Agorà

IL FESTIVAL. Bonolis chiama Mina ma cede al solito trash

Massimo Gatto martedì 27 gennaio 2009
Sanremo, di tutto di più. Alla ri­cerca dell share perduto, la cin­quantanovesima edizione del Festival della Canzone Italiana pun­ta in alto su Mina e in basso (e che basso) sul fondatore della rivista e­rotica playboy, che arriverà in Ri­viera con tanto di Conigliette alla faccia del Codice tv e minori e del servizio pubblico. «Per le signore – ha spiegato ieri il cinico Bonolis – ci sono i muscoli del marcantonio Da­vid Gandhi della pubblicità del pro­fumo ». Protesta Alessandra Musso­lini, presidente della Commissione Bicamerale per l’infanzia, «la scelta della Rai di invitare a Sanremo le co­nigliette di Playboy è uno spot in­degno del servizio pubblico». Questa babele mediatica messa in piedi da Bonolis – che sarà affian­cato come valletta dalal modella Chiara Baschetti – punta a di ri­lanciare gli ascolti dopo la falli­mentare edizione 2008 e scongiu­rare la chiusura della manifesta­zione, come ventilato ieri mattina dal direttore della prima rete Fa­brizio Del Noce ammettendo di at­tendersi un’audience «compatibi­le con gli investimenti che la Rai fa sul Festival». Mina, che aprirà (e chiuderà) la ras­segna cantando dal suo studio di Lugano un omaggio alla storia del­la musica italiana (lirica compresa), è l’asso calato sul piatto da Paolo Bonolis. «Con Mina partiamo col botto» ha commentato il dg della Rai Cappon. «In un momento di allarme per l’e­conomia mondiale sarebbe stato di cattivo gusto strafare» ammette Del Noce parlando dei bilanci stretti del suo festival low cost. Via Monica Bel­lucci, via Angelina Jolie, via i Queen, per lasciar spazio ad artisti in pro­mozione come Jim Carrey, come Annie Lennox, o non troppo esosi ti­po gli Easy Star Allstars, protagoni­sti di una rivisitazione della musica dei Pink Floyd in chiave giamaica­na intitolata The dub side of the moon, ma in trattativa c’è pure Gio­vanni Allevi (con un omaggio alla morriconiana colonna sonora del film La leggenda del pianista sull’o­ceano). Pure Tornano i comici, con Giorgio Panariello e Checco Zalone in pole position, ma Bonolis spera in Roberto Benigni, gestito dal suo stesso manager Lucio Presta (che però continua a smentire). E nel momento del bisogno si rifà vivo pure Pippo Baudo con un messag­gio d’augurio. Ma finora a mettere la rassegna nel­l’occhio del ciclone ci hanno pen­sato soprattutto Bonolis e il re­sponsabile musicale Gianmarco Mazzi con canzoni che parlano di a­borto, omosessualità, di prostitu­zione o di generosi 'vaffa' al nostro paese. «Le abbiamo volute per e­sprimere un disagio» spiega Bono­lis. «Un Festival di soli motivi d’a­more sarebbe stato fuori dal mon­do. Sanremo canta la vita della gen­te e basta guardarsi attorno per ve­dere qual è la realta che ci circonda». Per mondarsi l’anima, c’è sempre la Lotteria Italia, abbinata quest’anno al Festival col proposito di sovven­zionale le attività del Ce.R.S. (Cen­tro Ricerche Studi), una onlus che si occupa di assistenza sanitaria do­miciliare per i bambini portatori di handicap. A gonfie vele pure il con­corso in rete per regalare l’opportu­nità di cantare all’Ariston (il sabato) pure ad una delle giovani promes­se scartate dalla gara. «Abbiamo ri­cevuto 275 mila voti in una sola set­timana, un record che segna un punto di non ritorno per il Festival sulla strada di internet» conclude Bonolis. «Ora stiamo pensando ad­dirittura di dare alle stampe un dop­pio cd coi trenta pezzi che passe­ranno alla fase finale del concorso». Paolo Bonolis e Luca Laurenti ieri a Sanremo alla presentazione del 59° Festival della canzone