Archeologia. Il Getty Museum restituisce all'Italia "Orfeo e le Sirene"
Particolare del gruppo scultore con "Orfeo e le Sirene" al Getty Museum di Los Angeles
Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles restituirà sculture antiche e altre opere d'arte che sono state trafugate dall'Italia. Il museo ha annunciato che la prima tranche di consegne è prevista il mese prossimo e riguarderà il gruppo scultoreo "Orfeo e le sirene"; altri quattro pezzi seguiranno in un secondo momento, tra cui una gigantesca testa di marmo, un bruciatore di incenso, uno stampo antico per la realizzazione di ciondoli e un dipinto dell'800.
"Orfeo e le Sirene" è gruppo scultoreo di tre terrecotte, quasi a grandezza naturale, che da decenni costituisce uno dei pezzi più importanti e antichi della collezione del Museo. I tribunali hanno stabilito però che provengono da scavi illegali in Italia.
L'Unità per il traffico di antichità dell'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan a New York sta conducendo un'indagine giudiziaria sulla questione "non correlata al Getty" e "le prove ci hanno persuaso che le statue erano state trafugate illegalmente e che era opportuno restituirle, in conformità con la politica del Getty", ha detto al Los Angeles Times la portavoce del museo Julie Jaskol.
I tre pezzi del gruppo "Orfeo e le sirene", risalenti al IV secolo avanti Cristo, sono estremamente fragili, quindi per il loro rimpatrio il museo lavora con "attrezzature e procedure appositamente progettate". Erano entrate in collezione nel marzo 1976, acquistati per 550mila dollari. Dal 2006 le statue comparivano in un elenco di manufatti di cui l'Italia rivendicava il possesso. Provenienti probabilmente dall'area tarantina, avranno come casa definitiva il Museo Archeologico Nazionale di Taranto ma faranno prima tappa nel Museo dell'Arte Salvata, come ha annunciato oggi il ministro della Cultura Dario Franceschini elogiando la collaborazione tra gli investigatori Usa e il Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc).
Il gruppo scultore con "Orfeo e le Sirene" al Getty Museum di Los Angeles - Ansa
La restituzione fa seguito a un'inchiesta di tipo penale condotta da Matthew Bogdanos dell'ufficio della procura di Manhattan specializzato nella lotta contro il traffico di antichità, lo stesso che nei giorni scorsi ha portato alla riconsegna all'Italia di 142 reperti archeologici, molti dei quali provenienti dalla raccolta del finanziere newyorkese Michael Steinhardt. "Il Getty
ha collaborato, ma questa è un'inchiesta penale in corso", ha detto all'ANSA Bogdanos. Il detective ha detto che l'inchiesta è iniziata "molti anni fa" e che è arrivata al gruppo del Getty partendo dalle reti, cioè, di trafficanti di antichità che operano in Italia e che includono "i soliti nomi coinvolti in altre vicende, tra cui il tarantino Raffaele Monticelli. Abbiamo scoperto come il gruppo di statue è arrivato dall'Italia alla Svizzera e poi negli Stati Uniti".
L'indagine, condotta in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, è ancora in corso: ha portato, oltre che all'Orfeo, ad altri pezzi e potrebbe condurre ad altre novità in futuro. Intanto però con "Orfeo e le Sirene" verranno inoltre restituite una testa colossale di divinità del secondo secolo dopo Cristo, una forma di pietra per la fusione di orecchini a pendente dello stesso periodo, un dipinto a olio intitolato "L'Oracolo di Delfi" del 1881 del pittore napoletano Camillo Miola (detto Biacca) e un incensiere etrusco di bronzo del quarto secolo avanti Cristo. I primi tre pezzi erano stati acquistati dal Getty negli anni Settanta, il quarto nel 1996. Nessuno è mai stato esposto negli ultimi anni.
il faldone dei rapporti tra Getty Museum e Italia è alto e piuttosto "caldo". Il museo californiano nei primi anni del 2000 è stato al centro di polemiche per gli acquisti di opere d'arte scavate illegalmente e la sua ex curatrice Marion True finì sotto processo in Italia. Più di recente il Getty è stato al centro di un braccio di ferro con la magistratura italiana su una statua di bronzo - l'Atleta Vittorioso - attribuita a Lisippo, ripescata nel 1964 da pescatori in Adriatico e di cui l'Italia, forte di una sentenza della Cassazione del 2018, sta chiedendo da anni il rimpatrio. Il museo si oppone sostenendo che l'area in cui la scultura fu ripescata sarebbe invece in acque internazionali.