuto una loro vita e che stanno aspettando la possibilità di una vita nuova». I l Padiglione, ha spiegato Paolucci, è realizzato negli spazi, realizzati dal Sansovini, dell’Arsenale militare che custodiva le artiglierie della flotta della Serenissima. Il costi dell’operazione sono stati illustrati da monsignor Pasquale Jacobone del Pontificio Consiglio della Cultura: si tratta di 750 mila euro complessivi (300 mila per affitti e utenze; 300 mila per gli artisti; 150 mila per strutture espositive, allestimenti e servizi) tutti coperti da sponsorizzazioni. Insomma, «molto meno di quanto vociferato da alcuni media nelle settimane scorse».Il cardinale Ravasi ha poi tenuto a ricordare che se si tratta della prima volta alla Biennale, la Santa Sede ha partecipato a quasi tutte le edizioni dell’Esposizione Universale, cominciando dalla prima nel 1851 a Londra per volere di Pio IX. Già nel 1958 si pensò di partecipare alla Biennale, ma l’idea virò nella presenza di arte sacra in vari Padiglioni.Per l’Esposizione di Milano «ho già chiesto alla Diocesi di dar vita a una Commissione apposita e... faremo una conferenza stampa». Con questo Padiglione «abbiamo iniziato un percorso. Un germoglio che speriamo sbocci in una nuova arte liturgica». E per la prossima Biennale? «Devo vedere cosa ne pensa Papa Francesco». Intanto la Biennale 2013 si apre il 1° giugno (fino al 24 novembre) e per singolare evenienza il padiglione accanto a quello della Santa Sede è dell’Argentina.