Il festival in Germania. Bayreuth, omaggio con Wagner ai cristiani perseguitati?
Ogni anno c’è un mese in cui i cultori della maestosità musicale di Richard Wagner (1813-1883) entrano puntualmente in fibrillazione e si mobilitano. È il mese che va dal 25 luglio alla fine di agosto quando si tiene il Festival wagneriano di Bayreuth, la kermesse lirica per eccellenza della Germania. Quest’anno la manifestazione si apre con la nuova produzione di Parsifal fra straordinarie misure di sicurezza. Sulla “collina verde” della città della Baviera che accoglie il teatro fatto costruire dal compositore tedesco a misura delle sue imponenti partiture, la rassegna voluta dallo stesso Wagner è considerata a “rischio” dalla polizia e dall’intelligence. Anche perché da mesi si annuncia una lettura di Parsifal (almeno in alcuni tratti) in chiave anti-islamica da parte del regista Uwe Eric Laufenberg che la pronipote del cantore di Sigfrido, la 38enne Katharina Wagner – al timone del Festival, da sempre nelle mani del clan Wagner –, ha scelto per mettere in scena l’opera di “congedo” del genio rivoluzionario.
Ma Laufenberg, che è direttore del Teatro di Stato dell’Assia a Wiesbaden, getta acqua sul fuoco alla vigilia della prima. «La violenza non dipende dall’islam – ha spiegato ai giornali tedeschi – ma dagli uomini che strumentalizzano la religione». E ha voluto sottolineare che la figura di Klingsor – l’uomo mago che si comverte al male e gioisce della vendetta – «è ovunque: nell’ebraismo, nell’islam o nel cristianesimo» in quando «utilizza le persone come strumento per aumentare il proprio potere». Laufenberg ha confermato che nel suo allestimento il pubblico vedrà l’interno di una chiesa. «Ci siamo chiesti come si possa immaginare una chiesa in un ambiente pericoloso – ha detto il regista –. Un ambiente in cui i cristiani sono minacciati ma tentano comunque di donare assistenza a chi è intorno a loro».
La prima di Bayreuth è un evento per la Germania. Ogni 25 luglio sfilano di fronte al teatro politici, imprenditori, esponenti della cultura, star dello spettacolo. E di solito anche la cancelleria Angela Markel, appassionata d’opera (e soprattutto dei titoli di Wagner). Quest’anno, però, non ci sarà. «Non per ragioni di sicurezza», fanno sapere dal suo entourage. Però l'attentato di Monaco ha fatto cambiare i programmi. Lunedì 25 luglio non ci sarà alcun tappeto rosso di fronte al teatro, ha annunciato il municipio. Ed è stato annullato anche il tradizionale ricevimento di Stato dopo l'opera per rispetto delle vittime e delle loro famiglie, ha evidenziato il governo bavarese. «Parsifal è un capolavoro che invia un messaggio di pace e di riconciliazione», ha spiegato il regista.
A Bayreuth si va per ascoltare Wagner alla maniera di Wagner. E si possono attendere anche dieci anni per un biglietto che al mercato nero arriva a costare fino a tremila euro. Tutti elementi che alimentano il mito di Bayreuth dove quest’anno il cartellone prevede appena trenta rappresentazioni, ambite dai melomani di tutto il monto.
In programma anche Tristano e Isotta (“Tristan und Isolde”), produzione con la regia di Katharina Wagner che aveva aperto il Festival del 2015. Sul podio ci sarà di nuovo Christian Thielemann, una delle migliori attuali bacchette wagneriane, che dallo scorso anno è il direttore artistico di Bayreuth. Tristan sarà ancora Stephen Gould, mentre cambia Isolde: non più Evelyn Herlitzius – che non aveva eccessivamente convinto dodici mesi fa – ma Petra Lang.Tornano poi L’olandese volante diretto da Axel Kober e le quattro opere che compongono il Ring (L’oro del Reno, Valchiria, Sigfrido e Il crepuscolo degli dei) nella controversa produzione del bicentenario wagneriano del 2013 con la regia d’avanguardia (ma in alcuni passaggi molto interessante) di Frank Castorf. Sul podio per l’intero ciclo non più la stella Kirill Petrenko, che lo scorso anno aveva “divorziato” con parole pesanti dal Festival, ma il polacco Marek Janowski, esponente della tradizione musicale tedesca.