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CALCIO SERIE A. Genoa al bivio Stagione in testa-coda

Stefano Rissetto sabato 14 aprile 2012
​Il Genoa sale oggi a San Siro con la necessità di fermare la rincorsa scudetto del Milan, per non rischiare di trovarsi domani al terzultimo posto. E dire che da molti anni Preziosi e Berlusconi sono amici e partner di affari, sia aziendali (l’industriale dei giocattoli è tra i più solidi inserzionisti Mediaset) che calcistici (parecchi gli scambi tra i due club, ultimi El Shaarawy e Merkel). Sul finire della stagione più deludente dal ritorno in A datato 2007, il Grifone deve anche evitare di ripercorrere la strada infausta tracciata lo scorso anno dalla Sampdoria, che dal 5º posto occupato prima della pausa invernale aveva compiuto - ceduti a gennaio Cassano, Pazzini e Marilungo - l’impresa alla rovescia di retrocedere. Le analogie per ora si fermano alla curva dei risultati, visto che nel mercato di mezza stagione il Genoa anziché vendere ha comprato Gilardino e Biondini, riprendendosi inoltre Sculli. Ma i numeri dicono che i rossoblù, pur disponendo di Frey che viene giudicato il portiere più in forma della Serie A, hanno la peggiore difesa: 58 gol al passivo, poco meno di 2 a gara. Inoltre l’ultima vittoria risale al 3-2 sulla Lazio del 5 febbraio: nelle successive 10 gare, soltanto 6 i punti raccolti con altrettanti pareggi. Tale andamento ha procurato profondo malumore nei tifosi, per nulla disposti a consolarsi con le tribolazioni in serie B dei “cugini” blucerchiati, al momento tutt’altro che certi di salire sul treno dei playoff. Se nel marzo dello scorso anno la Sampdoria, avviata su un nefasto piano inclinato, aveva sostituito Di Carlo con Cavasin, senza che cambiassero né l’aspetto tricologico (calvi entrambi) né quello tecnico, il Genoa ha vissuto un doppio cambio di allenatore all’insegna del ripensamento: esonerato il 22 dicembre dopo il 6-1 di Napoli, Alberto Malesani ha ripreso il 2 aprile, dopo il 5-4 in casa dell’Inter, il posto affidato a Pasquale Marino per 14 partite, fruttate 13 punti. Il tecnico veronese è però ancora alla ricerca della prima vittoria del mandato-bis, esperienza che pare comunque destinata a concludersi a fine campionato. Assai contrariato per un’annata dai risultati opposti all’entità degli investimenti (il Genoa, che in estate aveva acquistato tra gli altri Constant, Antonelli e Granqvist, è all’8º posto per monte-ingaggi), Preziosi medita infatti una profonda ristrutturazione societaria, a partire dalla rinuncia al suo storico braccio destro Stefano Capozucca, il cui probabile erede è Sean Sogliano, figlio di Riccardo che al Genoa aveva avuto analogo ruolo molti anni fa. «Ho commesso degli errori anch’io. Ma ora non serve processare nessuno, i giocatori, gli allenatori, o il loro staff. Ora salviamoci. Poi chi deve pagare, pagherà», ha detto in questi giorni Preziosi. Per la panchina, circolano i nomi di Sannino, Del Neri e Montella. Ma prima c’è da ottenere la salvezza sul campo.