Europa League. Atalanta nella storia: vince 3 a 0 a Liverpool
Mister Gasperini e i suoi ragazzi festeggiano sul prato di Anfield
Grande impresa dell'Atalanta, che sbanca Anfield nel quarto di finale di andata dell'Europa League, a Liverpool finisce 0-3. Al terzo minuto gigantesca occasione per i bergamaschi ma Pasalic non riesce a concludere in rete da pochi passi perché il suo tiro viene deviato col volto da Kelleher. Partita vivace nel primo quarto d'ora, con le due squadre che giocano a viso aperto. Al 16' Nunez grazia Musso: liberato davanti al portiere nerazzurro, sbaglia il colpo sotto e la palla esce sul fondo. Dieci minuti più tardi Liverpool vicinissimo al gol, con lo splendido sinistro a giro di Harvey Elliott che colpisce la traversa e il palo ma non entra in porta.
Atalanta in vantaggio al 38', con Scamacca che da centro area capitalizza nel migliore dei modi un cross basso dalla destra di Zappacosta sorprendendo il portiere dei Reds. La Dea potrebbe raddoppiare all'ultimo respiro del primo tempo ma Koopmeiners, solo davanti a Kelleher, non riesce superare l'estremo difensore avversario, che sventa la minaccia uscendo alla disperata.
Nella ripresa Liverpool all'attacco, con il neo entrato Salah che impegna Musso di sinistro al 54'. Un minuto più tardi altra chance per Nunez, che manda alto. Al 60' i bergamaschi raddoppiano, ancora con Scamacca, sinistro di controbalzo su assist dalla destra di De Ketelaere. Al 65' i nerazzurri potrebbero fare il tris ma Koopmeiners non è preciso col sinistro da ottima posizione. Il Liverpool non ci sta, al 69' trova anche la rete con Salah ma il guardalinee segnala una posizione di fuorigioco. L'Atalanta non si fa intimorire ed anzi riparte di slancio trovando il terzo gol all'83' con Pasalic, tap-in dopo una respinta del portiere di casa su Ederson, smarcato da Scamacca. I Reds provano a rendere meno netto il passivo ma il risultato non cambia più e l'Atalanta festeggia una notte da ricordare.
Roma, buona la prima
Va alla Roma il primo round di Europa League contro il Milan. La squadra di De Rossi, dopo sette anni, si impone 1-0 a San Siro nell'andata dei quarti di finale, grazie al gol di Gianluca Mancini. Stesso risultato e stessa dinamica del derby e la Roma trova il secondo successo consecutivo. Il Milan che contro la Roma, in campionato, ha vinto sia all'andata sia al ritorno, dovrà cercare di rifarsi all'Olimpico se non vorrà uscire di scena.
Sono due i cambi di De Rossi rispetto al derby vinto con la Lazio, con Smalling al posto dello squalificato N'Dicka e Spinazzola al posto di Angelino. Ma più che gli uomini è l'assetto e la disposizione che sorprende il Milan. Il tecnico giallorosso infatti, per bloccare il più possibile le iniziative sulla fascia sinistra milanista, dove ci sono Theo Hernandez e Leao, piazza Celik ed El Shaarawy a supporto, mentre sulla sinistra va Pellegrini a scalare con Dybala pronto a svariare e appoggiare Lukaku. Pioli non cambia il suo assetto con Thiaw e Gabbia centrali di difesa e con Bennacer, Reijnders a centrocampo con Pulisic, Loftus Cheek e Leao dietro a Giroud.
L'inizio della Roma spiazza i rossoneri che non riescono ad incidere e subiscono il palleggio dal basso e molto tecnico della Roma. Già al 4' arriva il primo squillo di Dybala, che prova uno scavetto dopo un bello scambio ma il sinistro dell'argentino finisce alto. La prima occasione per il Milan arriva all'8' con Reijnders che calcia con il sinistro dal limite ma Svilar devia. Al 16' super intervento di Maignan, sulla conclusione di El Shaarawy deviata da Gabbia il portiere francese con un colpo di reni manda sopra la traversa. Al 17' sugli sviluppi del corner la Roma passa: angolo di Dybala e testa di Mancini, gol dell'1-0 come nel derby con la Lazio. Il Milan tenta subito la reazione: al 20' colpo di testa di Loftus, ma Lukaku salva sulla linea due volte, respingendo la sfera.
Al 26' lo stesso attaccante belga va vicino al raddoppio con Gabbia che sfiora l'autogol nel tentativo di anticiparlo in area di rigore.
Il Milan rialza i giri del suo motore e arriva al tiro con Leao in rovesciata al 34' e ancora con Reijnders al 42' ma Svilar devia ancora. Nel mezzo ancora una occasione per Lukaku: ennesimo affondo di El Shaarawy, Maignan interviene a mano aperta e il belga da due passi non arriva sul pallone. Al 44' ultima chance ancora giallorossa con Spinazzola che si invola in area dopo aver saltato Calabria ma il pallone viene deviato in angolo.
Nessun cambio per le due squadre ad inizio ripresa con la squadra di Pioli che cerca subito di affondare ma lascia grandi spazi in avanti per la Roma. Al 60' Pioli però mette fuori uno spento Bennacer, ed inserisce Adli, ma i giallorossi vanno vicini al raddoppio al 61' con Pellegrini che manda il pallone di poco fuori alla sinistra di Maignan e al 63' tocca a Cristante provarci, mandando la sfera fuori di poco nell'angolo opposto. Al 68' si fa rivedere il Milan con il colpo di testa di Theo Hernandez di poco al lato. Il Milan prova spesso dal limite e al 71' si rinnova la sfida tra Reijnders e Svilar, ancora vinta dal portiere giallorosso. Al 75' Milan vicino al pari: Adli prova un destro beffardo ma Svilar in tuffo tocca in tuffo e con l'aiuto della traversa manda in angolo.
La Roma si abbassa e i padroni di casa alzano i ritmi. Pioli cambia l'attacco, fuori Pulisic e Leao, molto appannato, inserisce Okafor e Chukwueze per l'assalto finale. De Rossi risponde con Abraham al posto di Dybala, per rialzare la squadra. All'87' clamorosa occasione per il Milan: slalom in area sulla linea di fondo di Chukwueze, palla a Giroud che spedisce sulla traversa. Il Milan chiede anche un rigore nel finale per un fallo di mano di Abraham, ma l'arbitro Turpin fa proseguire. Termina 1-0 per la Roma ed è tutto rimandato all'Olimpico.
Conference League: Fiorentina a secco in Repubblica Ceca
La Fiorentina non riesce ad andare oltre lo 0-0 contro il Viktoria Plzen nell'andata dei quarti di Conference League. Nella Doosan Arena di Pikzen, in Repubblica Ceca, i viola hanno fatto come al solito tanto possesso palla ma senza riuscire a mettere davvero in difficoltà la difesa avversaria che si conferma impenetrabile (appena un gol subito nelle ultime nove gare di coppa). Entrambe le squadra mantengono l'imbattibilità nella competizione ma in chiave qualificazione alle semifinali tutto si deciderà fra sette giorni al Franchi dove gli uomini di Vincenzo Italiano dovranno riuscire per forza a trovare il gol.
Il tecnico viola, che per adesso ha congelato ogni discorso sul futuro per concentrarsi solo su questi ultimi mesi decisivi per gli obiettivi suoi e della propria squadra, puntava a tornare dalla trasferta ceca - primo impegno europeo dopo la scomparsa del dg Barone - con un successo per ipotecare il passaggio di turno e contribuire a consolidare il ranking del nostro calcio utile per avere cinque squadre nella futura Champions. Nell'occasione ha rilanciato Dodo, Quarta, Arthur, Sottil e Beltran, quest'ultimo reduce dall'esclusione contro la Juve. Confermati tra gli altri Nico Gonzalez sulla corsia destra, Belotti punta centrale e Mandragora in mediana. Neppure in panchina invece Bonaventura alle prese con una botta alla caviglia. Molte più assenze nel Viktoria Plzen che in avanti si è affidato a Chory supportato da Vydra e Sulc: proprio questi ultimi due hanno confezionato l'unica vera occasione nel primo tempo, con un tiro che è finito di poco a lato.
I viola hanno sempre controllato il match però senza mai impensierire il portiere avversario: un tentativo dalla distanza di Quarta, un colpo di testa di Belotti parato senza problemi.
Per cercare di superare l'attenta e impenetrabile difesa del Viktoria occorreva velocizzare il gioco. Cosa che la Fiorentina nella ripresa ha provato a fare ma con poca continuità e pericolosità: a parte un affondo di Beltran neutralizzato da Jedlicka ad accendersi in campo sono stati i fumogeni lanciati stupidamente dal settore dei tifosi viola costringendo l'arbitro a sospendere per un paio di minuti la gara e Gonzalez, Dodo e Biraghi a intervenire per tirarli via e per calmare i propri sostenitori.
Per provare a sbloccare il risultato Italiano ha giocato nel finale le carte Nzola, Barak, Kouamé e Ikonè, rivoluzionando tutto il reparto offensivo, ma i cambi non hanno sortito l'effetto sperato. Così il Viktoria ha festeggiato alla fine il terzo 0-0 di fila nella competizione, al contrario della Fiorentina che dovrà essere più concreta e pungente fra una settimana.