Sanremo. Checco Zalone all'Ariston le canta alla pandemia
Amadeus e Checco Zalone nei panni del virologo Oronzo Carrisi sul palco dell'Ariston
Lacrime e risate al festival nella seconda serata del Festival che ha visto Elisa prima sul podio della classifica generale della Sala Stampa.
Standing ovation all’Ariston per Monica Vitti: la seconda serata del festival ieri si è aperta con l’omaggio all’attrice scomparsa, «una grande donna, una delle più grandi attrici della storia del cinema», dice Amadeus. Le lacrime però arrivano col toccante intervento della condutrice del Festival, l’attrice Lorena Cesarini nata a Dakar da mamma senegalese e papà italiano, laureata, che lancia il suo appello contro il razzismo dopo essere stata attaccata sui social per la sua presenza all’Ariston. «A 34 anni scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, io resto nera. Per alcuni il colore della pelle è un problema» dice l’attrice commuovendosi profondamente leggendo un estratto da "Il razzismo spiegato a mia figlia" dello scrittore Tahar Ben Jelloun. «La cosa più importante – dice – è chiedersi perché, per andare verso la libertà da frasi fatte, giudizi precostituiti, insulti, giudizi sul tram».
La comicità arriva poi con l’irriverente Checco Zalone che ne ha per tutti, virologi compresi, con le sue canzoni e battute consapevolmente grevi. «Ti sei commosso?» chiede Ama guardandolo negli occhi appena sale sul palco dell’Ariston. «No, visto che piangono tutti qui. Io faccio lo stupido però sono un ragazzo di provincia, qui mi sento un Maneskin». Poi recita una favola surreale su una Cenerentola trans. «I pregiudizi non possono essere scrostati via. A un’altra generazione insegniamo l’amore universale. Racconto una storia Lgbqt» dice. Nelle intenzioni una denuncia dell’ipocrisia contro l’omofobia, che però scivola nel trash e non fa ridere. Poi ironizza, nei panni del rapper Ragadi, sulle canzoni dei rapper che inneggiano alla ricchezza, con la sua nuova canzone Poco ricco. Più simpatico il siparietto in cui impersona il virologo Oronzo Carrisi, strampalato medico cugino di Al Bano contento della pandemia, prendendo in giro i virologi presenzialisti. «Prima il virologo era sotto il podologo e poco sopra l’estetista e a Natale anche sotto l’estetista. Poi, il primo tampone positivo mi ha salvato l’esistenza». Quanto al rapporto con gli altri virologi, «il Patto di Ippocrate è che un virologo deve stare in disaccordo con l’altro. Una cosa su cui siamo d’accordo, che non si è capito ’nu c..» e intona il brano Pandemia ora che vai via.
La performance di Luca Medici però, nonostante le risate in sala, appare butatta un po’ lì, come se l’attore fosse stato chiamato in qualche modo a "salvare" il Festival controvoglia, mentre ormai da tempo la sua strada più convincente è il cinema. Specie il suo primo film da regista Tolo Tolo dove è riuscito ad affrontare con provocatoria intelligenza i pregiudizi sulle migrazioni.
Un momento delicato è invece il duetto fra Laura Pausini e Mika che, insieme a Alessandro Cattelan, condurranno L’Eurovision Song Contest 2022 a Torino dal 10 al 14 maggio e lanciano il conto alla rovescia a 100 giorni dall’evento. Applausi anche alle due bravissime Arisa e Malika Ayane che lanciano la gara per la scelta dell'inno ufficiale dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026.
Gli ospiti di stasera, invece, terza serata del festival saranno Roberto Saviano, con un’orazione civile dedicata a Falcone e Borsellino nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, e Cesare Cremonini, con una performance che celebrerà vent’anni di carriera. La serata si preannuncia per nottambuli: sul palco tutti i 25 i Big proporranno le canzoni in gara.
La classifica generale della Sala Stampa
La seconda serata del Festival ieri sera ha visto in gara gli ultimi 13 Big. Apre il "tenero" Sangiovanni con il sicuro tormentone Farfalle che potrebbe puntare al podio grazie al televoto. Come pure le primedonne, la delicatissima Elisa che commuove con la sua "stupida voglia di vivere" in E forse se tu e l’energica Emma con il suo inno alle donne Ogni volta è così, rispettivamente prima e seconda nella classifica parziale della serata. Anche se la classe della signora della musica italiana Iva Zanicchi non si discute e si merita una standing ovation. Non altrettanto Donatella Rettore che, nel duetto con Ditonellapiaga, critica in modo poco signorile la morale insegnatale dalle suore. Bella l’energia de Le Vibrazioni che ricordano il batterista dei Pooh Stefano d’Orazio, il resto scivola via tranne l’originale performance di Highsnob e Hu.
Ed ecco la prima classifica generale delle votazioni della Sala Sampa
1) Elisa O forse sei tu
2) Mahmood & Blanco Brividi
3) La Rappresentate di Lista Ciao Ciao
4) Dargen D'Amico Dove si balla
5) Gianni Morandi Apri tutte le porte
6) Emma Ogni volta è cosi
7) Ditonellapiaga e Rettore Chimica
8) Massimo Ranieri Lettera di là dal mare
9) Irama Ovunque sarai
10) Fabrizio Moro Sei tu
11) Giovanni Truppi Tuo padre, mia madre e Lucia
12) Noemi Ti amo non lo so dire
13) Sangiovanni Farfalle
14) Michele Bravi Inverno dei fiori
15) Rkomi Insuperabile
16) Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir Domenica
17) Matteo Romano Virale
18) Highsnob e Hu Abbi cura di te
19) Giusy Ferreri Miele
20) Iva Zanicchi Voglio amarti
21) Aka 7even Perfetta cosi
22) Le Vibrazioni Tantissimo
23) Yuman Ora e qui
24) Tananai Sesso occasionale
25) Ana Mena Duecentomila ore