Musica. Cinquant'anni senza Tenco, omaggio a Sanremo
Cinquant’anni senza Luigi Tenco, quarant’anni col Premio Tenco. Sanremo si prepara a celebrare la doppia ricorrenza al Teatro Ariston dal 20 al 22 ottobre prossimi. Ci saranno Morgan, Marina Rei, Noemi, Roy Paci e Ascanio Celestini tra gli artisti che chiuderanno la kermesse con una serata speciale dedicata ai 50 anni dalla scomparsa del cantautore, avvenuta il 27 gennaio 1967. «Quello che a noi interessa da sempre – ha raccontato Enrico De Angelis, direttore artistico della rassegna ieri a Milano – sono la vita e le opere di Tenco. Della morte ci sono già altri che ne parlano da anni e anche male». Il titolo del concerto finale sarà 50 anni senza Luigi Tenco. Come mi vedono gli altri... quelli nati dopo, e gli artisti in scena saranno tutti nati dopo il 1967. In scena ci saranno anche il rapper Kento, Bocephus King, Diego Mancino e altri, accompagnati dall'Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Mauro Ottolini, che rivisiteranno 22 brani di Tenco, dai capolavori come Vedrai vedrai, Ragazzo mio, Ho capito che ti amo, al filone di protesta di E se ci diranno, alle ballate satiriche, ai brani meno conosciuti come Un giorno ti sposerò, sio alle chicche come Ciao amore ciao col testo originale antimilitarista (primo titolo del brano era Li vidi tornare) e Padroni della terra, traduzione di Tenco de Il disertore di Boris Vian.
Tanti sono anche i nomi degli artisti convocati per le due serate precedenti sempre all’Ariston, fra cui i vincitori delle Targhe Tenco, come Niccolò Fabi, premiato per il miglior disco in assoluto dell’anno. «Ma siccome siamo vicini a Ventimiglia, non potevamo rimanere insensibili ai temi dei migranti – conclude De Angelis – Per questo fra gli ospiti avremo James Senese che con la cantante palestinese Amal Murkus canterà un brano sulla convivenza pacifica, La Nuova Compagnia di Canto Popolare che ha un brano sui migranti nel nuovo disco e la star tuareg Bombino, costretto a fuggire dal Sahara, conteso fra Mali e Nigeria, in esilio prima in Algeria poi in Burkina Faso».