«Quando mio marito ed io ci siamo avventurati in questa grande produzione della
Bibbia in tv, a Hollywood in tanti ci dicevano che avremmo perso il denaro e la faccia. Oltre 100 milioni di spettatori in tutto il mondo li hanno smentiti. Ed ora prepariamo una serie specificamente dagli
Atti degli Apostoli». La produttrice
Roma Downey è evidentemente soddisfatta dei record macinati dalla serie tv di 10 ore
The Bible, prodotta da lei e dal marito Mark Burnett con la loro LightWorkers Media, andata in onda con successo su History Channel nel 2013 e venduta in mezzo mondo («ora arriverà anche in Asia» ci anticipa) e da cui è stato tratto il film per le sale
Son of God. La Bibbia ha fatto volare anche gli ascolti su Rete 4, dove si conclude domani in prima serata con la Passione e Resurrezione di Cristo e dove la stessa Roma Downey (attrice diventata famosa per
Il tocco di un angelo) si è ritagliata la parte di Maria: «Un grande onore e una grande responsabilità interpretare la madre di Dio, ho pregato prima di ogni scena. Perché è un lavoro in cui credo e fatto con amore. Io sono cattolica, cresciuta in Irlanda – ci spiega la produttrice dalla sua casa di Malibu –. Con mia mamma, morta quando ero bambina, recitavamo sempre il rosario e mio fratello maggiore è sacerdote. Ecco, attraverso la televisione vogliamo fare passare un messaggio: Dio c’è, ti ama e vuole farti felice». Coniugando fede e business, da buoni americani pragmatici i coniugi Burnett hanno pensato di proseguire l’avventura. Quest’estate inizieranno le riprese di
A.D., la nuova serie di 12 ore tratta dagli
Atti degli Apostoli, in onda nella primavera del 2015 sulla rete americana Nbc. «Racconteremo la storia a partire dagli ultimi momenti della Crocifissione e dalla Resurrezione, seguendo poi le vicende degli apostoli Pietro, Tommaso, Giovanni – spiega –. E, se andrà bene, proseguiremo con un’altra serie di 12 ore tutta su san Paolo». Inevitabile una certa spettacolarizzazione in linea con le regole di Hollywood. «Sarà una sorta di
Band of brothers (la serie sulla Seconda Guerra Mondiale prodotta da Spielberg) della fede. Seguiremo gli Apostoli nei loro momenti di sbandamento, di confusione, di pericolo, di paura, e vedremo come si sono organizzati diffondendo la Buona Novella. La storia del cristianesimo passa attraverso prove molto dure». La Downey promette però rigore: «Certo ci saranno musica, effetti speciali e azione. Ma saremo fedeli al testo. Come nella
Bibbia cerchiamo di non creare divisioni e di non offendere nessuno, specie gli ebrei. Anzi abbiamo sempre sottolineato la continuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento». A tale scopo verrà quindi ingaggiato un folto team di consulenti interreligiosi: per la
Bibbia furono 47, fra cui rabbini, leader protestanti, evangelici «e il cardinale Wuerl, arcivescovo di Whasington, di cui siamo diventanti amici» svela Roma. L’intento è dichiaratamente divulgativo: «Certo, la
Bibbia tv può avere anche dei momenti forti, ma il nostro tentativo è quello di mostrare degli uomini reali, gente vera con le sue sofferenze e i suoi sogni, in cui il pubblico possa immedesimarsi. Ma noi vogliamo anche – aggiunge – che passi una storia potente e universale, una storia d’amore e di grazia per tutta l’umanità. Una storia che in troppi, soprattutto i giovani, non conoscono. Una volta c’erano splendide vetrate e affreschi nelle chiese che spiegavano queste storie, il mezzo di oggi è la televisione. E se una famiglia si siede davanti al piccolo schermo e poi discute della fede, il nostro obiettivo è raggiunto». Ma come si spiega il successo in questo momento del genere religioso, vedi gli incassi del kolossal
Noah con Russell Crowe? Per la produttrice è chiaro: «Dentro di noi oggi c’è un vuoto. Ma l’umanità ha fame di una connessione con Dio». E Papa Francesco ha colto in pieno questo bisogno profondo. «Amo questo Papa, da quando è stato eletto ho visto tornare a messa nella mia chiesa tanta gente che non la frequentava più. A fine aprile sarò a Roma, spero almeno di salutarlo da lontano, in mezzo alla folla di piazza San Pietro».