Riscoperte. La passione di Antonio Rosmini per la matematica, materia “sublime”
Particolare del ritratto di Antonio Rosmini dipinto da Francesco Hayez, 1853-1856.
È il 1927 quando il matematico americano Scott Loomis pubblica The Pythagoream Proposition. Il libro raccoglie e cataloga tutte le trecentosettanta dimostrazioni del teorema di Pitagora fino ad allora note. Nessuna di esse però assomiglia a quella algebrica rinvenuta tra le carte inedite del beato Antonio Rosmini (1797-1855) e che pertanto può considerarsi originale. La dimostrazione del teorema di Pitagora realizzata dal Roveretano insieme a tutti gli altri testi inediti dedicati alla matematica come gli studi sulla ellisse terrestre e gli appunti di calcolo differenziale e integrale, chiamato da lui matematica sublime, e conservati presso l’Archivio storico dell’Istituto della carità (Asic) di Stresa sono adesso pubblicati, a cura di Paola Tessaroli e Santo Tessaroli, per la prima volta nel volume L’equazione dell’appagamento. Manoscritti inediti di scienze matematiche (pagine 564, euro 36) che sarà in questi giorni in libreria per l’editore Mimesis.
I testi minuziosamente riprodotti dai curatori mettono a disposizione di tutti gli studiosi materiali finora sconosciuti o di difficile reperibilità e consentono di avvicinarsi in maniera più fedele alla poliedricità di Rosmini, la cui ampiezza di interessi culturali non mina mai la forza intrinseca del suo "sistema di verità". Forse stupisce sulle prime scoprire tanta passione del grande pensatore italiano per la matematica e, allargando lo sguardo, per le scienze naturali. Eppure non dovrebbe sorprendere. Nel suo ampio epistolario più volte Rosmini insiste sull’importanza delle discipline scientifiche. Così avviene in una lettera inviata a Costantino Comollo il 6 gennaio 1852. «Basta volere – ammonisce il Roveretano –, per trovare nelle scienze fisiche e matematiche un meraviglioso diletto: l’uomo è fatto per tali studi amenissimi, variatissimi, doviziosissimi; e l’inclinazione l’ha ogni uomo, purché voglia coltivarla e svilupparla in sé stesso».
Non si tratta di una considerazione estemporanea e riservata solo alle comunicazioni private. Simili accenti si ritrovano anche nei testi dedicati alle questioni pedagogiche. In Del Principio Supremo della Metodica e di alcune sue applicazioni in servigio dell’umana educazione Rosmini torna con insistenza sulla rilevanza del metodo matematico per lo sviluppo dei saperi. «E qui vorrei che ognuno conoscesse la ragione onde deriva che vien considerato per eccellente il metodo de’ matematici - precisa il pensatore -. La eccellenza di questo metodo non istà in altro che nel giusto ordine nel quale vengono collocate le varie proposizioni, delle quali la geometria si compone. E perché non si potrebbe osservare il medesimo ordine rigoroso anche nell’insegnamento di ogni altra scienza? Anzi perché non si dovrebbe? Rimane piuttosto a cercarsi solamente la ragione per la quale i matematici tutti osservano quel metodo rigoroso, qual viene richiesto dalla natura dell’intendimento, e quelli che trattano le altre scienze non ne fanno caso, e riescono per conseguenza troppo lontani dal seguire il metodo della verità e della natura dell’intelligenza».
Ma per il beato di Rovereto i saperi matematici ricoprono notevole rilievo non solo nella sua metafisica, al punto che nella Teosofia annuncia un successivo lavoro dedicato alla filosofia della matematica e riconosce che «nell’uno c’è virtualmente non solo tutti i numeri, ma ben anco tutta l’aritmetica, supposto presente alla mente il primo determinabile, che contiene virtualmente anche tutte le regole del raziocinio». Infatti la matematica gioca un ruolo non solo ausiliario ma diventa una disciplina che partecipa alla realizzazione dei fini dell’uomo. Essa infatti concorre, e non in minima parte, all’economia della salvezza.
Come recita opportunamente il titolo del libro che raccoglie gli scritti matematici inediti di Rosmini, le discipline scientifiche contribuiscono a promuovere l’appagamento dell’uomo. Secondo il filosofo l’appagamento è una condizione molto diversa dalla semplice soddisfazione per un desiderio realizzato o per l’utilità conseguita e assunta dagli economisti convenzionali alla stregua di imprescindibile unità di misura dell’economia politica. L’appagamento non consiste solo nella soddisfazione fisica, sensibile o psicologica. Non è un piacere, ma coinvolge le facoltà spirituali. Infatti per Rosmini non è la stessa cosa essere felici e sentire piacere. E parimenti si può provare dolore e essere felici o sentire piacere e vedersi infelici.
Come supporto al governo delle società interviene una disciplina matematica chiamata statistica. Non a caso, a essa Rosmini dedica un saggio del 1844 già edito e conosciuto, ma che i curatori Paola Tessaroli e Santo Tessaroli hanno deciso opportunamente di ripubblicare in apertura a questo volume, anche per mostrare come le scienze non siano un mero esercizio intellettuale, ma il loro apprezzamento consenta «il miglioramento della società umana mediante un governo».