Tv2000. Beata Clelia Merloni, un "cuore" da film
Silvia Budri nei panni di Clelia Merloni in "Cento Cuori"
«Quando c’è la tempesta mi rifugio nel Sacro Cuore di Gesù »: sono parole che la beata Clelia Merloni, fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, pronuncia nel film a lei dedicato, intitolato Cento Cuori, realizzato dalla società torinese Fogo Multimedia. Oggi, lunedì 10 luglio, alle 20.55, sarà trasmesso in prima visione su TV2000. Il grande pubblico potrà così assistere ad un film «bellissimo. L’ho visto, ho pianto e mi sono emozionata. L’ho rivisto, ho pianto e mi sono emozionata», dice Silvia Budri, l’attrice che interpreta madre Clelia, che continua: «È stata un’esperienza che mi ha segnata, anche perché ci sono alcuni passaggi nella vita di madre Clelia che somigliano ad alcuni passaggi della mia vita. Ho anche intessuto un rapporto bellissimo con le suore. Per loro ormai io sono madre Clelia». Il cast è d’eccezione: oltre alla Budri, ci sono Beatrice Fazi, Massimo Bonetti, Alessandra Costanzo, Remo Girone, Pamela Villoresi e molti altri. «Abbiamo tanto desiderato questo film, affinché si potesse conoscere la storia di una donna che ha precorso i tempi, e che parla anche agli uomini e alle donne di oggi - sottolinea madre Miriam Cunha Sobrinha, superiora generale della congregazione -. Le fatiche che ha affrontato, la sua fede, le sue convinzioni, i valori espressi, in particolare il perdono, uno dei pilastri del suo carisma, restano una chiave di volta anche per il nostro tempo». «In realtà non si tratta di un film, bensì di due in uno - afferma il regista e sceneggiatore Paolo Damosso -: da un lato, è la storia degli ultimi trent’anni (da fine 1800 al 1930) di madre Clelia, profondamente radicata nelle fonti; in parallelo, e costantemente intrecciata, c’è una vicenda che si svolge in un liceo dei giorni nostri e che riguarda il corpo docenti. Avviene un fatto spiacevole nei confronti di una professoressa, un fatto dalle tinte gialle. Di più, naturalmente, non dico. L’originalità sta nel fatto che entrambe le storie sono interpretate dallo stesso cast. Le due storie si intrecciano, si avvicinano sempre di più dal punto di vista valoriale ed emotivo, fino ad arrivare quasi ad una compenetrazione. Significa che cambiano le epoche, cambiano i vestiti, cambiano le ambientazioni, le abitudini formali, ma l’essere umano continua sempre a porsi le stesse domande, ad avere le stesse fragilità, gli stessi egoismi, gli stessi slanci». «Per madre Clelia - riprende la madre generale - le uniche risposte che hanno un senso sono quelle legate all’unica vera novità che attraversa il tempo, cioè il messaggio di verità di Gesù Cristo, a cui lei si è affidata completamente, e che si coniuga e si declina nelle realtà e nei secoli diversi». Due ore di film hanno richiesto sei settimane abbondanti di riprese nei due conventi di Roma e Alessandria. «Le suore si sono rese protagoniste come comparse, cucendo i vestiti, vestendo i panni delle loro consorelle del passato, maneggiando oggetti reali, presi dalle teche del museo di madre Clelia - riprende Damosso -. Il film propone ambienti veri, oggetti che hanno una storia, episodi di vita inediti. Insomma, un film-verità, il cui valore ce l’ha insegnato proprio madre Clelia, pagando un prezzo altissimo, ma senza mai piegarsi». Direttore della fotografia è Alessandro Mattiolo; la colonna sonora originale è del musicista Enrico Sabena. Il film sarà distribuito anche nelle versioni in portoghese, inglese e spagnolo. In autunno sono previste presentazioni e distribuzione televisiva in Brasile e negli Usa dove le Apostole sono presenti da inizio ’900.