Storia e natura. Isola Bisentina, uno scorcio di infinito
Una prigione umida e fangosa detta la “malta” ha dato il nome a un luogo tanto insolito quanto suggestivo sull’isola Bisentina nel lago di Bolsena, in provincia di Viterbo. È qui che si trova la Malta dei Papi, utilizzata nel Medioevo come carcere per gli eretici: sarebbe la stessa malta citata da Dante Alighieri a metà del nono Canto del Paradiso (vv. 52-54, quando parla dell’“empio” vescovo di Feltre, Alessandro Novello). Molti commentatori danteschi, a partire da Benvenuto Rambaldi da Imola, la collocavano in varie località sul lago come nel castello di Marta (in una curiosa assonanza fonetica), altri sulla stessa isola Bisentina.
Affresco di Benozzo Gozzoli nell'oratorio di Monte Calvario - -
E proprio in mezzo a questa piccola isola “galleggiante”, come la chiama Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, si trova un profondo cunicolo scavato nel tufo in fondo al quale si apre una camera ipogea alta sei metri, con al centro un pozzo. Forse venne costruito in epoca romana come cisterna, ma la sua origine è probabilmente molto più antica, legata alle acque sorgive termali che vi scorrono sotterraneamente e secondo alcuni studiosi riconducibile agli Etruschi. Forse un santuario termale come quello rinvenuto di recente a San Casciano dei Bagni?
Le ipotesi sono tante: quel che è certo è che gli stessi Etruschi collegavano le acque del lago a divinità maschili quali Volk - il cui nome avrebbe dato origine alla parola “vulcano” per via delle esalazioni che venivano dal fondale - ma anche femminili come Vortumna o Nortia, associate alla fertilità. Questa camera ipogea è uno degli ambienti più suggestivi che merita una visita in questa isola, aperta al pubblico fino al 5 novembre per il secondo anno consecutivo (informazioni e prenotazioni: www.isolabisentina. org).
La Rocchina - -
Ma è soprattutto merito della Fondazione Rovati, che ha acquisito l’isola nel 2017, se questo piccolo scrigno di tesori è oggi visitabile; si tratta della stessa fondazione che a Milano ha aperto l’anno scorso un museo dedicato all’arte etrusca, organizzando mostre e convegni su questa antica civiltà. Mito e natura (non mancano gli alberi secolari, come un leccio antico 600 anni), ma anche arte. Se il vicino Trasimeno ha avuto un artista come Perugino che lo ha immortalato sullo sfondo di tante sue opere, il lago di Bolsena (il cui nome è legato al celebre miracolo raffigurato da Raffaello nelle Stanze Vaticane) può vantare un altro celebre pittore che ha lavorato qui: Benozzo Gozzoli, che intorno al 1450 - periodo in cui fu attivo nelle vicine Montefalco e Viterbo - affrescò la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario con il suo stile inconfondibile, memore della lezione del maestro Beato Angelico.
La Malta dei Papi - -
Nel percorso di visita si possono ammirare altre due cappelle edificate fra XV e XVI secolo (sono in totale sette, le altre in via di restauro), tutte meta di pellegrinaggio legato alla vicina Via Francigena. La più suggestiva è la cappella ottagonale di Santa Caterina, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, che si erge su uno sperone di roccia alto 22 metri affacciato sul lago. L’opera di restauro dei vari siti, avviata da parte della famiglia Rovati, si sta concentrando ora sulla grande chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo nei pressi della darsena in stile liberty a cui si accede per barca dalla terraferma.
L'oratorio di Monte Calvario - -
Questo complesso fu commissionato a metà ’500 da Alessandro Farnese jr. al Vignola come ampliamento della preesistente chiesa di San Giovanni Battista, nella quale a suo tempo Ranuccio Farnese aveva voluto un mausoleo per la famiglia. Già riportata in parte al suo antico splendore, grazie al restauro della cupola di piombo e della facciata, la chiesa dovrebbe diventare accessibile per la prossima stagione estiva.