L'anniversario. Chaplin, il suo Monello ora ha 100 anni
Charlie Chaplin e il piccolo Jackie Coogan nel capolavoro Il Monello del 1921
«Per quelli della mia generazione Charlot si è collocato e tuttora si colloca in quella lunghissima stagione che è l’infanzia. Questo piccolo amico arrivava con i suoi film sotto le feste di Natale, era come un dono: era come la bicicletta, il primo libro di Pinocchio, l’albero di Natale». Così raccontava il grande regista Federico Fellini. E il film natalizio per eccellenza di Charlie Chaplin è Il Monello - The Kid, il primo lungometraggio del regista londinese di cui ricorrono i 100 anni. Un capolavoro del cinema muto che mantiene anche oggi inalterato il suo valore artistico. Un film che era un appuntamento immancabile nella programmazione natalizia Rai, fino a pochi anni fa, per la sua carica di buoni sentimenti.
Un film all’epoca rivoluzionario, una storia di affetto raccontata dalla prospettiva degli ultimi, fra risate e tanta commozione. Quella del vetraio vagabondo Charlot che trova per strada un bambino, abbandonato da una donna povera che poi si pentirà del gesto, crescendolo fino ai cinque anni con tanto amore nonostante i suoi pochi mezzi. Il monello debuttò in sala il 21 gennaio 1921: migliaia di persone si accalcarono davanti alla Carnegie Hall di New York e l’intero isolato venne chiuso al traffico. Nei giorni successivi il film venne presentato nei cinema di tutta la nazione, dove resterà in cartellone per mesi per poi conquistare il mondo. In Italia arrivò solo nel 1923. Eppure la sua gestazione fu difficile: solo due settimane prima dell’inizio delle riprese, Chaplin aveva perso il suo primo figlio e il matrimonio con Mildred Harris era aspramente naufragato facendo rischiare il sequestro della pellicola a causa dei risvolti del divorzio. Lo scorso gennaio la Cineteca di Bologna aveva messo online sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato fuori sala il restauro del film, realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Per ricordarne il valore e ren-dere omaggio alla grande vena creativa di Chaplin, l’Associazione Culturale Orchestra Italiana del Cinema, organizza tre appuntamenti al rinnovato Teatro Parioli di Roma che prevedono la proiezione del film con l’esecuzione dal vivo della colonna sonora originale arrangiata ed eseguita al pianoforte da Maude Nelissen. Oggi alle 21 e domani in doppia esecuzione alle 16 e alle 21, la pianista olandese che ha lavorato a stretto contatto con l’ultimo arrangiatore delle musiche di Chaplin, Eric James, suonerà la colonna sonora composta da Chaplin in età già avanzata nel 1971, a 50 anni esatti dall’uscita del film: l’autore aveva infatti deciso di tagliare alcune scene che riteneva superate dal tempo e di dare un respiro musicale più ampio all’opera.
Tra le tante trasformazioni che segnarono la carriera di Charlie Chaplin, il punto di svolta fondamentale fu la realizzazione del Monello. Nel 1914 Chaplin aveva già cominciato a dirigere se stesso. In pochi anni la durata dei suoi film passò da trenta minuti scarsi a un’ora abbondante. Il monello era il suo film più lungo con una struttura drammatica innovativa, con un approccio decisamente emotivo, fra sentimento, risate e denuncia sociale. «Un film con un sorriso e, forse, una lacrima», recita lo slogan promozionale del film. Un po’ come l’infanzia dello stesso Chaplin e del fratello Sydney, segnata dall’assenza del padre, dalla malattia mentale della madre e dai periodi trascorsi fra collegi e orfanotrofi. Elementi che si riflettono nel Monello, che racconta una famiglia reinventata e un bambino che sperimenta la paura dell’abbandono e il bisogno di sicurezza.
All’indomani della Prima Guerra Mondiale, segnata dal dramma di milioni di orfani, il piccolo Jackie Coogan divenne il figlio di tutti: il suo personaggio di bambino povero, abbandonato, desideroso di affetto, ma al tempo stesso vitale, simpatico e intraprendente commosse milioni di spettatori e ispirò nuova speranza nel futuro. Chaplin fu il primo regista a intuire e saper valorizzare gli attori bambini come protagonisti davanti alla macchina da presa. Aveva scoperto Jackie Coogan quando a 6 anni si esibiva con i suoi genitori nel vaudeville e costruì il film su di lui. La sua interpretazione efficacemente realistica ne Il monello lo rese il baby attore più famoso di tutti i tempi e divenne un modello per i bambini attori di Hollywood. Coogan ripeté subito i suoi successi al cinema – My Boy (1921), Oliviero Twist (1922) e The Rag Man (1925) – e proseguì la sua carriera anche in tv dove a metà anni 60 ricoprì il ruolo dello Zio Fester nella serie La famiglia Addams.