Agorà

FESTIVAL. Cannes sente la crisi e punta agli «scandali»

Alessandra De Luca venerdì 24 aprile 2009
Alla fine sarà solo Vincere di Marco Bellocchio ( storia di Ida Dalser, la moglie se­greta di Benito Mussolini, inte­pretata da Giovanna Mezzogior­no) a rappresentare l’Italia in con­corso al prossimo Festival di Can­nes, in calendario dal 13 al 24 maggio. La giuria presieduta dalla france­se Isabelle Huppert e composta dalle attrici Asia Argento, Robin Wright Penn, Shu Qi, dai registi Nuri Bilge Ceylan, Lee Chang­Dong, James Gray e dallo scritto­re Hanif Kureishi, dovrà giudica­re venti pellicole in concorso, tre delle quali già in odore di scan­dalo. Spring Fever, torrida storia d’amore del cinese Lou Ye, arri­verà sulla Croisette dopo la cen­sura nel proprio paese, l’impre­vedibile regista danese Lars Von Trier promette eccessi e provoca­zioni con il suo « horror religioso » Antichrist infarcito di scene di ses­so e di morte e Park Chan- Wook racconterà con Thirst la storia di un prete vampiro. A dominare la selezione ufficiale saranno l’Asia e l’Europa ( con tre francesi in competizione), horror, storie d’amore e di crimine. Tra gli habituè del festival tornano Pe­dro Almodovar con il noir Los a­brazos rotos, non molto apprez­zato in Spagna, Michael Haneke con The White Ribbon in cui il re­gista austriaco continua a inda­gare sul tema della violenza in­spiegabile, Quentin Tarantino con Inglourious Bastards ispirato al film di Castellari Quel maledetto treno blindato e interpretato da Brad Pitt, Tsai Ming- Liang con il semi autobiografico Visage, Johnny To con un altro gangster movie dal titolo Vengeance, Ken Loach con la commedia leggera Looking for Eric in cui il celebre calciatore Eric Cantona recita nei panni di se stesso, Gaspar Noè con Enter the Void, storia della vi­ta difficile di due fratelli ispirata al libro tibetano sui morti, Elia Su­leiman con The Time That Re­mains sulla nascita dello stato di Israele. Ma ci saranno anche Bright Star di Jane Campion, sull’amore tra il poeta John Keats e la sua musa, Fanny Brawne, nella Londra del primo Ottocento, Taking Wood­stock di Ang Lee sul più grande ra­duno rock di tutti i tempi, il ro­mantico e minimalista Les Herpes Folles di Alain Resnais, il thriller Map of the Sounds of Tokyo di I­sabel Coixet. Ad aprire la kermesse ci penserà, come già annunciato, il nuovo film di animazione della Pixar/Di­sney, Up, che avrà per protagoni­sti un vecchio e un bambino, mentre in chiusura arriverà Coco Chanel & Igor Stravinsky di Jan Kounen sulla storia d’amore tra la stilista francese e il celebre com­positore. Tra i più attesi fuori competizio­ne figurano Agora di Alejandro A­menabar ambientato nell’Egitto della dominazione romana e del­la diffusione del Cristianesimo, The Imaginarium of Doctor Par­nassus di Terry Gilliam, ultimo film interpretato da Heath Lead­ger prima della sua morte pre­matura, L’armée du crime di Ro­bert Guédiguian, Drag Me to Hell del regista horror di culto Sam Raimi e L’epine dans le coeur di Michel Gondry. Cristian Mungiu, Palma d’Oro 2007 con un film sul­l’aborto, torna a Cannes nella se­zione Un certain regards tra i re­gisti di un film collettivo, Tales from the Golden Age, in cui si rie­vocano leggende urbane e me­morie della Romania comunista.