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Monteverdi Festival. L'Orfeo scende in metropolitana e il barocco diventa multimediale

Marcello Palmieri sabato 4 maggio 2019

L'Orfeo nel metrò, quando il Barocco diventa multimediale ed entra nel contemporaneo

A Cremona, il barocco musicale ringiovanisce. L’elisir – tutt’altro che segreto, in questo caso –, l’ha scoperto il teatro Ponchielli: si chiama “Young Barocco”, ed è una sorta di brand che distilla occasioni di crescita per cantanti e strumentisti portati ad approfondire l’esperienza musicale inaugurata dal “Divin Claudio”. Monteverdi, appunto, l’illustre cremonese che nel 1607 – alla corte gonzaghesca di Mantova – diede alla luce la prima opera lirica della storia: L’Orfeo.

Un evento troppo importante perchè la città natale si dimenticasse del suo genio: ecco allora ogni anno il Monteverdi Festival, quest’anno – alla faccia di chi ritiene il barocco una musica per una ristretta e attempata cerchia di cultori – più giovane che mai. Non è stato un Orfeo canonico a inaugurarlo, ma L’Orfeo nel Metrò: un’ambientazione multimediale e dirompente della musica di sempre, frutto del sodalizio professionale tra il regista Luigi De Angelis e il direttore Hernàn Schvartzman. Giovanissimo il cast, con strumentisti (selezionati attraverso un bando internazionale) e cantanti (della “Civica” di Milano), tutti studenti ed ex studenti, perlopiù tra i 22 ai 27 anni. E per capirci: la più “vecchia” interprete ne ha 34.

Ma per restituire lo spirito di questa multimediale prima mondiale, le parole non bastano: ecco allora un videoservizio di Federica Priori, la stessa giornalista di Cremona 1 Tv chiamata a registrare, per una gustosa scena dell’opera, il finto Tg che annuncia a musicisti e pubblico la morte di Euridice:


Ma attenzione: archiviato L’Orfeo, i giovani se ne guardano bene dall’uscire di scena. Anzi. Hanno tra i 18 e i 30 anni i musicisti che stanno partecipando al workshop residenziale con Riccardo Tampieri, Ottavio Dantone e Delphine Galou, tre grandi nomi del barocco nel mondo: e giovedì 9 maggio, sempre al Ponchielli, sotto il nome di “Residenza Cremona Barocca” eseguiranno brani di Händel e Vivaldi.

Giovedì 23 maggio, invece, a salire sul palco sarà Andrea Buccarella: cembalista vincitore del Concorso internazionale di Bruges, classe 1987, interpreterà nella chiesa di Sant’Abbondio la Variazione 1 Goldberg di Bach. Musica giovane, dunque, ma non solo.

L’edizione 2019 del Monteverdi Festival ha come sottotitolo “Contrasti Creativi”, e il perché lo si capisce alla semplice lettura del programma. Per esempio: la performance di Buccarella sarà seguita, il giorno successivo, non più da quella di un artista emergente, bensì dall’intervento di un’altra pietra miliare del barocco: Rinaldo Alessandrini, che con il suo Concerto Italiano farà rivivere la Variazione 2 Goldberg, sempre di Bach. E lo stesso Dantone, già venerdì 10 maggio, guiderà la sua Accademia Bizantina con il contralto (e moglie) Galou – presso il Museo del Violino – alla riscoperta di Jommelli e Vivaldi.

Grande “contrasto creativo” sarà poi quello di mercoledì 29 maggio, dove sul palco del Ponchielli musica antica e danza contemporanea si fonderanno in Terza Prattica – Monteverdi revisited, una produzione della compagnia Tero Saarinen con la Helsinki Baroque Orchestra. E così come L’Orfeo è il capolavoro profano del “Divin Claudio”, anche quest’anno il Festival non lascerà in ombra il suo “alter ego” sacro: il monumentale “Vespero della Beata Vergine Maria” risuonerà in San Marcellino sabato 25 maggio, affidato al Dunedin Consort, dopo che una settimana prima, nel cortile della chiesa del Foppone, sarà andata in scena un’altra chicca dell’edizione 2019: un concerto al solo bagliore di plenilunio e candele, con l’ensemble britannico Tenebrae che eseguirà i Tenebrae Responsoria & Requiem di Da Victoria.

E così come il Festival ha esordito con un viaggio, quello di Orfeo, con lo stesso spirito si concluderà: torna venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno la crociera musicale sul Po tra Cremona, Mantova e Venezia, le tre città a cui Monteverdi donò il suo talento. E dopo il metrò, tutti di nuovo insieme. Stavolta sulla stessa barca.