Alla trattoria “La Madonnina” sono rimasti spiazzati quanto gli avventori del “Mi manda Picone” di Palermo dopo le ultime convocazioni di Marcello Lippi. I 60 milioni di ct che frequentano il “bar sport” nazionale avrebbero da ridire su alcune scelte del selezionatore che sono sembrate un po’ naif, anche se incentrate nel segno della contiguità con il serbatoio dell’Under 21 di Casiraghi. Un tempo, nemmeno troppo lontano, in Nazionale andavano i giocatori più forti, quelli tecnicamente più dotati e carismatici. Giusta la grande attenzione che il ct viareggino ha per i gioielli delle provinciali, ma l’ultima tendenza sembra solo quella di premiare i giocatori più in forma adatti all’appuntamento contingente (Montenegro e Irlanda), ma apparentemente senza un progetto preciso per il lungo periodo. Normale che il bar sport rumoreggi e, a partire dal portiere, candidi altri potenziali azzurrabili. Buffon e Amelia sono, rispettivamente, il miglior numero uno al mondo (con Julio Cesar) e il degno vice, ma per il ruolo di 3° si poteva lasciare De Sanctis nel suo bagno turco di Galatasaray per lanciare il cagliaritano Marchetti. In difesa Lippi è andato a pescare nel fondale genoano Bocchetti, ma in questa stagione nella rosa di Gasperini quanto a rendimento l’uomo-record è Biava che con Matteo Ferrari e il redivivo Criscito formano una linea Maginot di tutto rispetto. Bocchetti arriva da quella Under in cui gioca anche il napoletano Santacroce, che questa volta salta il giro. Sale sulla giostra azzurra invece Marco Motta cresciuto nell’Accademia giovanile dell’Atalanta, ma che a Roma c’era arrivato in prestito per fare da rincalzo a Panucci o Cicinho e complice le defezioni dei due titolari, con una serie di prestazioni di peso in campionato e in Champions, si è ritrovato in Nazionale. La fiaba del brutto anatroccolo che parte dalla panchina e poi si ritrova a cantare l’inno di Mameli è toccata anche a Pasquale Foggia che nella Lazio di Delio Rossi ha dovuto mettere il turbo per trovar posto. Forse Cassano per appassionare Lippi dovrebbe chiedere al tosco Mazzarri di farlo partire dalla panchina. Le 8 reti stagionali di “FantAntonio” e gli assist al bacio per Pazzini sono serviti solo a quest’ultimo per accompagnare, a sorpresa, Palombo a Coverciano. Ma Lippi vuole gente di bottega (nella categoria allora consigliamo Biondini del Cagliari e Galloppa del Siena) e non fenomeni o presunti tali, e solo così si può spiegare lo slittamento della prima chiamata di Mario Balotelli che con Acquafresca resta con gli azzurrini di Casiraghi. Del resto se bastassero i gol a convincere il Marcello mondiale allora l’atalantino Floccari, artigiano delle reti impossibili (12 finora) avrebbe già un posto assicurato. Quello, appena dribblata la burocrazia ce l’avrà Amauri, unico oriundo ammesso nella nostra repubblica del pallone, anche se il genoano Thiago Motta ha tutte le carte in regola, compresa quella d’identità, per entrarci. Per il momento, l’accesso è tutta questione di tempo e di forma. Alla prossima magari toccherà a molti dei nominati entrare nella casa del grande fratello Lippi.