LA CITTÀ IN LUTTO. Bologna abbraccia il «suo» Lucio Dalla
Non si ferma il "pellegrinaggio" dei fan di Lucio Dalla nella camera ardente allestita a Palazzo D'Accursio, nella sua piazza Maggiore. Migliaia di persone, da questa mattina, attendono in fila il loro turno per dare l'ultimo saluto al cantante scomparso giovedì scorso. Personaggi famosi del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica, ma anche tanta gente comune che, a bassa voce, canticchia le parole delle sue canzoni diffuse in piazza dagli altoparlanti e si commuove quando risuonano le note di "Caruso"."Ci ha fatto un brutto scherzo, lui che ne faceva tanti, stiamo vivendo giornate molto tristi", dice un affranto Gianni Morandi, che definisce "una ondata di affetto meravigliosa" quella che Bologna sta tributando all'artista. "Se ne va un pezzo di Bologna", aggiunge il ministro del Turismo, Piero Gnudi, bolognese come il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, secondo cui "è come se mancasse la Torre degli Asinelli o la Garisenda".Tra la folla spunta al gran completo anche la Virtus Pallacanestro Bologna, una delle grandi passioni di Lucio Dalla, mentre annuncia la sua presenza ai funerali di domani Roberto Baggio, l'ex Pallone d'Oro a cui il cantautore aveva dedicato una canzone. "È qualcosa che mi porterò per sempre dentro", dice l'ex calciatore. Durante la cerimonia funebre, non ci sarà nessuna canzone, mentre sarà letta "Le rondini", la canzone-poesia sul senso della vita scritta da Dalla nel 1990. "Vorrei girare il cielo come le rondini - recita il testo - e con la polvere dei sogni volare e volare al fresco delle stelle, anche più in là".
A Bologna, sul palazzo del comune, la bandiera è a mezz’asta. Nel pomeriggio di ieri è apparsa anche una gigantografia di Dalla con la scritta «Ciao Lucio». Domani la «sua Bologna» osserverà il lutto cittadino. Il Bologna calcio ha posticipato la partita col Novara per non farla coincidere coi funerali. In città è una affettuosa gara a come ricordare Lucio. C’è chi propone di dedicargli un grande concerto tributo in piazza, chi di fare per lui uno show tributo ogni 4 marzo (giorno del suo compleanno e ora anche dei suoi funerali), chi di dedicargli una via. Il sindaco Virginio Merola non ha dubbi: «Dalla l’avrà. Ma ha già di fatto una via. Anzi, una piazza: la sua Piazza Grande». Che poi sulla targhe ci sia scritto «piazza Maggiore» ai più appare un dettaglio. «Quando domani sentirete i rintocchi della campana dell’Arengo – spiega il sindaco – vorrà dire che la salma di Lucio avrà lasciato la camera ardente per andare in San Petronio, dove alle 14.30 si svolgeranno i funerali». Lucio sarà poi sepolto al cimitero della Certosa di Bologna, vicino alle tombe dei due genitori.Sarà il padre domenicano Bernardo Boschi, a celebrare le esequie in basilica. «Andrò a braccio. Siamo talmente amici...» spiega. «Di lui so tutto. E poi lui non amava le cose convenzionali. Era fantasia pura. Aveva una tale spontaneità e sensibilità...». Forse, secondo il religioso, non gli sarebbe piaciuta nemmeno «tutte queste autorità», attese alle esequie. «Lucio diceva: mah, ci sono le autorità? Allora è una ragione in più per non morire», spiega il frate domenicano con una battuta. Per chi non riuscirà a entrare in chiesa saranno allestiti dei megaschermi in piazza. «Il funerale non è uno spettacolo. Spero che in quello di Dalla non vengano messi dischi con le sue canzoni» avverte monsignor Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della commissione Cei per la liturgia. «Speriamo che i suoi funerali non vengano spettacolarizzati» gli fa eco monsignor Domenico Pompili, portavoce della Cei, sottolineando la preoccupazione per il rischio di un eccesso mediatico. Un «rischio» di carattere generale «che non riguarda certo questo solo caso specifico».Già, ora più che mai Dalla merita affetto ma soprattutto silenzio, rispetto e preghiera. Come sanno bene i suoi più stretti collaboratori e amici che l’altra notte l’hanno vegliato nella Cappella Saint-Roch di Losanna, dove la salma di Lucio era stata trasportata dopo l’infarto che l’aveva colpito a Montreux. Per tutta la notte, si sono alternati l’amico e collega Ron, il manager Bruno Sconocchia, il corista Marco Alemanno, il produttore Enzo Milani e l’avvocato Eugenio D’Andrea. Una veglia che si è svolta a porte chiuse. Lontano dalle telecamere e dai flash.