Agorà

INTERVISTA. Antonio Rossi: «Ora remo per i disabili»

Carmen Morrone martedì 20 ottobre 2009
Plurimedagliato della canoa azzurra e portabandiera della nazionale italiana alle ultime Olimpiadi di Pechino: Antonio Rossi a quasi 41 anni non ha ancora messo i remi in canoa e nel tempo libero - che riesce a ritagliare dopo quello dedicato alla moglie Lucia e ai figli Angelica e Riccardo Yuri e al ruolo di assessore allo sport della provincia di Lecco - con gli amici e colleghi paralimpici incontra i ragazzi delle scuole e i pazienti dei centri di riabilitazione.Lei ha partecipato alla giornata nazionale paralimpica organizzata dal comitato della Lombardia. Com’è andata? È stata la prima volta e con piacere ho visto oltre 2mila bambini seguire con curiosità e attenzione le dimostrazioni delle discipline.La canoa per atleti disabili o come viene chiamata a livello internazionale paddleability (paddle è la pagaia) non è sport paralimpico...La Federazione internazionale sta lavorando perché alle paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 la canoa sia  una delle discipline. Quest’anno ci sono stati dei passi da gigante verso questo obiettivo. Nel 2009 atleti disabili hanno gareggiato nel campionato del mondo velocità a Dartmouth. Ai campionati europei che ad agosto si sono tenuti ad Halifax in Canada le gare si sono svolte in contemporanea e tra l’atro in quelle per atleti diversamente abili il milanese 39enne Ciro Ardito si è laureato campione del mondo. Nel 2010 gli europei che si svolgeranno in Polonia le gare saranno ancora simultanee.A differenza delle Olimpiadi e Paralimpiadi che invece si svolgono a un mese di distanza...Mi piacerebbe che le gare si svolgessero negli stessi giorni per evitare cali dell’attenzione mediatica, che in ogni caso c’è, ma non è la stessa delle Olimpiadi..Per conoscere solo da qualche anno il mondo paralimpico è competente?Beh una volta ho anche provato…Ci racconti...Ho fatto una gara di biathlon, corsa e bicicletta, che nel mio caso era un tandem perché accompagnavo un atleta non vedente. Era un circuito cittadino e si dovevano fare tre giri. Durante il primo giro avvertivo il mio compagno del passaggio su di un tombino, della presenza di un gradino o di una buca. Ma lui correva tranquillo e concentrato. Al secondo giro sono stato zitto perchè ero senza fiato. Al terzo giro lo rallentavo perchè per me andava troppo forte... Evidentemente un’esperienza che ha lasciato il segno...Da quel giorno ho voluto conoscere meglio il mondo dello sport paralimpico che a livelli agonistici molto alti presenta persone che si allenano duramente con le stesse esigenze e problematicità degli atleti normodotati. Anzi spesso loro hanno problemi in più rappresentati dal fatto che non sempre è semplice raggiungere l’impianto sportivo che spesso poi non ha bagni accessibili. Questo mi fa riflettere ogni volta che mi trovo a lamentarmi.Durante la giornata paralimpica a Milano c’erano diversi bambini e adolescenti in carrozzina, non vedenti e con disagio psicologico. Quali sono gli argomenti per convincerli a fare sport?Lo sport ha una valenza a 360 per la persona, per il fisico ma anche per la mente. È ovvio che bisogna scegliere lo sport adatto alle proprie caratteristiche. Ad esempio la canoa la sconsiglio a chi ha paura dell’acqua e non ha ancora superato questo timore.Prossimo impegno agonistico in canoa per Antonio Rossi?Dopo un 2009 di pausa, l’anno prossimo tornerò ad allenarmi, ma penso di fare gare solo in Italia. Per Londra 2012 mi sento un po’ vecchietto. Però… Mai dire mai.