Gare a Versailles. Che cosa sono boccia e goalball, gli sport nativi paralimpici
Un incontro di boccia a Porte de Versailles
La nuova Agenda del Cio ha cancellato il parco olimpico. Così nelle città ospitanti non si costruiscono più impianti ravvicinati, che consentano il passaggio da uno sport all’altro in pochi istanti. Proliferano invece gli impianti temporanei, ma quando questi sono limitrofi il concetto di parco riprende forma, seppur in maniera meno evidente. A Parigi il recinto dove si respira davvero l’atmosfera di festa è attorno al centro espositivo di Porte de Versailles, popolato di gente, da mattina a sera, sia nel primo tempo della rassegna – durante le Olimpiadi qui trovarono casa la pallavolo, il tennistavolo e il sollevamento pesi e il pubblico era in gran parte straniero – sia nel secondo atto, dove gli organizzatori hanno avuto la brillante idea di piazzare due sport esclusivamente paralimpici, la boccia e il goalball. Due mondi quasi sconosciuti ai parigini che, rientrati al domicilio, nel sabato mattina che segna la fine delle ferie raggiungono l’Arena Sud per farsi una foto ricordo con i tre agitos, il simbolo paralimpico posizionato dove un mese fa brillavano i cinque cerchi, che la gente locale ha snobbato. È il logo l’unica differenza dell’ambiente esterno tra i due eventi, poiché i gazebo con souvenir, cibo e bevande sono gli stessi, compresi i gadget ricordo e i prodotti alimentari in vendita. Dentro i padiglioni la musica cambia.
Il parquet che ha celebrato le imprese delle ragazze di Julio Velasco ha ceduto il posto a otto rettangoli, lunghi dodici metri e mezzo e larghi sei, dove in contemporanea si giocano altrettanti incontri di boccia, sport riservato agli atleti in carrozzina o cerebrolesi, dalle regole semplici. Occorre lanciare o far rotolare le palline colorate il più vicino possibile alla sfera bianca, chiamata Jack. Ogni giocatore ha sei palline in cuoio, di durezza variabile per adattarsi alla presa o al tipo di tiro, di posizionamento o di respinta. Una disciplina di strategia dove occorre essere sempre un lancio avanti, pensando già al colpo successivo. Uno sport che mette insieme le caratteristiche delle bocce (le palle e il pallino), del curling (il posizionamento) e degli scacchi (la preparazione dei tiri). I primi match della giornata sono dedicati alla categoria BC1, dove la star è il trentacinquenne britannico David Smith, oro a squadre a Pechino e individuale a Rio e Tokyo. Il suddito di Sua Maestà, a cui è stata diagnosticata la paralisi cerebrale all’età di un anno, supera agevolmente l’olandese Perez 4-1, sfoderando gesti da fenomeno, come il far passare la palla su quella dell’avversario. Le emozioni più forti si provano però quando scendono in pedana gli atleti della categoria BC3, che usano una rampa inclinabile e rotante per mandare la palla in campo, servendosi di un assistente (muto durante il gioco e di spalle rispetto al rettangolo), che manipola la rampa di lancio. Gli atleti toccano la palla con un bastoncino, che reggono o con la mano o con la bocca, oppure lo attaccano al caschetto. È in questi momenti che il pubblico percepisce l’unicità della rassegna paralimpica, accompagnando la preparazione in silenzio, per poi applaudire a gesto eseguito.
Il campo di goalball a Porte de Versailles - Avvenire
Cambiando padiglione e spostandosi 200 metri più a Nord si entra nella casa del goalball, disciplina di squadra per non vedenti, un misto tra bowling e pallamano. I giocatori, tre per team, indossano maschere opache per neutralizzare le disuguaglianze visive e lanciano la palla (che emette un suono mentre rotola e rimbalza) nella porta avversaria, difesa da tre rivali, che sfruttano dei marcatori tattili a terra per posizionarsi. Partite rapide, due tempi da 12 minuti effettivi, che si succedono una dopo l’altra su un rettangolo lungo 18 metri e largo nove, la stessa dimensione della porta. La difficoltà sta nel fatto che la palla deve rimbalzare in ogni terzo del campo prima di raggiungere l’obiettivo. A far impazzire i tifosi sono i tiri in rotazione o quelli schiacciati per limitare il suono delle campanelle. Ma l’esplosione di gioia deve essere trattenuta, perché durante il gioco occorre fare silenzio. Si può applaudire solo quando l’arbitro blocca il tempo. Per il resto a scandire l’azione sono solo i sonagli della palla, bussola per orientarsi per le giocatrici di Brasile e Cina, con le asiatiche che si impongono per 3-1. Tra un match e l’altro si cambiano padiglione e sport – la terza arena è dedicata al tennis tavolo – così da arricchire la conoscenza paralimpica.
La terza disciplina esclusiva dei tre agitos è il calcio per ciechi che debutterà oggi nel posto più iconico di Parigi 2024: sotto la Torre Eiffel. I due palcoscenici più suggestivi per i tre sport speciali. Sono queste scelte che aiutano a diffondere il messaggio paralimpico.