Il j’accuse è di quelli pesanti e autorevoli: «Dov’è la Sinistra di fronte al più terribile dei crimini perpetrati oggi contro i deboli», ovvero «le stragi di cristiani che bagnano di sangue tante terre del mondo»? La provocazione è di
Lucia Annunziata, direttrice dell’
Huffington Post, il sito web di informazione molto
à gauche, parecchio seguito da quello che un tempo si chiamava "ceto medio riflessivo". In un intervento pubblicato giorni fa su
www.huffingtonpost.it all’indomani della strage in Kenya, e intitolato "La solitudine di Francesco, il silenzio della sinistra sui cristiani", la nota giornalista e conduttrice tv si domanda: «Perché non ricevo appelli da firmare» sui cristiani massacrati in diversi angoli del mondo? «Perché nessuno promuove non dico una manifestazione ma un sit-in, o una qualunque riunione? Non sento slogan, non arrivano documenti, né appelli, né proposte di sottoscrizione». Silenzio. Uno strano silenzio. Tanto più che - annota la giornalista - «la Sinistra si è accollata una quantità enorme di cause. Ma, eccezion fatta per pochi, mai una volta, in tutte queste passioni si sono inseriti la pena o l’orrore per la morte di uomini e donne della loro fede». La domanda dell’Annunziata non è oziosa. E la si potrebbe riformulare così: perché il mondo culturale che fa riferimento alla Sinistra non si "scalda" granché se è la libertà religiosa dei cristiani il diritto umano violato? A memoria di chi scrive si ricordano due eccezioni: Massimo Cacciari, che da sindaco di Venezia molto si impegnò per la causa dei cristiani in Kosovo, e Giulio Giorello, che prese parte a iniziative di Aiuto alla Chiesa che soffre sui credenti in Pakistan. Da parte sua Annunziata - che nei giorni successivi, sullo stesso portale, è stata lodata da Emma Fattorini, storica e parlamentare Pd, per la sua "lucida laicità" - un tentativo di risposta se l’è dato: la Sinistra tace sui cristiani massacrati per «la paura che la [loro] difesa significhi accendere altre mine nel già duro scontro, significhi dare via libera a una controreazione, significhi legittimare tutta quella destra che già ora in Occidente per propri interessi politici soffia sul fuoco del razzismo e dello scontro di civiltà».Giriamo l’interrogativo a qualche esponente di quella Sinistra chiamata in causa: «Quella che viene da lei denunciata è l’omissione dell’ovvio», sentenzia
Giancarlo Bosetti, direttore di
Reset e fine conoscitore del liberalismo di sinistra, molto Karl Popper e poco Karl Marx. «Perché la Sinistra tace sui cristiani ammazzati? Perché non è una questione solo di sinistra. È una battaglia di umanità, in questo caso deve essere difesa la libertà umana». Bosetti chiede un altro interventismo: «Dobbiamo sollecitare, in Paesi come Nigeria, Somalia e Kenya, che siano i musulmani a scendere in piazza per denunciare queste stragi. Come dice il filosofo Charles Taylor, ogni comunità deve lavorare per tenere a bada i propri selvaggi. I gesti più importanti a favore di ogni tipo di vittima sono quelli che possono arrivare da mondi vicini a quello dei carnefici. Ciò che possiamo fare noi è far conoscere meglio quei Paesi in cui avvengono queste stragi, farli percepire maggiormente "vicini" a noi». «Annunziata ha ragione, questo ritardo della Sinistra esiste».
Franco Cassano, sociologo di Bari, intravede diverse ragioni del silenzio
à gauche sulla mattanza globale anti-cristiana: «Non si coglie la novità della situazione internazionale: l’Europa si è fatta più piccola, il mondo è cambiato, perciò la difesa dei diritti dei cristiani perseguitati non va confusa con un certo espansionismo coloniale, altrimenti si dà il via libera a qualunque giustificazione di massacri. Siamo entrati in una nuova era, il mondo non è più quello di prima, ma la Sinistra non se ne è accorta, proprio lei che si è fatta paladina di varie nobili cause. La Sinistra ne prenda atto e trovi le ragioni di un impegno per difendere la libertà di credo. E non lasciare solo Papa Francesco di fronte a questa situazione». «Non c’è malafede, credo. In questi ultimi tempi emerge un vasto senso di impotenza di fronte a fatti come Garissa». A sancire questa disamina un po’ scoraggiata è
Mao Valpiana, presidente del Movimento non violento, fondato da Aldo Capitini. «Da parte di un certo mondo pacifista c’è una mancanza di capacità di passare al piano politico. E dall’altro, chi non ha un impianto culturale non violento può arrivare al massimo a organizzare una manifestazione con le bandiere arcobaleno, ma è insufficiente: questa analisi su sé stessa la Sinistra deve ancora farla». Perché nessuna mobilitazione sulle ultime stragi anti-cristiani? «Le manifestazioni si fanno quando si sente che c’è un clima…», conclude con amarezza Valpiana.«Non voglio giustificare nessuno, tanto più che anch’io sono rimasta molto stupita da questo silenzio a Sinistra - afferma
Ritanna Armeni, giornalista, già portavoce dell’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti -. Ma al fondo c’è un’impreparazione culturale». Impreparata la Sinistra? «Sì. Perché il mondo progressista pensa al cristianesimo come un fatto pacificato, una religione da guardare con indifferenza ma che in sostanza non vive nessun tipo di scontro. Non eravamo preparati all’apparizione della ferocia verso la fede cristiana. Attenzione, amici progressisti: qui non siamo di fronte a Solidarnosc, per cui i cattolici venivano considerati "nemici dello Stato" dei Paesi a guida "rossa" perché anticomunisti; in questi casi si tratta di gente massacrata semplicemente perché va in chiesa a pregare». Parla infine come "persona informata dei fatti" (e non come esponente della Sinistra), suor
Elisa Kidané, missionaria comboniana, eritrea, direttrice del mensile
Combonifem: «Perché questo silenzio? Semplice: i cristiani del Sud del mondo sono cittadini di serie B. Prendiamo il caso-Charlie: 10 vittime; tre giorni dopo milioni di persone con tanti capi di Stato in piazza. Stessi giorni, una mattanza in Nigeria, duemila morti: qualche riga sui giornali. E stop». E la Sinistra? «C’è al fondo un’idea errata di laicità che guarda con occhi sbagliati alle vicende religiose. In realtà, quello che accade nell’emisfero Sud del mondo non viene considerato. È triste dirlo, ma è così».