Resa dei conti. Bomba o non bomba siamo arrivati all'Ariston
La musica è cominciata e dalle prime prove canore potrebbe essere una vera “bomba televisiva” e non il falso – per fortuna – pacco-ordigno trovato al Palafiori e che ha richiesto l’intervento degli artificieri. Gli Amici (di Maria e non) si sono accomodati sulle poltrone del piccolo eppure immenso Ariston, che ai cantanti (parole loro) incute lo stesso terrore che di solito prova l’allievo davanti al prof per l’interrogazione decisiva dell’ultimo quadrimestre. Il Principe Carlo si occupa di tutto, dalla direzione all’accoglienza e alla bisogna anche della pulizia del palco. Se la grandezza si vede dall’umiltà, beh allora Carlo Conti e Maria De Filippi sono due giganti assoluti.
PER CORRERE METTI IL CASCHETTO
E tra i due megacondottieri spunta un terzo ciclope dello spettacolo, il sempre dietro le quinte ma potentissimo Beppe Caschetto. È lui il mentore di mezzo mondo e forse più dello spettacolo nazionalpopolare. Come Carlo e Maria, anche il Beppe vanta un passato lontano dai riflettori: laureato in Giurisprudenza come la De Filippi, al posto in banca (come l’ex ragionier Conti) ha preferito la politica, funzionario della Regione Emilia Romagna e sindacalista della Cgil. Oggi come oggi se vuoi correre forte e fare carriera come cantante, attore, mezzobusto o semplicemente protagonista dell’etere devi metterti il Caschetto in testa. E sperare di entrare nell’azienda del figlioccio di un maestro dello spettacolo per procura, Bibi Ballandi, la Itc 2000 (fatturato oltre 40milioni di euro) che a Sanremo, stagione 2017, schiera Maurizio Crozza, Ubaldo Pantani, Federico Russo, Geppy Cucciari, Luca e Paolo, Virginia Raffaele. E per ora Caschetto può permettersi il lusso di lasciare in tribuna Alessia Marcuzzi, Fabio Fazio, Roberto Saviano… magari tutti buoni, almeno come ospiti pagati, per il Sanremo 2018.
RESTIAMO UNIFICATI SU RETE MARIA
Non è ancora cominciato e già tutti si chiedono: cosa resterà di questo Sanremo contiano? Alla terza edizione canta il gallo e anche per questo forse per la prima volta sentiremo all’Ariston il chicchiricì funky di Zucchero, ospite remunerato (50mila euro), come tutti del resto: perché anche le maschere del teatro Ariston – giustamente – hanno un costo d’ingaggio. Maria De Filippi invece lancia la figura dell’ospite volontario e gratuito. La sua presenza ricorda tanto quelle serate al bar: la prima bevuta la offro io, poi magari se non vi offendete mi prendo in gestione il locale. La Rai è pronta a pagare tutte le spese di trasloco. Dalle parti di Cologno, zona Mediaset, tira un’ariaccia di smobilitazione e fusione, per cui trattenere questa De Filippi sarebbe come chiedere al Milan di Berlusconi di mettere sotto contratto Cristiano Ronaldo. Fantatv? Rimandiamo sempre ai poster – e sui muri di Sanremo se ne vedono tanti – l’ardua sentenza.
E IO SPETTATORE PAGO
Nino da Napoli è arrivato «come tutti gli anni» con moglie e figlia adolescente – Maria manco a farlo apposta – che sogna di «diventare la “Scossa” o entrare nel cast di Tale e quale ». È l’Italia che non si arrende a un Sanremo davanti alla tv e in tempi di disoccupazione giovanile sogna per un figlio un futuro tra gli Amici di Maria o le letterine di Carlo Conti. Per questo sono disposti come Nino a pagare un abbonamento per la galleria da 672 euro (1.290 in platea) in platea. Con meno di 180 euro non ti avvicini neppure all’Ariston e per l’ultima serata di sabato si parte da 320 euro in galleria (660 in platea). E Nino, che è della leva calcistica del ’68, davanti a queste cifre incomincia ad aver paura e medita, tra lo sconforto della figlia, «sabato sera il Festival magari lo guardiamo dalla tv dell’albergo».