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Cultura. L'Italia dal 2026 avrà una Capitale per l'arte contemporanea

Costanza Oliva giovedì 2 maggio 2024

Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2024

Anche l’Arte contemporanea merita una Capitale. E dal 2026 l’Italia ogni anno ne avrà una diversa. Proprio come avviene per il titolo di Capitale italiana della Cultura, che quest’anno è stato assegnato a Pesaro, e del Libro, a Taurianova. Le città che aspirano a vincere la competizione dovranno presentare una candidatura accompagnandola a un dossier con il proprio progetto culturale. Ma bisogna fare in fretta, perché c’è tempo fino al 30 giugno.

L’iniziativa, promossa dal Ministero della Cultura, vuole riconoscere il valore dell’arte contemporanea anche per la possibilità di generare ricchezza a livello sociale ed economico, investendo attraverso l’organizzazione di mostre, festival e varie attività di valorizzazione.

Il progetto è stato presentato dal ministro Gennaro Sangiuliano, dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni e dal Direttore generale Creatività Contemporanea del MiC Angelo Piero Cappellano. «Dobbiamo costruire il passato del futuro - ha detto Sangiuliano -. È necessario portare avanti la grandezza del nostro passato, ma allo stesso tempo porsi l’obiettivo di guardare avanti e di dare un momento di espressività ai giovani d’oggi affinché tra cento anni si possa guardare a quello che è stato fatto nel 2025».

Entro il 15 settembre la Giuria, composta da cinque esperti del settore della cultura e delle arti visive contemporanee, selezionerà un massimo di cinque città finaliste. Una volta ascoltata la cinquina finalista, la Giuria proporrà al Ministro della Cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026.

Il finanziamento da un milione di euro di cui beneficerà la città vincitrice verrà erogato entro il primo semestre del 2025. Servirà per l’organizzazione di progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.

Tra gli obiettivi del bando c’è proprio il coinvolgimento delle giovani generazioni attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Ma si punta anche al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, e alla promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori visivi, performativi e creativi anche attraverso la creazione di reti e filiere di settore.

«La nostra arte racconta il passato, ma l'arte contemporanea va cresciuta, nutrita e aiutata a esprimersi – ha spiegato la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni –, perché quando parliamo delle radici anche quella in futuro saranno le nostre radici. L'arte contemporanea è considerata un po' la sorellina minore dell'arte, ma tale non è».

Anche il Direttore generale Cappellano ha insistito sull’importanza di questo progetto: «Questa iniziativa mira a trasformare l'arte, in tutte le sue declinazioni attuali, in un ponte vibrante tra le varie regioni, sostenendo gli artisti locali e incentivando la consapevolezza identitaria dei singoli individui alle comunità di appartenenza».

L’iniziativa segue da vicino i progetti di Capitale italiana della Cultura e del Libro, in alcuni punti seguendo perfino alla lettera gli obiettivi di ciascun titolo tra un bando e l’altro. L’onorificenza di Capitale italiana della Cultura, beneficiaria anch’essa di un milione, venne assegnata per la prima volta nel 2015, quando fu vinta congiuntamente da cinque città: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. La Capitale italiana del Libro esiste invece dal 2020, e prevede un finanziamento fino a 500mila euro.

L’idea di istituire questo tipo di capitali venne all'allora ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini, che si ispirò al modello delle Capitali europee della cultura. Nel 1985, l’allora Consiglio dei ministri europei – ora Consiglio dell’Unione europea – lanciò l’iniziativa Città europea della cultura su proposta di Melina Merkouri, Ministro greco della cultura, designando per prima la città di Atene. L’obiettivo era quello di mettere in luce la ricchezza e la diversità delle culture in Europa insieme alle loro caratteristiche comuni, promuovendo l’importanza del contributo della cultura allo sviluppo delle città. Da quando è stato istituito, l’Italia ha vinto il titolo quattro volte: Firenze (1986); Bologna (2000); Genova (2004); Matera (2019).