Dopo il Festival. Certi giovani sono l'oro verde di Sanremo
Lo storico direttore d'orchestra del Festival di Sanremo, Peppe Vessicchio
L’ultima volta che abbiamo parlato con il maestro Peppe Vessicchio era l’estate scorsa per l’evento, unico, alla Scala di Milano: la sua composizione da camera, la Tarantina, «un “ostinato” di viola, molto impegnativo», ci ricorda. I suoi orizzonti musicali si sa, sono molteplici, ma è appena tornato dalla terra che lo ha reso personaggio nazionalpopolare, Sanremo. Lì al Teatro Ariston, bacchetta alla mano, è stato protagonista per tre decenni, accompagnando al trionfo la Piccola Orchestra Avion Travel (con Sentimento, 2000), Alexia ( Per dire di no, 2003), Valerio Scanu ( Per tutte le volte, 2010) e Roberto Vecchioni ( Chiamami ancora amore, 2012) . E su quel podio, più che famigliare, c’è tornato su inito del più giovane collega, Enrico Melozzi, la serata delle cover per dirigere a quattro mani il brano Destinazione Paradiso di Gianluca Grignani in coppia con Arisa. Ma prima del ritorno a sorpresa, «una splendida follia che non era neanche in scaletta», sottolinea, è stato il vero special guest del Muschio Selvaggio, il podcast quotidiano (promosso su Rai2) di Fedez.
Il Festival è stato appena archiviato, ma c’è chi si interroga, a cominciare dal Palazzo della politica sul fenomeno Federico Lucia, in arte Fedez. Maestro Vessicchio, vedendolo da vicino che idea si è fatta?
Il fenomeno è più ampio delle tante cose scritte e dette in questi giorni. Da vicino, ti accorgi che Fedez, come la maggior parte dei rapper che ho conosciuto a Sanremo, vive in maniera pienamente integrata la vita reale con quella globale della Rete. E lì, nella Rete, Fedez ha trovato un ruolo importante, da “extraparlamentare”, capace di dire cose scomode e di creare imbarazzo, ma poi anche di chiedere «scusa » come ha fatto con Marco Mengoni… Il giorno che era ospite al Muschio Selvaggio rivolgendosi a tutta la redazione, me compreso, dice: «Raga - sorride il Maestro - , quando arriva Marco mi devo scusare di brutto… ». Si riferiva a un episodio del passato in cui con gli altri rapper si erano coalizzati contro Mengoni facendo un po’ di bullismo...
Un Fedez “pentito” dunque. Ma non trova che a questo Festival alla fine si è parlato più dei “baci fluidi” che delle canzoni?
Si è parlato troppo di aspetti assai al margine della musica. E allora parliamone ora e dico che pur con linguaggi e forme diverse posso assicurare che i giovani della nuova ondata rapper hanno la stessa sostanza di artisti e cantautori, diciamo di tradizione, che sono più vicini alla mia sensibilità. E questo conferma il buon lavoro svolto ancora una volta da Amadeus, che ha preso alla lettera il consiglio che gli diede tempo fa Pippo Baudo. «Non tralasciare mai nulla e sii padrone totale del Festival». Il ruolo di quello che Claudio Baglioni definiva il «dittatore artistico », Amadeus lo ha assunto con coraggio e il risultato finale l’ha premiato ancora.
Insomma, quello di Amadeus IV è il Festival “perfetto”?
Quasi, per essere perfetto si deve tornare a degli orari più umani e non solo per la messa in onda televisiva, ma anche per i carichi di lavoro degli orchestrali. La serata del giovedì è terminata alle 2 di notte. Ebbene, quei musicisti con che energie si possono ripresentare alle 11 del giorno dopo per provare fino alle 19 e poi rispondere puntuali alla convocazione della serata delle cover alle 20.15, andare in scena e tirare fino anche alle 3? Ho chiesto ad Amadeus: ma lo sai quanto guadagna un violinista laureato? Lui sincero mi ha risposto, «non lo so». Gli ho ribattuto, informati e poi mi dirai… A voi invece lo dico: per 5 settimane lavorative un orchestrale di Sanremo percepisce 2mila euro netti. È indecente, una paga da fame. A un marchio internazionale come Sanremo che aveva un’orchestra sinfonica di 110 professori e ora ne ha intorno ai 30, si può dare di più. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, non si limiti ai complimenti e Amadeus da uomo sensibile dia una mano anche a questi giovani innamorati della musica.
Questo sarà l’anno di Marco Mengoni che a noi è sembrato davvero Due vite avanti agli altri artisti in gara.
Se chiediamo al cliente più abituale dell’ autotune: chi è il miglior cantante in circolazione? quello risponderà, Marco Mengoni. In questi giorni sanremesi ho scoperto un altro grande talento che mi ha impressionato, specie dal punto di vista umano, parlo di Lazza. Mi ha regalato il suo disco scrivendomi la dedica: « Dal suo allievo, Lazza». Tempo fa mi parlò di lui Luisa Prandina, prima arpa della Scala di Milano: beh, lei conosceva e apprezzava la musica di Lazza, e questo ora mi fa comprendere le ragioni di un consenso così trasversale che è anche frutto della bella persona che c’è dietro all’artista. Lo stesso vale per Mr. Rain. Nel mondo dei rapper a Sanremo ho trovato degli aspetti quasi commoventi da sottolineare: il senso di comunità che c’è tra di loro e il profondo rispetto che nutrono per i “vecchi” come me. A tutti chiedevo di darmi del tu, ma non c’è stato verso, continuo a ricevere messaggi di amicizia con su scritto «grazie a lei Maestro Vessicchio!».
Fabio Fazio ha parlato di un Festival in cui la libertà è stata “provocata” fino in fondo. Questo vale anche per il messaggio del premier ucraino Zelensky?
Confesso che alla fine ho apprezzato di più quei baci di troppo degli artisti perché vi ho letto comunque dei segnali di pace. Mentre la lettera di Zelensky mi ha deluso, era un proclama di vittoria. E allo stesso modo si è espressa dopo l’esibizione anche la band ucraina degli Antytila, nelle loro parole non c’era traccia di pacifismo. Io invece per la pace e per la salvezza delle future generazioni come quelle dei mie nipoti, darei in cambio la mia vita. La pace non può esistere con gli armamenti, quello è il segno di una volontà guerrafondaia che non possiamo e non dobbiamo accettare.
I suoi tanti fans, compresi i più giovani, non possono accettare invece un Sanremo 2024 senza il Maestro Vessicchio di nuovo protagonista dal podio...
Io non disdegno l’invito. Se qualcuno degli artisti mi vorrà io per Sanremo ci sono sempre. Ma sia chiaro, non voglio solo dirigere, devo continuare, come sempre, a scrivere personalmente l’orchestrazione del brano. Loro mi diano la sceneggiatura della canzone e io ci metterò la regia.