Lirica. Dallo Zecchino d'oro alla Scala: il debutto di Bisanti senza la Netrebko
Il direttore d'orchestra Giampaolo Bisanti che debutterà al teatro alla Scala
«Nonostante le tante difficoltà, faremo una magnifica opera con il cuore vicino a chi soffre». Giampaolo Bisanti non rinuncia al suo proverbiale ottimismo. «Anna Netrebko ha scelto di non partecipare a questa produzione e ne prendiamo atto», aggiunge subito il direttore d’orchestra che da venerdì dirigerà Adriana Lecouvreur al teatro alla Scala di Milano. La star russa avrebbe dovuto interpretare l’attrice che dà il titolo al capolavoro di Francesco Cilea nel secondo cast e presentarsi davanti al pubblico mercoledì prossimo. Ma ha fatto un passo indietro di sua iniziativa. Lo ha annunciato prima su Instagram smentendo i problemi di salute ipotizzati da qualcuno per giustificare la sua assenza alle prove («Sto bene ma non ci sarò») e poi attraverso il teatro. «Questo non è per me il momento di fare musica e salire in palcoscenico. È una decisione estremamente difficile», spiega il soprano finito nell’occhio del ciclone dopo l’attacco all’Ucraina anche per una frase pubblicata sui social nonostante la sua condanna alla guerra: «Obbligare gli artisti a dar voce alle loro opinioni politiche in pubblico e a denunciare la loro patria non è giusto». Ci sarà invece il marito, Yusif Eyvazov, che addirittura interpreterà il ruolo del conte di Sassonia, Maurizio, in tutte le recite visto che il tenore Freddie De Tommaso è stato colpito dal Covid.
Il soprano russo Anna Netrebko - Ansa
La rinuncia di Anna Netrebko arriva dopo il “caso Valery Gergiev”, l’amico di Putin allontanato da Milano per non aver preso le distanze dal conflitto ucraino mentre è impegnato nella Dama di picche di Cajkovskij. Oggi il teatro ha ufficializzato che le prossime recite saranno dirette da Timur Zangiev che aveva partecipato a parte delle prove. «La Scala – ha spiegato stamani il sovrintendente Dominique Meyer – condanna la guerra ed è accanto alle comunità colpite. Ma non possiamo condannare la cultura russa: per questo continueremo a ospitare opere russe e artisti russi che prendano posizione contro il conflitto». E attacca le fake news su Anna Netrebko che avrebbe spunto il soprano al fortait. Poi annuncia «un grande evento di sostegno della popolazione dell’Ucraina» che si terrà dopo il concerto per la pace voluto dalla Filarmonica, in programma il 7 marzo, con la direzione di Riccardo Chailly. «Abbiamo una coscienza forte di quello che succede a due ore e mezza da Milano – ha aggiunto – dove ci sono bambini che ricevono bombe sulla testa».
Le prove di «Adriana Lecouvreur» che va in scena al teatro alla Scala - Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala
Nulla cambia invece per la prima che segnerà il debutto di Bisanti sul podio del Piermarini. Ne ha fatta di strada il “monello” che a quattro anni si era trovato davanti alle telecamere dello “Zecchino d’oro” per cantare Riccardo cuor di leopardo e che a Cino Tortorella raccontava di essere stato «cucito con tre punti sotto il mento» dopo la caduta da una panchina. «Devo tutto a mio padre che aveva una straordinaria voce da tenore e che ai suoi figli ha trasmesso la passione per la musica: non perché sognasse per noi non una carriera da musicisti ma perché desiderava farci incontrare partiture che elevano l’anima. E aveva voluto che partecipassi allo “Zecchino”», racconta Bisanti. La sua è una famiglia con undici tra sorelle e fratelli, nati da un prete “mancato” che aveva interrotto il Seminario e si era trasferito a Milano. È infatti un ambrosiano doc la bacchetta 49enne. «Stavolta però non vale la frase dei Vangeli: “Nessuno è profeta nella propria patria”», scherza Bisanti. E alla Scala deve la scelta di diventare direttore d’orchestra. «Avevo appena cominciato il Conservatorio di Milano dove studiavo clarinetto e pianoforte. E con non poca fatica ero riuscito a comprare un biglietto da 30mila lire in loggione per un concerto di Claudio Abbado con i Wiener». Adesso tocca a lui guidare l’orchestra. «È un sogno che si realizza – confida –. C’è chi dice che la Scala sia un punto di arrivo: ne sono profondamente convinto».
Le prove di «Adriana Lecouvreur» che va in scena al teatro alla Scala - Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala
Per Bisanti sarà un esordio anche in Adriana. E lo stesso accadrà per Maria Agresta, nel ruolo della protagonista che sarà impegnata in tutte le recite, anche quelle in cui era in cartellone Anna Netrebko. Un azzardo? «È vero, è un titolo che non ho mai affrontato. Ma lo porto nel cuore e non va in scena al Piermarini da quindici anni. Non è un’opera verista: Cilea è stato un compositore spontaneo con una visione artigianale. Compito del direttore è riuscire a mantenere alta la tensione soprattutto nel lungo quarto atto dallo stile crepuscolare». A vestire i panni della principessa di Bouillon, rivale in amore di Adriana che ucciderà con un mazzo di viole avvelenate, sarà venerdì Anita Rachvelishvili, mentre lo spettacolo – nato per il Covent Garden di Londra – è firmato da David McVicar.
Intanto Bisanti saluta il Petruzzelli di Bari per approdare all’Opera di Liegi dove è appena stato nominato direttore musicale. «In Puglia sono stati sei anni magici che si concluderanno con il Werther di Massenet e la tournée a Wiesbaden dove porteremo Aida e il Requiem di Verdi. Poi mi tufferò nell’avventura in Belgio che mi ha proposto il sovrintendente Stefano Pace. Stiamo già definendo il cartellone che comprenderà opere francesi, tedesche e russe». Ma Bisanti resta un direttore globetrotter: è di casa a Vienna, Berlino, Monaco di Baviera. E in estate debutterà negli Stati Uniti inaugurando con l’Elisir d’amore la stagione alla Seattle Opera. «Un titolo in cui vorrei cimentarmi e non è ancora accaduto? Simon Boccanegra. E attendo di portare sul palco il Guglielmo Tell di Rossini: dovevo condurlo a Dresda ma è arrivata la pandemia che ha bloccato tutto».