Storia della musica. A Crema il primo museo dell'arte organaria
Apre il primo museo italiano dedicato all’arte organaria. E’ a Crema (Cremona), città che questa tradizione culla ininterrottamente da quasi 2 secoli. Nel cui territorio diocesano lavorano ancor oggi - secondo una concentrazione territoriale che non ha eguali - 4 botteghe di settore: 2 che assemblano gli organi (Tamburini e Bonizzi-Inzoli), altrettante che ne realizzano le canne (Scotti e Denti). E nel cui comune esiste l’unica scuola in Italia che rilascia il titolo di “Tecnico del restauro di organi a canne”.
Roba da vecchi, si pensa spesso quando il discorso cade su queste macchine musicali. Ma non certo al museo di Crema. Nella stanza d’ingresso, sulla sinistra, il pezzo forte dell’esposizione è una novità senza precedenti. Una realizzazione multimediale, per la quale nemmeno esisteva un nome. I suoi inventori, i tecnici dello Studio Base2, l’han chiamata “organologomatico”. Letteralmente significa “strumento automatico che parla dell’organo”, ma la definizione gli rende giustizia solo se il verbo “parlare” viene inteso nel senso più ampio possibile. Perché sì, quel marchingegno parla “fisicamente” (diversi video spiegano le differenze tra organista e organaro, illustrano le canne e la meccanica dello strumento, rievocano la vita di Petrali…) ma il suo valore aggiunto è l’interfaccia con il visitatore.