Agorà

Disabilità. Promuovere una cultura inclusiva per un sapere largo

Eugenio Giannetta mercoledì 14 agosto 2024

Il Museo Omero di Ancona

Amaggio Libri Italiani Accessibili ha compiuto 10 anni, festeggiando con un catalogo di 35mila titoli: tanti infatti sono oggi in Italia i libri accessibili per persone cieche e ipovedenti, certificati dalla Fondazione creata nel 2014 – diventando un riferimento a livello europeo – dall’Associazione Italiana Editori con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Un traguardo importante per l’organizzazione non profit che promuove l’accessibilità in campo editoriale, accompagnando case editrici e aziende verso gli obiettivi dell’European Accessibility Act, che impongono entro il 2025 la piena accessibilità dei nuovi prodotti e servizi editoriali.

Il 26 luglio scorso, invece, il Museo di Storia Naturale di Pordenone ha inaugurato la sua nuova struttura inclusiva e accessibile, senza più barriere fisiche, sensoriali e cognitive. Il progetto, finanziato con fondi Pnrr, ha permesso l’eliminazione totale delle barriere architettoniche e sono stati predisposti pannelli informativi accessibili con supporti multimediali, ad esempio con contenuti audio per persone con disabilità visive, contenuti video nella Lingua dei Segni, mappe visivo-tattili e realtà aumentata. Questi sono solo due dei più recenti processi di accessibilità culturale, ma cosa significa precisamente cultura accessibile? Prima di tutto significa mettere al centro della progettazione la persona, creando ecosistemi – digitali e non – che siano realmente inclusivi. In secondo luogo significa mettere al centro le associazioni, vere protagoniste delle esigenze necessarie, in terza battuta considerare le nuove responsabilità dell’architettura, che deve essere capace di creare ambienti dove funzionalità, comfort e bellezza possano raggiungere ogni persona, a prescindere dalle peculiarità di ciascuno. La parola chiave di questo processo è bellezza. Un diritto che in questi anni diverse realtà museali hanno esplorato: molte di queste le ha raccontate su Rai 3 O anche No, il programma dedicato all’inclusione e alla solidarietà condotto da Paola Severini Melograni.

Alcuni esempi sono il Museo Poldi Pezzoli di Milano, che da anni porta avanti una politica di sviluppo dell’accesso lavorando su percorsi per garantire alla comunità dei sordi una mirata e agevole accessibilità al patrimonio artistico, oppure progetti di inclusione dedicati ai visitatori della terza età, occupandosi di tutela e promozione dei diritti delle persone fragili. Altri esempi sono la Galleria Borghese a Roma, il Teatro Ghione, che ha inserito nella sua operatività un servizio di audio descrizione creato per le disabilità sensoriali, per rende “visibili” scene, costumi e movimenti degli attori, o ancora le visite tattili di modelli tridimensionali messi in atto dai Musei Reali di Torino, nonché le visite con interpreti in lingua dei segni, o ancora progetti come quello della Pinacoteca Ambrosiana insieme a DescriVedendo, con un lavoro sul diritto alla partecipazione senza discriminazioni, per offrire un’esperienza immersiva nell’arte dei grandi maestri. Nella sua edizione estiva O anche No ha raccontato anche, per citare altre realtà, le Catacombe di San Gennaro a Napoli e la messa in sicurezza a Pompei della Villa di Diomede: lì sono anche presenti bambini e adolescenti con autismo e disabilità cognitiva del Centro riabilitativo di Pompei, nell’ambito di una convenzione promossa dal Parco archeologico con la Cooperativa sociale Il Tulipano, che ha permesso di attivare persino percorsi di agricoltura sociale che comprendano la raccolta della frutta nei giardini delle domus, nel vivaio e nei frutteti dell’area archeologica – a cominciare da melograni e mele cotogne, per proseguire con i frutti del biancospino, gli agrumi, le sorbole – e la trasformazione con ricette desunte da autori antichi come Plinio, in succhi e marmellate. Cosa significa tutto questo? Significa portare valore, con un impatto e una ricaduta sul tessuto sociale ed economico, perché cultura accessibile significa anche turismo accessibile ed anche in questo ambito gli esempi sono molteplici: in Piemonte, per esempio, Casa Lajolo, dimora storica settecentesca a Piossasco, grazie al bando di finanziamento Musei accessibili 2021 della Regione Piemonte, oltre al bando dedicato a parchi e giardini storici del Ministero della Cultura, finanziato dall’Unione Europea con i fondi NextGenerationEU, in collaborazione con Fondazione Paideia ha realizzato supporti in Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Ed il lavoro sulle nuove tecnologie per rendere accessibili le opere d’arte alle persone con disabilità è in continua evoluzione, con aziende come Ett, per esempio, che operano nel settore digitale e creativo per rendere fruibili opere d’arte per tutti e tutte; tra i progetti attivi, il Palazzo Pretorio di Prato con progettazione, sviluppo, fornitura e posa in opera di un plastico multimediale interattivo, Palazzo Rosso a Genova, con un percorso multisensoriale accessibile, oltre che al pubblico di tutte le età, anche a visitatori non vedenti, ipovedenti, non udenti e ipoudenti, o ancora il lavoro sui Bassorilievi bronzei del Giambologna, con l’implementazione di un modello in scala 1:1 del bassorilievo bronzeo della Deposizione nel sepolcro, associato, grazie a un sistema di sensori, ad un’audio-guida sincronizzata. In conclusione, citando Libri senza barriere, percorsi di editoria accessibile e inclusiva (Edizioni Santa Caterina, Pavia, pagine 188, euro 20, collana Libri di libri. Quaderni del Master di editoria, diretti da Roberto Cicala), «la Costituzione italiana stabilisce la necessità dell’impegno per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza dei cittadini, attraverso la promozione di attività di generale interesse. Tra queste è importante ricordare quelle mirate alla cura dei beni materiali e immateriali del territorio; quelle relative alla promozione dell’autonomia dei soggetti deboli ed emarginati, attraverso le misure di empowerment specifiche; quelle volte a rendere effettivi i diritti stabiliti dalle istituzioni e al riconoscimento di nuovi diritti sociali». Ecco in cosa si distinguono o dovrebbero distinguersi sempre più, l’arte e la cultura accessibili.