Confronti . Gli «occhi a mandorla» della Cattolica
La Cattolica guarda sempre più a Oriente, in particolare alla Cina. Non da ieri, come testimonia il dottorato conseguito in Cattolica con il professor Agostino Giovagnoli da Ren Yanli, noto studioso cinese del cristianesimo, nel lontano 1986. E non in ossequio a una moda, ma in virtù di un disegno strategico. Ne è prova il fitto elenco di qualificate iniziative culturali, editoriali e didattiche messe in campo, per la cui ideazione e realizzazione si sta rivelando decisiva la collaborazione tra l’ateneo di Largo Gemelli e l’Istituto Confucio, l’ente ufficiale per la diffusione della lingua e cultura cinese.
Ma andiamo con ordine. Poche settimane fa si è svolto il secondo convegno internazionale sulla storia della Via della seta, che ha dedicato particolare attenzione al ruolo delle varie tradizioni religiose. «Un’iniziativa di taglio storico, rivolta al passato, ma che ha visto, nel finale, un affondo sull’attualità, nell’ottica del rilancio della 'Nuova via della seta', di cui si parla molto oggi. Un progetto che non deve guardare soltanto agli aspetti economici e finanziari, ma anche (su indicazione del governo cinese) alle priorità di ordine culturale ». A parlare così è la professoressa Elisa Giunipero, docente di Storia della Cina contemporanea e direttrice, insieme al collega cinese Yu Youxue, dell’Istituto Confucio della Cattolica (vedi box). Nel 2017 si proseguirà in tale direzione, con un nuovo evento in primavera. 'La Via della seta' è anche il nome di una nuova collana editoriale, nata in partnership tra l’Istituto Confucio e Guerini e Associati. Il primo titolo edito è stato La Via della seta nella storia dell’umanità, il secondo la traduzione, per la prima volta in italiano, di Il castello della memoria di Matteo Ricci. «Proprio in questi giorni – spiega Elisa Giunipero – prende avvio il progetto relativo al terzo, ossia la traduzione (anche in questo caso per la prima volta in italiano) dei testi sul cristianesimo di Paolo Xu Guangqi, stretto collaboratore di Matteo Ricci e figura di spicco nella storia della Chiesa cinese».
Alla luce delle difficoltà che i cristiani vivono tutt’oggi in Cina, potrebbe stupire il fatto che l’Istituto Confucio promuova opere di questo tipo. Dichiara la professoressa: «Non abbiamo mai sperimentato, sin qui, incomprensioni di alcun genere. Nell’arco di sette anni, la collaborazione col Confucio si è caratterizzata per correttezza e stima reciproca ». Un’altra iniziativa interessante, anch’essa pro- mossa dall’Istituto Confucio, è in corso a Milano, in un luogo suggestivo come il Memoriale della Shoah. Si tratta di una mostra sugli ebrei riparati a Shanghai negli anni Trenta e Quaranta: al centro vi è la figura di un 'giusto', il console cinese a Vienna, che ha salvato migliaia di ebrei. L’attenzione alla Cina va ben oltre il legame con l’Istituto Confucio.
Ai primi di novembre, ad esempio, una delegazione di professori europei coordinati dalla Cattolica e guidata dal professor Nicolangelo D’Acunto, aveva partecipato a Pechino a un convegno internazionale 'Dante, China and the World' promosso dalla Normal University di Pechino, dal Centro Studi Matteo Ricci di Macerata e dall’ateneo di Largo Gemelli: per la Cina si trattava della prima occasione di riflessione sistematica sull’opera dell’Alighieri. Tra le iniziative 'cinesi' della Cattolica, è particolarmente significativa, da parte della Facoltà di Scienze politiche e sociali, l’istituzione del Premio Matteo Ricci, intitolato al grande gesuita marchigiano, che papa Francesco ha ripetutamente additato come icona della missione 'ad gentes': attribuito per la prima volta nel 1999 a padre Giuseppe Pittau, gesuita e rettore dell’Università Sophia di Tokyo, è stato assegnato il 21 novembre scorso dal preside Guido Merzoni a un altro gesuita di spicco, il tedesco Franz-Magnis-Suseno, missionario in Indonesia dal 1961 e grande protagonista del dialogo interreligioso.
Commenta l’assistente ecclesiastico monsignor Claudio Giuliodori: «Nel quadro di una progressiva apertura internazionale della Cattolica, certamente l’Asia rappresenta uno degli orizzonti più interessanti. In questo quadro, tenendo conto anche della tradizione italiana legata all’opera di padre Matteo Ricci, la Cina ha un rilievo speciale. Le diverse iniziative avviate dalla nostra Università sottolineano proprio l’importanza di promuovere il dialogo con Pechino. Tali iniziative sono anche occasione di testimonianza della reciproca tradizione millenaria. Dal punto di vista della presenza dei cattolici, la Cina vive oggi un momento di riflessione, di speranza e di progresso, ci auguriamo, anche nei rapporti con la Santa Sede».
E proprio l’ex 'Regno di mezzo' sarà la destinazione del tradizionale viaggio-studio estivo per i docenti, un gruppo dei quali, dal 22 al 31 agosto 2017, si recherà in Cina toccando alcuni dei luoghi più emblematici della storia di Matteo Ricci e visitando alcune delle istituzioni accademiche più significative del Paese.