Cinema. Bergoglio secondo Wenders
Il dialogo tra papa Francesco e il mondo contemporaneo, le sue riposte alle domande di uomini e donne di ogni provenienza ed estrazione sociale diventeranno il cuore del nuovo attesissimo documentario di Wim Wenders, Pope Francis - A Man of His Word. Un film storico, perché per la prima volta in assoluto un Pontefice si rivolge direttamente agli spettatori, affrontando argomenti come l'ecologia, l'immigrazione, il consumismo e la giustizia sociale.
Il regista tedesco è arrivato al Festival di Cannes insieme a monsignor Dario Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, in occasione del Festival Sacre de la Beauté, su cinema e spiritualità, e dell'affollatissimo panel presso l'American Pavillon dal titolo Fare film che contano, raccontando le ragioni che lo hanno spinto ad accettare l'invito del Centro televisivo vaticano a realizzare un film che raccontasse Bergoglio, grazie al quale la comunicazione è divenuta un elemento essenziale della Chiesa. «Quando mi è stato proposto di realizzare un film sul Papa ho capito subito che non avrei potuto farlo raccontando la sua biografia. Le sue parole, che sin dall'inizio sono state importanti per tante persone in tutto il mondo, quelle sì. E quindi sarà un lavoro concentrato su ciò che il Papa dice, su quelle parole così rilevanti in un mondo dove si dicono tante idiozie».
Prodotto dallo stesso Wenders con Samanta Gandolfi Branca, Alessandro Lo Monaco, Andrea Gambetta e David, il documentario distribuito da Focus Features è una coproduzione realizzata da Célestes Images, Centro Televisivo Vaticano, Solares Fondazione delle Arti, PTS Art's Factory, Neue Road Movies, Fondazione Solares Suisse, Decia Films. Nei giorni scorsi era già stato annunciato al mercato di Cannes il film per famiglie Beyond the Sun, in cui il Pontefice si rivolge ai bambini per comunicare il messaggio di Gesù.«Papa Francesco – continua il regista – è l'esempio vivente di un uomo che si batte per ciò che dice e nel nostro documentario egli si rivolge direttamente allo spettatore, in modo sincero e spontaneo. Volevamo che Pope Francis - A Man of His Word fosse un film per ogni tipo di pubblico, poiché il messaggio del Papa è universale e grazie alla piena collaborazione del Vaticano, abbiamo avuto il privilegio di accedere a molte udienze con Papa Francesco. Focus Features si unisce ora a noi nel portare la sua straordinaria compassione e il suo profondo umanesimo al pubblico di tutto il mondo».
«Se penso alla poetica di Wenders – dice Viganò – mi si presentano gli angeli protagonisti ne Il cielo sopra Berlino e in Così lontano, così vicino. Sono angeli che attraversano in filigrana l'esperienza biblica e quella letteraria, molto lontani dallo stereotipo devozionale. Wenders ha la consapevolezza che è il fascio di luce dello sguardo a rendere puro o impuro il mondo: responsabilità che si respira nei movimenti dei suoi racconti documentari, che toccano le corde del cuore e dell'intelligenza. Per questo abbiamo voluto avere il maestro tedesco a segnare l'apertura del Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da papa Francesco. E così è nata dal Centro televisivo vaticano la proposta di un film, un'esperienza cinematografica intensa, una testimonianza raccolta attraverso la macchina da presa che diviene, come lo fu per Leone XIII, un ponte, un abbraccio con gli uomini e le donne di ogni fede, cultura, appartenenza sociale o politica». E sono proprio gli angeli che Viganò propone come patroni della settima arte. «Gli angeli sono fatti di luce e movimento, proprio come il cinema, e si introducono nel cuore delle persone per poi volare all'orecchio di Dio e sussurrargli bisogni, paure, sogni e desideri degli esseri umani».
«A contare saranno le parole di Francesco – dice ancora Wenders –, non il mio film. Fortunatamente nessun regista e nessuno studio cinematografico possono pianificare film rilevanti, ma a volte accade che qualcosa uscito dal cuore di un regista entri in quello del pubblico. Un piccolo miracolo di condivisione. Quali sono allora i film che contano? Quelli che aiutano lo spettatore a vivere meglio, a comprendere qualcosa in più sull'uomo, a osservare la realtà con occhi diversi. I film in realtà virtuale? Non credo che sia la maniera adatta di raccontare una storia. L'ho sperimentato come spettatore e mi sono sentito incredibilmente solo. Preferisco di gran lunga stare con altre persone in una sala perché il cinema è un momento di condivisione». Peter Kujawski, presidente di Focus Features, ha dichiarato: «La convinzione che il cinema possa avere un impatto sugli individui e sul mondo in generale è di assoluta centralità nella nostra compagnia. Ed è con grande umiltà che affrontiamo il compito di seminare questo film nella cultura globale, in modo che i pensieri e le parole di un leader spirituale così influente e compassionevole come papa Francesco possano mettere radici».