Il podio svanisce, ma la strada per Rio 2016 è ancora aperta e passerà domani dalla sfida con la coriacea Repubblica Ceca. D’altronde i numeri non mentono mai, alla Lituania non la battevamo dalla notte magica di Atene nel 2004 e resta un brutto cliente, cestisticamente parlando. Non ci siamo riusciti nemmeno questa volta, con l’occasione di prendere una medaglia agli Europei undici anni dopo la Svezia (85-95 al supplementare). Colpa di un crollo nel finale dopo un corpo a corpo di 40 minuti chiuso in parità (79-79). Alti, atletici, veloci, tecnicamente buoni anche se non eccelsi come in passato, ma capaci di un terribile 56% al tiro. Per gli azzurri c’era poco altro da fare che sfruttare la velocità, il tiro da fuori (pur in una serata non troppo felice) e la grinta, visto che nell’area pitturata il gigante Valanciunas ha fatto il bello e il cattivo tempo. L’Italia che strada facendo ha trovato se stessa, giocando sempre più di squadra, se non sempre bene, ha continuato a fare quello che le ha permesso di arrivare a questi ottavi di finale, con un piede nel gruppo di squadre che si giocheranno il pass per i Giochi brasiliani 2016. L’ha tenuta a galla la mira da fuori, Belinelli a Aradori nel primo tempo soprattutto, il lavoro oscuro e utile della panchina, Cusin e Melli hanno dato agli azzurri il massimo vantaggio (28-21), oltre alle ormai abituali incursioni di Gentile che, a costo di giocare uno contro tutti, ha tagliato la difesa dei baltici e ha segnato canestri di personalità. Poi sprazzi di Belinelli e molto, più di tutte le altre volte, in una serata in cui Gallinari è venuto fuori solo alla fine, l’ha dato Andrea Bargnani che è stato in forse fino all’ultimo, per un risentimento al polpaccio che l’ha tenuto a bagnomaria in questo cammino nell’Europeo e più in generale nella sua ultima stagione Nba. Punti importanti e presenza, in una staffetta ideale con Gallo che è uscito appunto alla distanza. L’andamento dei singoli quarti (20-21, 16-16, 23-23) e fino all’overtime, nel quale i lituani hanno avuto più nervi e sangue freddo. Peccato, per questa Italia che pareva ormai lanciata. Nel tabellone verso le semifinali, caduta la quotata Grecia contro la Spagna e vittoria tutt’altro che semplice della Serbia contro la rivelazione Repubblica Ceca.