Agorà

Il libro di Brunelli. Quel che resta al cronista: storie di papi, ambulanti e martiri

Angelo Picariello venerdì 30 giugno 2023

Ad occhi sgranati. Storie di papi e ambulanti, zingari ed ebrei, martiri e fondatori, è il distillato di 40 anni di esperienza giornalistica che Lucio Brunelli regala ai lettori. Descrive «undici persone speciali», note e meno note, che hanno lasciato il segno in lui. Immancabile, per un vaticanista di lungo corso, il racconto di Ratzinger e Bergoglio, i due papi con cui ha avuto più consuetudine, ben prima della loro elezione.

Col pontefice attuale (al quale aveva dedicato il suo precedente libro Papa Francesco come l'ho conosciuto io, edizioni San Paolo, 2020) il primo contatto lo ebbe nel 2001. Il primo incontro col futuro Benedetto XVI avvenne invece ad alta quota, a bordo di un aereo nel 1986, e l’allora prefetto per la Dottrina della fede gli trasferì il presagio delle «guerre democratiche» originate dallo scivolamento verso due opposti fondamentalismi, quello islamico e quello evangelico «a stelle e strisce». A procurargli quella prima intervista il direttore di Trenta giorni Alver Metalli, giornalista di assoluto valore, uno dei ritratti del libro, che poi avrebbe scelto «senza clamore e felicemente» di andare vivere la sua fede in una baraccopoli argentina.

(Lucio Brunelli Ad occhi sgranati Sanpino. Pagine 179. Euro 15,00) - .

Il Vaticano mai raccontato è quello del venditore ambulante Alfredo Chiarelli, «l’ultimo urtista di Piazza San Pietro» (venivano così chiamati i commercianti di oggetti sacri che tentando di abbordare i fedeli-clienti finivano per urtarli) trasteverino «dalla simpatia travolgente», venditore e accumulatore di ricordi, amico di pellegrini, porporati e cronisti, e anche di pontefici. Giovanni Paolo II è evocato invece attraverso il suo amico ebreo, il rabbino Elio Toaff. Ebreo anche Giulio Segre, che da bambino si salvò dai rastrellamenti nazisti fingendosi nipote di don Cirillo Perron, parroco di Courmayeur, facendo in tempo in seguito a conoscere don Donato Perron, il nipote vero del parroco valdostano, diventandone grande amico. Ma la tragedia dei lager emerge anche dal ritratto struggente di una sopravvissuta non ebrea, la zingara cattolica Ceija Stojka. Storie di martiri cristiani, come le suore di madre Teresa conosciute da inviato del Tg2 e che poi saranno uccise, nello Yemen.

E «due uomini di Dio» che «amavano pazzamente la Siria» scomparsi nel nulla da 10 anni, il gesuita Paolo Dall’Oglio e il vescovo ortodosso di Aleppo Mar Gregorioos Yohanna Ibrahim. Infine due fondatori, diversissimi fra loro, ma uniti da una grande passione per l’uomo, Carlo Petrini e Luigi Giussani. Vissuta il primo, dedicandosi al mangiare genuino con Slow food, poi coinvolto a Tv2000. Il secondo dando tutto, attraverso l'esperienza di Comunione e Liberazione, nell'educazione dei giovani, conosciuto nel 1975, quando Brunelli era in pericolo di vita vittima di un agguato fascista in università, e lui andò a visitarlo in ospedale, come fece anche Aldo Moro che era suo docente. E, unendo i puntini, s’intravede in un dodicesimo quadro l’autoritratto dell’autore. Cronista con la rara capacità di trattare con la stessa empatia i grandi e i piccoli della storia.