Quindici comuni in gara. Ecco le 15 piccole città «più colte» d'Italia
Nell’Italia delle cento città o, se vogliamo, delle cento capitali piace l’idea di sfidarsi fra campanili. Una sana competizione per valorizzare la provincia, custode della nostra identità e di tesori spesso sconosciuti. Era accaduto nel 2013 che ventuno città scendessero in lizza per conquistare il titolo di Capitale europea della cultura nel 2019 (titolo che poi si è aggiudicato Matera). Succede di nuovo oggi con almeno quindici centri medio-piccoli che rispondono all’appello del ministero per i Beni culturali e si mettono in gioco per diventare Capitale italiana della cultura nel 2016 e nel 2017.
Le candidature andavano presentate entro marzo al dicastero guidato da Dario Franceschini che a inizio febbraio aveva rilasciato l’idea dell’ex premier Enrico Letta di proporre una gara «virtuosa» fra le città della Penisola «sulla scia del successo della Capitale europea della cultura», sottolinea il ministro. Nonostante il poco tempo a disposizione (come qualche amministrazione locale ha lamentato), le città dell’Italia “minore” o, meglio, che resta ai margini dei grandi flussi turistici si sono mobilitate per il «concorso di bellezza» che farà arrivare alle due vincitrici (una per il 2016 e una per il 2017) un milione di euro a testa.
Il ministero non ha ancora ufficializzato i nomi dei paesi che partecipano all’iniziativa. Però è già possibile stilare una lista. Fra i primi Comuni a mettersi in moto c’è Aquileia, la città dei patriarchi in Friuli Venezia Giulia che punta sul suo sito archeologico ma guarda soprattutto al futuro. In campo scende anche Como che si allea con Cernobbio e Brunate e sceglie come slogan «Estro armonico: le stagioni del lago». A rappresentare il Piemonte è Novara che scommette sui castelli sforzeschi e viscontei del territorio piemontese, lombardo e svizzero. La Toscana è in gara con Pistoia che mette al centro l’idea della cultura come strumento di coesione e integrazione sociale.
Ben tre le cittadine dell’Umbria candidate: Spoleto che, forte di una singolare partecipazione dal basso (sono arrivati in municipio oltre 100 progetti), propone il motto «Spoleto porta delle culture, città modello di pace e civiltà»; Foligno che nel dossier si definisce «atlante» e vuole valorizzare la sua impronta gotica; e Orvieto che si unisce a Todi e ha come filo conduttore del suo programma «Tra antichi campanili e nuovi ponti culturali». Anche il Lazio è in corsa con tre città: la città dei Papi, Viterbo, lancia lo slogan «Terra del dialogo, cammino della bellezza»; Frascati vanta l’appoggio dei Comuni limitrofi (Monteporzio, Colonna, Montecompatri, Grottaferrata, Rocca di Papa e Rocca Priora); e Terracina ha avuto il via libera del Consiglio comunale.
La Calabria ha come ambasciatrice Tropea che gioca le carte dello sviluppo e della crescita, mentre la Puglia schiera Taranto, la “capitale dell’acciaio” che punta su innovazione e creatività per riscattarsi da un passato ingombrante. Per la Sicilia sono tre i Comuni ai nastri di partenza: Agrigento che, nel suo dossier già online, unisce archeologia, letteratura, scienza, tradizioni, cibo e dialogo fra le sponde del Mediterraneo; Caltanissetta che può contare su trenta enti e associazioni e si affida alle parole “estrarre”, “coltivare”, “seminare”; e Modica che grazie al sodalizio culturale «Skenè» ha elaborato il programma «Scenari Iblei».
Ispirandosi al modello della Capitale europea della cultura, si procederà a una prima scrematura delle città. Ed entro il 30 aprile la giuria composta da sette esperti indicherà i dieci Comuni che accederanno alla fase finale. Poi in autunno verranno proclamate le due città capitali. Non per il 2015, però, perché quest’anno la Capitale si farà in cinque. Infatti il ministero ha stabilito che il titolo vada ex aequo alle città giunte all’ultimo step della gara europea e sconfitte da Matera: Ravenna, Siena, Perugia, Cagliari e Lecce. Ieri a Roma sono stati presentati gli eventi delle «magnifiche» cinque che Avvenire aveva già anticipato. «Sarà – ha spiegato Franceschini – una straordinaria occasione di valorizzazione, promozione turistica e investimento per tutta l’Italia che ha una forza unica al mondo: essere davvero un museo diffuso».
Molti e diversificati i programmi messi in campo dalle cinque Capitali, che in questo modo hanno potuto recuperare e sviluppare i progetti proposti per la candidatura a capitale europea. Eventi, mostre, manifestazioni,festival e spettacoli vari si succederanno nei prossimi mesi.