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Televisione. Pier Silvio Berlusconi: "Vorrei meno litigi e cronaca nera in tv"

Angela Calvini mercoledì 29 novembre 2023

L'Ad Mediaset Pier Silvio Berlusconi

"Quanto e’ dura! Da editore italiano stiamo per chiudere uno degli anni piu’ complicati della storia: i dati di ascolto ci confortano e sono di grande aiuto. Il bilancio dei primi nove mesi è un ottimo bilancio ma è stata dura". Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di MediaForEurope, ha incontrato oggi la stampa a Cologno Monzese per un bilancio di fine anno.

Comunque a tre mesi dall’avvio della stagione, gli ascolti paiono dare ragione alla scelta di un “cambio di passo” nei contenuti voluta da Pier Silvio Berlusconi, che ha voluto diversi cambiamenti nel palinsesto. A partire dal primo dei reality: "Sono assolutamente soddisfatto, trovo che sul Grande Fratello - ha detto l'ad - sia stato fatto un bellissimo lavoro dal punto di vista editoriale. Era una questione di rispetto e attenzione, non ho mai messo in discussione il programma, che è una macchina televisiva pazzesca, ma la modalità con cui veniva fatto. Ho detto agli autori: non scegliete il cast in base a dinamiche che devono essere litigi, tradimenti, intrighi, ma scegliete persone positive, poi le storie faranno il loro corso".

Per quanto riguarda Pomeriggio 5, dove Myrta Merlino ha preso il posto di Barbara D'Urso, "compito arduo, non sono un grandissimo fan dei contenitori dove si va da troppa cronaca nera a parlare di costume in maniera estremamente leggera. Misuro le parole, ma è in discussione il senso di quel tipo di contenitore. Sul prodotto siamo soddisfatti: Myrta Merlino si è trovata a dover fare un cambio a 360 gradi e ha una concorrenza molto forte. Poi se si potesse fare meno cronaca nera preferirei, ma dobbiamo fare ascolto". Di E' sempre Cartabianca, invece, "sono super soddisfatto, perché - ha spiegato - è un prodotto che mi è sempre piaciuto e ho cercato, corteggiando a lungo professionalmente Bianca Berlinguer, e i risultati che sta facendo sono molto soddisfacenti".

Per quanto riguarda i rapporti con il governo, dopo il caso Giambruno, e i fuori onda dell'ormai ex compagno della premier Giorgia Meloni trasmessi da Striscia la notizia "ho prima sofferto e poi sorriso - ha detto l'Ad - sulle dietrologie legate ai fuori onda di Striscia: Ricci è Ricci, piaccia o non piaccia, non penso che i rapporti con il governo possano cambiare per la vicenda legata a Striscia". "Ho parlato subito con il nostro presidente del Consiglio con cui ho un ottimo rapporto, le ho espresso il mio dispiacere”.

Quindi il bilancio di fine anno vede ascolti in crescita per le reti Mediaset anche grazie a un cambio di linguaggio e una rimodulazione del palinsesto», ma anche bilanci da rimettere in pari non senza difficoltà. A inizio anno ci siamo ritrovati - ha detto - , causa tassi di interesse e inflazione, con livelli di costi in crescita e Prosiebensat che ha azzerato i dividendi, che ci mancavano 90 milioni di euro rispetto all’anno prima: ancora una volta abbiamo risposto alla grande. La settimana scorsa ho presentato azioni messe in atto che pareggiavano i mancati ricavi e i maggiori costi e abbiamo pareggiato o fatto leggermente meglio con 91 milioni. Abbiamo chiuso l'anno scorso con un utile di 216 milioni di euro, sembrava impossibile raggiungere lo stesso livello ma oggi iniziamo a crederci". La raccolta pubblicitaria in Italia per il gruppo in ottobre é cresciuta dell’8,3%, in novembre del 9%, aggiunge Berluscon mentre positive sono le sinergie con le attività, "abbiamo già realizzato circa la metà delle sinergie previste, cioè tra i 27 e i 30 milioni".

Berlusconi però lancia un appello a difesa dell’editoria italiana. "Quanto è difficile la vita per gli editori italiani, svantaggiati di fronte ai grandi player internazionali a partire dai livelli di tassazione - spiega -, mentre le grandi multinazionali del web pagano il 3% di tasse sui ricavi in Italia. E’ ridicolo. Penso che sia giusto mettere in atto, studiandoli molto bene, sistemi di finanziamenti che spingano il settore televisivo: noi non possiamo accedere al tax credit e, con il nuovo approccio del governo al comparto, ci piacerebbe non essere svantaggiati. L’Italia è il Paese in Europa con il livello in assoluto più basso di finanziamenti l’audiovisivo".