Dopo i morsi di <+corsivo>Twilight<+tondo> neppure i baci di Biancaneve hanno più lo stesso sapore. Se si vogliono raccontare oggi le fiabe di una volta, bisogna inventare nuove immagini. E così, a due mesi dalla
Biancaneve kitsch di Tarsem, arriva quella gotica di Rupert Sanders che dall’11 luglio sul grande schermo proporrà una versione aggiornata della celebre favola scritta dai fratelli Grimm duecento anni fa. Una versione decisamente più mascolina e muscolare quella proposta da
Biancaneve e il cacciatore e destinata ad attirare nelle sale non solo le fan delle principesse. Va da se che la protagonista ideale di questa visionaria ed efficare rilettura sia Kristen Stewart, la Bella della saga dei vampiri che ha conquistato per anni il cuore dei più giovani. Infatti negli States questa
Biancaneve ha incassato 56 milioni di dollari solo nel week end d’uscita e si pensa già al sequel. I film di Tarsem e Sanders hanno molto in comune: i due registi sono entrambi
enfant prodige della pubblicità e si vede dall’esuberanza delle trovate visive e dal fatto che la ragion d’essere dei loro film arriva dalla sfida a trovare mondi immaginari adatti alle nuove generazioni. Come a dire che la scenografia viene prima della sceneggiatura. In tutte e due le versioni contemporanee inoltre la principessa dalla pelle bianca e le labbra rosse non è una svenevole fanciulla che aspetta un inutile principe azzurro (d’altra parte il titolo del film la dice lunga sulla triste fine dei rampolli reali, i cui baci sono ormai inefficaci), ma un’eroina intrepida e guerriera, con le sue fragilità ma abbastanza coraggiosa per mettersi a capo di una gang di nani fuorilegge (i migliori attori inglesi rimpiccioliti da trucchi artigianali ed effetti speciali) e riconquistare con le armi il trono che le spetta. Al suo fianco il cacciatore, afflitto da un antico dolore e in cerca di riscatto come il più classico dei cowboy (è il muscoloso Chris Hemswoth che abbiamo visto nei panni di Thor). Ma se nel coloratissimo film di Tarsem la regina (Julia Roberts) era una perfida matrigna dedita a magia, seduzione e trattamenti estetici, la Charlize Theron di Sanders si tinge di nero corvino suscitando vero terrore mentre sul suo volto si alternano giovinezza e vecchiaia. Nuota in un lago di petrolio, si disintegra in mille uccellaci neri, indossa un mantello di piume più scure della notte e sogna di divorare il cuore della giovane e bella rivale. Ma anche lei è in fondo una vittima e alcuni <+corsivo>flashback<+tondo> aprono le porte a mille interpretazioni psicanalitiche. D’altra parte la strega disneyana con le sue dita adunche, il mantello nero e la risata a stridula ha terrorizzato generazioni di bambini a partire dal 1937. Questa non sarà da meno, soprattutto quando la vediamo aspirare la giovinezza dal corpo delle fanciulle che le vengono sacrificate.
Biancaneve e il cacciatore conserva alcune delle immortali icone della fiaba come la mela avvelenata e lo specchio (che però prende una forma vagamente umana), e c’è persino la foresta incantata con cinguettanti uccellini e morbidi coniglietti, e quella oscura dove il regista può sfoggiare un arsenale visivo dark e spaventoso. Ma il film deve moltissimo a pellicole come
Alice in Wonderland di Tim Burton (il produttore è lo stesso),
Il signore degli anelli di Peter Jackson,
I fratelli Grimm di Terry Gilliam e Giovanna d’Arco di Luc Besson, alla quale la Kristen Stewart rivestita di armatura assomiglia moltissimo. E chissà che non sia proprio questo ruolo, invece di quello deludente di
Sulla strada visto a Cannes, la porta d’ingresso per la giovane star a un cinema più adulto.