Questo sciopero non s’ha da fare, nè ora e forse anche mai. Il calcio fa marcia indietro e dopo i bollenti spiriti dell’ultimo mese, una bella giornata di trattativa no-stop che finisce, come sempre all’italiana. Sul tavolo dove ieri si sono seduti, per quasi 8 ore, Federcalcio, Lega di Serie A e Assocalciatori, mancano solo i tarallucci e vino e poi la tregua che sa un po’ di farsa pallonara è completa. Sì perché al di là dell’auspicato «buon senso» a cui si richiamava la maggioranza del sistema calcio, che dopo gli stracci tirati si arrivasse a una pax in stile “volemose bene” era più che prevedibile. Il giocattolo Serie A, prima che dalle tre corporazioni, ormai dipende esclusivamente dal monopolio delle pay-tv, quindi non ci sembra assolutamente fantacalcio pensare che il pressing esercitato da Sky e Mediaset abbia portato alla revoca della “sospensione” della 16ª giornata. Provate ad andare a chiedere ai dirigenti di Sky Calcio e Mediaset Premium, cosa ne pensavano di un weekend di dirette da tutti i campi della Serie A da sostituire in palinsesto con un grigio recupero di mercoledì di gennaio. Come spiegarlo agli inserzionisti che hanno già sottoscritto lauti contratti di sponsorizzazione per entrare in gioco nelle gare del sabato e della domenica? Di questo nessuno parla e allora limitiamoci alla fredda cronaca. Non c’è ancora accordo tra Lega di Serie A e l’Aic sul rinnovo del contratto collettivo dei giocatori, ma l’intesa è a un passo e comunque l’obiettivo, anzi il pericolo da scongiurare, è raggiunto: sabato 11 e domenica12 dicembre tutti in campo regolarmente. La mediazione del presidente della Figc Giancarlo Abete dovrebbe aver fatto sciogliere a Lega e Aic, i due nodi della discordia rappresentati dai punti del nuovo contratto che riguardano rispettivamente la possibilità di “separare i componenti della rosa a seconda della loro posizione contrattuale” e “l’eventualità di vendere i calciatori senza il consenso degli stessi”. «Abbiamo fatto un passo avanti - ha confermato il presidente dell’Assocalciatori Sergio Campana -, abbiamo confermato la nostra disponibilità sui sei punti. Domani (oggi
ndr) dobbiamo sentire i calciatori, prima di ufficializzare la revoca dello sciopero... C’è ancora qualcosa da limare sul settimo punto da parte della Lega, ma potrà essere discusso nel corso della stagione. La nostra linea è quella nota, la condizione che poniamo per raggiungere un accordo completo è che non venga toccato il testo attuale della norma, con il diritto per i giocatori di allenarsi con la prima squadra. Il presidente della Figc Giancarlo Abete ha suggerito una soluzione, ovvero di lasciare per ora il testo immutato con la possibilità di approfondire la norma nel corso della stagione. Mentre sull’ottavo punto non se ne discuterà più perché è contrario alla legge 91 e per questo è stato accantonato». Il punto 8: per la Lega di A è quello per cui un calciatore non dovrebbe rifiutare il passaggio ad un club dello stesso livello che gli garantisca le stesse condizioni contrattuali, nel caso il club di appartenenza trovasse l’accordo con la nuova società per la vendita. In caso di rifiuto del giocatore, il suo contratto s’intenderebbe rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte dello stesso calciatore pari al 50% dello stipendio. Fino a ieri questo era un punto sul quale il milanista Massimo Oddo e i sindacalisti di campo non volevano assolutamente retrocedere. La Lega ha avuto argomentazioni convincenti come conferma il suo presidente Maurizio Beretta. «La firma del nuovo contratto non posso escludere che avvenga già domani. Finalmente siamo entrati nel merito della questione, sui sei punti c’è l’accordo e questi saranno scritti in maniera condivisa. Sul settimo, quello relativo ai “fuori rosa”, stiamo andando verso una soluzione che non dia nessuno spazio ad atteggiamenti discriminatori e che preveda delle sanzioni in caso di violazioni. Al momento sarà lasciata la formulazione attuale, con un mandato stringente ad Abete di definire con chiarezza le tipologie in cui si configurano discriminazioni e quindi sanzioni». Insomma, palla al centro, questo sciopero non s’ha da fare.