Festival Biblico. La climatologa Boscolo: clima, capire per poter agire
La climatologa Roberta Boscolo
Roberta Boscolo (responsabile scientifico per Clima e energia dell’Organizzazione mondiale della meteorologia) dialogherà con Gabriella Chiellino (imprenditrice e rappresentante del Movimento Laudato si’) e Orazio Bertaglia durante la tappa di Chioggia del Festival Biblico, sabato alle 21. Programmi su festivalbiblico.it/chioggia-2023/.
È quasi impossibile sopravvalutare l’urgenza e la gravità dell’emergenza climatica. Semplicemente, questo è il momento decisivo per l’umanità. Le scelte di questa generazione, in un modo o nell’altro, determineranno il tipo di mondo che i nostri discendenti erediteranno. Ma che cosa dobbiamo fare? Per poter agire contro il cambiamento climatico è necessario prima di tutto comprendere le cause e le dinamiche che sono alla base di questi mutamenti che stiamo osservando e quali sono gli impatti attuali e futuri. Già oggi, con un incremento della temperatura globale di 1,15°C rispetto ai valori pre-industriali (temperatura media negli anni 18501900), si stanno verificando in ogni regione del mondo cambiamenti del sistema climatico che non hanno precedenti nei secoli o nei millenni, dall’innalzamento del livello del mare a eventi meteorologici più estremi fino alla rapida scomparsa dei ghiacci marini.
Ogni ulteriore aumento della temperatura globale causerà un aumento chiaramente distinguibile della frequenza e della intensità di eventi estremi di calore, piogge e siccità regionali. Se il riscaldamento dovesse raggiungere un valore compreso tra i 2°C e i 3°C, ad esempio, le calotte glaciali dell’Antartide occidentale e della Groenlandia potrebbero sciogliersi quasi completamente e in modo irreversibile nell’arco di molte migliaia di anni, causando un innalzamento del livello dei mari di svariati metri. La principale causa del cambiamento climatico è l’attività umana che emette grandi quantità di gas serra nell’atmosfera. L’uso dei combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas naturale, l’agricoltura intensiva, la deforestazione e altri processi industriali rilasciano grandi quantità di gas serra nell’atmosfera, che intrappolano il calore del sole e causano l’aumento della temperatura globale. In particolare, la principale causa del cambiamento climatico è l’emissione di anidride carbonica, il gas serra più comune, prodotto principalmente dall’uso dei combustibili fossili. Altre cause del cambiamento climatico includono le emissioni di metano, il degrado del suolo, la perdita di biodiversità, l’urbanizzazione e gli impatti dell’agricoltura intensiva.
In tutto il mondo, persone ed ecosistemi altamente vulnerabili stanno già lottando per adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Per alcuni, le misure di adattamento efficaci esistono, ma gli ostacoli economici, politici e sociali ne limitano l’attuazione, come la mancanza di supporto tecnico o l’inadeguatezza dei finanziamenti che non raggiungono le comunità dove sono più necessari. Ma in altre regioni, le persone e gli ecosistemi si stanno rapidamente avvicinando al limite per l’adattamento dove non esiste una strategia per evitare completamente i danni e le perdite. Le comunità costiere dei tropici, ad esempio, hanno visto morire interi sistemi di barriere coralline che un tempo sostenevano i loro mezzi di sostentamento e la loro sicurezza alimentare, mentre l’innalzamento del livello del mare ha costretto altri quartieri bassi a spostarsi su terreni più alti e ad abbandonare siti culturali. Oltre 1,5°C di aumento della temperatura globale (il limite più ambizioso dell’accordo di Parigi), ad esempio, le regioni che dipendono dalla neve e dallo scioglimento dei ghiacciai probabilmente sperimenteranno carenze idriche alle quali non potranno adattarsi.
A 2°C, il rischio di mancata produzione di mais in importanti regioni di coltivazione aumenterà drasticamente. E oltre i 3°C, un caldo estivo pericolosamente elevato minaccerà la salute delle comunità in alcune parti dell’Europa meridionale. Cambiare rotta per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede profonde riduzioni delle emissioni di gas serra nel breve termine. Si tratta di raggiungere il picco di emissioni di gas serra immediatamente o non più tardi del 2025, e ridurre le emissioni fino a raggiungere un -43% nel 2030 e -60% nel 2035 con rispetto i livelli del 2019. Bisogna precisare che fino ad ora i progressi globali nella mitigazione del cambiamento climatico rimangono desolatamente fuori traiettoria. Le emissioni di gas serra sono aumentate costantemente negli ultimi dieci anni, raggiungendo 59 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente nel 2019 - circa il 12% in più rispetto al 2010 e il 54% in più rispetto al 1990.
Per combattere la crisi climatica sono necessari tagli profondi alle emissioni in tutta la società. La produzione di energia elettrica, gli edifici, l’industria e i trasporti sono responsabili di quasi l’80% delle emissioni globali, mentre l’agricoltura, la silvicoltura e altri usi del suolo sono responsabili del resto. Ci sono molti progressi tecnologici e strategie di mitigazione che possono essere adottati per ridurre le emissioni di gas serra e limitare il cambiamento climatico. Per esempio, nel sistema trasporto, per ridurre drasticamente le emissioni si possono pianificare le città in modo che sia ridotta al minimo la necessità di spostarsi, nonché la introduzione di trasporti condivisi, pubblici e non motorizzati, un aumento dell’offerta di veicoli passeggeri, veicoli commerciali e autobus elettrici, insieme all’installazione su larga scala di infrastrutture di ricarica rapida. La progettazione delle infrastrutture, come la riassegnazione dello spazio stradale per marciapiedi o piste ciclabili, può aiutare le persone a passare a stili di vita a basse emissioni.
È importante notare che ci sono anche molti cobenefici che accompagnano queste trasformazioni, per esempio, il miglioramento dell’aria locale e una riduzione di incidenti e i decessi legati al traffico. La sfida è trovare un equilibrio tra la sicurezza energetica, l’accessibilità economica e la sostenibilità ambientale. Questo richiede una visione a lungo termine e una collaborazione tra i paesi e le parti interessate. È anche importante coinvolgere la società civile e creare consapevolezza e responsabilità individuale riguardo ai nostri comportamenti e alle nostre scelte quotidiane. La Genesi ci insegna che l’ordine è importante e che ogni azione ha una conseguenza. Siamo chiamati a prendere sul serio il nostro ruolo di custodi della terra e a considerare le conseguenze a lungo termine delle nostre scelte. In questo modo, possiamo lavorare insieme per creare un futuro sostenibile per tutti.