Festival. Biennale, ecco i programmi di danza, teatro e musica
Una scena di "Creation (pictures for Dorian) " di Gob Squad alla Biennale di Venezia
Sono stati svelati stamani a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia, i programmi dei festival di Teatro, Danza e Musica 2024, alla presenza del neo presidente della fondazione, Pietrangelo Buttafuoco, e dei rispettivi curatori. "Con Roberto Cicutto abbiamo lavorato insieme, anzi lavoriamo insieme, il verbo presente si addice, in un sodalizio che è fatto di amicizia, di intesa, di collaborazione. Mi auguro di non disperdere nulla di quanto ha generosamente e genialmente seminato", ha sottolineato Buttafuoco, spiegando che la Biennale "è un'istituzione che vive e parla al mondo, una casa che rinnova il suo patto con la bellezza, con la libertà e il suo patto di fabbricare ponti".
Saranno oltre 200 gli appuntamenti in programma, con 72 novità e 600 artisti provenienti da 30 Paesi differenti. I programmi delle rassegne "sono l'attestazione di una profonda riflessione e ricerca dei direttori - ha spiegato Buttafuoco -. Le tre discipline sono accomunate dall'aspetto performativo, dalla condivisione di vibrazioni umane tra palco e platea. Nell'alchimia propria delle tre arti c'è un afflato di millenni che acquista senso solo nel 'qui e ora' di una rappresentazione unica, che va oltre la scrittura, la coreografia, la partitura".
Ad aprire il calendario sarà il 52/o Festival Internazionale del Teatro (15-30 giugno) diretto dal duo composto da Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte), in cui troverà spazio la nuova creatività di drammaturghi, registi, performer e autori.
Tra i protagonisti, il Leone d'oro alla carriera 2024, la compagnia australiana Back to Back Theatre, che trova nella disabilità un potente strumento di indagine artistica; il collettivo anglo-tedesco Gob Squad Theatre, destinatario del Leone d’argento e alfiere di nuovi modi di combinare media e performance che mettono al centro lo spettatore; l’ensemble lituano di Vaiva Grainytė, Lina Lapelytė, Rugile Barzdžiukaitė; il regista e drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani; Milo Rau, autore e regista che sovverte le regole della prassi teatrale; Tim Crouch, imperdibile autore di spin off delle tragedie e delle commedie del Bardo; Muta Imago, fra le più accreditate giovani compagnie italiane.
Il 18/o Festival Internazionale di Danza Contemporanea (18 luglio-3 agosto), diretto per il quarto anno di fila dal coreografo Wayne McGregor, indagherà le connessioni tra uomo e tecnologia. "Svelare la complessità, le contraddizioni e il mistero della vita umana - ha sottolineato McGregor - è una delle priorità della carriera dei creativi invitati". Il festival sarà interessato da un tributo a Cecilia Caprioli, danzatrice, coreografa e teorica sperimentale, insignita quest'anno del riconoscimento alla carriera. Seguono poi il Leone d’argento Trajal Harrell, camaleontico artista fra i più richiesti del momento, presente nei teatri, nei musei, nelle gallerie di tutto il mondo; Sankofa Danzafro di Rafael Palacios, compagnia afro-colombiana per la prima volta in Italia, con un’opera sull’esperienza diasporica africana tra mitologia, spiritualità, radici ancestrali; Shiro Takatani dello storico collettivo giapponese Dumb Type; il pluripremiato fotografo britannico Benji Reid. E ancora: il corpo umano come misterioso paesaggio da attraversare nelle sue più intime fibre nel film/installazione De Humani Corporis Fabrica dei registi e antropologi Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor; la danza cyborg di Nicole Seiler e la danza cosmica di Cloud Gate, entrambe a confronto con l’Intelligenza Artificiale.
Chiuderà il trio delle arti dal vivo il 68/o Festival Internazionale di Musica Contemporanea (26 settembre-11 ottobre), diretto da Lucia Ronchetti. Il programma sarà dedicato al concetto di musica assoluta. Saranno 16 giorni di concerti ed eventi teorici, durante i quali sarà analizzato il significato della musica come linguaggio autonomo, "senza alcun riferimento extra-musicale e senza riferimenti visivi", ha precisato Ronchetti. Nel corso del festival sarà assegnato il Leone d'oro alla carriera a Rebecca Saunders, protagonista delle sezione Sound Structures dedicata alle composizioni che esplorano la natura fisica del suono. Presente anche l’Ensemble Modern, Leone d’argento, che nella sua storia quarantennale al fianco di nomi come Stockhausen, Reich, Andriessen, ma anche Zappa, Coleman, Braxton. Accanto a loro, il compositore americano, premio Pulitzer, David Lang e Tyshawn Sorey, che, come il trombettista Peter Evans, è esponente di punta di una nuova generazione di performer/compositori decisi a superare gli schemi e le divisioni tra i generi. E ancora: Tim Hecker, fra i più influenti producer di musica elettronica sperimentale e Golfam Khayam, compositrice e polistrumentista iraniana. Su questa linea di dialogo tra passato e presente anche il concerto che affiancherà lo Stabat della compositrice svedese Lisa Streich accanto allo Stabat Mater di Pierluigi da Palestrina e a quello di Giovanni Croce. E il concerto di Catherine Simonpietri con l’ensemble vocale parigino Sequenza 9.3, interprete di un programma dedicato alla musica vocale assoluta, con lavori della compositrice lettone Santa Ratniece, della compositrice lituana Justė Janulytė e di Arvo Pärt.