Raoul Bova, la famiglia è il senso della vita
Una scena di Buongiorno mamma!
Torna (su Canale 5 da mercoledì 15 febbraio) Buongiorno, mamma!, la serie targata Lux Vide che racconta le vicende della famiglia Borghi. E tornano, con lei, Anna Della Rosa (Maria Chiara Giannetta), in coma a causa di uno shock legato al suo passato misterioso, e suo marito Guido (Raoul Bova), che non ha mai smesso di starle accanto così come hanno fatto i loro quattro figli: «In questa seconda stagione ci saranno molte sorprese che riguardano i ragazzi ma anche Anna e Guido. Una per tutte: a un certo punto della storia lui sarà arrestato» anticipa Raoul Bova.
Al di là dei misteri, Raoul, la protagonista di Buongiorno, mamma! è la famiglia.
Sì e penso che il successo della prima stagione sia dovuto proprio a questo: il pubblico ha visto sullo schermo i valori della famiglia e si è affezionato ai Borghi. Oggi purtroppo, e lo vediamo soprattutto con i ragazzi, la famiglia viene sostituita dagli amici e a volte si rischia di fare scelte sbagliate.
Lei è padre di quattro figli, parla per esperienza personale?
Essere genitori non è mai facile, anche nelle famiglie più belle ci sono momenti di difficoltà. Come papà penso di avere preso un po’ da mia madre e un po’ da mio padre: lei, con il suo spirito napoletano, era divertente, allegra, leggera; lui, calabrese, era un po’ più rigido, autoritario. Io sono stato un figlio un po’ ribelle ma pian piano lui mi ha dato sempre più fiducia e siamo cresciuti insieme. Negli ultimi anni, da quando era andato a vivere in campagna, abbiamo avuto un rapporto meraviglioso: mi confidavo con lui ma spesso non serviva nemmeno parlare, bastavano uno sguardo o un abbraccio.
Cosa porta di lui nel rapporto con i suoi figli?
Sicuramente l’importanza dello sport. Lui me lo faceva fare perché diceva che stare senza fare niente è deleterio e io sono assolutamente d’accordo. Se i ragazzi si stancano in palestra o in piscina poi tornano a casa, mangiano e vanno a dormire, non hanno più tanta voglia di andarsene in giro o stare ore sui social. Nello sport, poi, si forma il carattere, si creano relazioni, amicizie e amori. Le gare, poi, ti preparano agli esami che affronterai nella vita e ti insegnano il valore della vittoria ma, anche, della sconfitta.
Anche in Buongiorno, mamma! lei ha quattro figli.
Grazie a Guido Borghi ho scoperto la forza dell’attesa, del saper ascoltare le esigenze dei miei figli. Prima di reagire e magari arrabbiarsi bisogna aspettare, evitare le prove di forza e cercare di capire: quel comportamento che non mi è piaciuto magari è un loro modo di sfogarsi, un modo per dirmi qualcosa. Inoltre, cerco sempre di essere presente con loro, seguirli nelle diverse fasi della crescita senza essere ingombrante perché devono imparare a cadere e a rialzarsi. In generale penso che un genitore debba stare dietro al figlio e rimetterlo in carreggiata quando perde l’equilibrio».
Ha citato i social su cui lei, volente o nolente, è spesso protagonista.
Io non ho assolutamente niente contro i social, anzi. Penso che siano lo strumento più democratico per chi fa ha un talento nascosto e può farlo vedere senza bisogno di alcuna raccomandazione. Penso anche però che, una volta che l’hai usato per il tuo lavoro, se hai una vita piena, un lavoro, una famiglia, dei figli, non ti rimanga molto tempo per leggere certe notizie o per il gossip. Detto questo, a volte è capitato che certe cose uscite in determinati momenti mi abbiano un po’ infastidito però, come si dice, non si può piacere a tutti. L’importante è coltivare i rapporti con le persone che ti vogliono bene.
Torniamo a Buongiorno, mamma! Uno dei temi più delicati che solleva è quello del fine vita.
Nella serie sono rappresentate entrambe le posizioni: Guido è a favore dell’attesa e non staccherebbe mai la spina e Lucrezia, la madre di Anna, che invece sostiene di non voler più vedere la figlia soffrire. Io penso che siano situazioni su cui puoi esprimerti solo se e quando ti trovi ad affrontarle. Però non posso non notare che ci sono tante persone che si sono risvegliate anche dopo anni di coma. Così come ci sono persone immobilizzate su un letto che vogliono comunque vivere, vedere i figli sposarsi e i nipoti crescere magari vederli sposati e sembra che quasi non vedano la malattia.
A proposito di futuro, parliamo del suo: prossimamente lei tornerà sul set di Don Matteo, dove è diventato protagonista dopo l’uscita di Terence Hill.
Naturalmente non posso anticipare nulla ma diciamo che sicuramente ci sarà qualche cambiamento visto che ormai don Massimo, il nuovo protagonista, è stato presentato. Di lui mi piace il fatto che abbia un passato: era un carabiniere che, forse, cercava giustizia attraverso una divisa e ora che è prete lo fa, passatemi il termine, con un’altra anche se, per farlo, ha dovuto compiere un passaggio non facile e arrivare alla comprensione e al perdono. Sicuramente questa volta affronterò il set con meno ansia perché ho fatto mio il personaggio e, soprattutto, ho trovato una famiglia che mi ha accolto a braccia aperte».