L’autismo potrebbe essere la conseguenza di un’infezione cronica? È l’ipotesi, "scientificamente scorretta" quanto intrigante, del biologo francese Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina 2008 per la scoperta del virus dell’aids. Lo scienziato è pronto a lanciare, in Francia, una sperimentazione su una cinquantina di bambini, di cui trenta affetti da autismo, basata principalmente sulla somministrazione prolungata di antibiotici.La ricerca sfrutterebbe, a fianco di tecniche biologiche classiche, procedimenti che evocano la controversa teoria della "memoria dell’acqua", proposta nel 1988 dal professor Jacques Benveniste, secondo cui l’acqua può conservare il "ricordo" delle sostanze che ha contenuto anche dopo la diluizione (si tratta del principio alla base dell’omeopatia). Il professor Montagnier sostiene che, similmente, soluzioni molto diluite di dna patogeno possano emettere segnali elettromagnetici a bassa frequenza, e intende utilizzare tali segnali come "marcatori biologici". La sperimentazione, che non è ancora stata sottoposta al vaglio di un comitato etico, cercherebbe in questo modo le tracce di possibili infezioni tra alcuni bambini, autistici e sani, per confrontare i risultati. Ai pazienti saranno poi somministrati antibiotici per vari mesi, al termine dei quali si valuterà l’evoluzione delle loro condizioni.Il progetto è sostenuto dall’Autism Research Institute (Ari) di San Diego, in California, che ha garantito allo scienziato un finanziamento di oltre 30 mila euro. Stephen Edelson, direttore dell’Istituto, si è detto «molto emozionato» di questo studio e, alle critiche sulla sua non provata scientificità, ha affermato che esistono così tante forme di autismo e tanti aspetti ancora ignoti che «dobbiamo studiare ogni angolazione». L’iniziativa, tuttavia, ha sollevato anche altre controversie. La Società americana delle Malattie infettive, dopo aver monitorato il trattamento prolungato con antibiotici dell’artrite di Lyme, lo scorso aprile aveva concluso che «i rischi insiti nelle terapie antibiotiche sul lungo periodo non sono stati giustificati dai benefici clinici». Pur non negando il problema, Montagnier ha sottolineato che la sperimentazione verrà messa a punto insieme alle commissioni etiche preposte, e includerà attente precauzioni. «Gli specialisti hanno imparato a evitare gli effetti collaterali e a scegliere la giusta dieta», ha affermato. Il 78enne scienziato è quindi pronto, ancora una volta, ad andare avanti nonostante le critiche. Ma prima di abbandonarsi agli entusiasmi – dopotutto, ricordano gli esperti di autismo, il premio Nobel è stato attribuito a Montagnier per studi in tutt’altro settore – è il caso di attendere i risultati di questa scommessa.