Il musical. Jesus Christ Superstar, Angunn e Licitra: «Gesù parla a tutti»
Il cast del musical “Jesus Christ Superstar”: da sinistra Feisal Bonciani, Angunn e Lorenzo Licitra
Oltre cinquant’anni e non sentirli. L’opera rock Jesus Christ Superstar di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice divenne film nel 1973, regia di Norman Jewison. Tante le versioni teatrali, ma quella col maggiore successo in Italia spetta al regista Massimo Romeo Piparo e festeggia 30 anni. Da quel marzo del 1994 la prima rappresentazione italiana del celebre musical è stata applaudita da oltre 2 milioni di spettatori.
Dopo il successo al Sistina Chapiteau di Milano, dove il musical prodotto dalla PeepArrow Entertainment in lingua originale chiuderà oggi, lo spettacolo dal 20 marzo sarà al Teatro Sistina di Roma, dove resterà in scena fino alla Santa Pasqua. Punta di diamante del cast è la popstar internazionale Anggun (tre dischi di platino con la popolarissima hit Snow on the Sahara e numerose collaborazioni da Zucchero e Bocelli a Peter Gabriel) che interpreta Maria Maddalena mentre Gesù è interpretato dal 33enne Lorenzo Licitra, cantautore siciliano già vincitore di X-Factor nel 2017. Sul palco anche l’eccezionale Feisal Bonciani nel ruolo di Giuda e il rapper Frankie Hi-Nrg MC nel ruolo di Erode. Con loro l'orchestra dal vivo e ben 30 artisti in scena.
A Milano Angunn ha incantato per il calore della sua voce e l’eleganza della sua Maddalena. D’altronde nelle vene della cantautrice indonesiana naturalizzata francese, al secolo Angunn Cipta Samsi, scorre da parte di madre il sangue della famiglia reale Yogyakarta. Nonostante fosse musulmana, Anggun fu mandata in una scuola cattolica per ricevere una migliore istruzione. Forse è anche per questo che per lei la figura di Gesù è importante per il mondo contemporaneo. «Non è importante che noi siamo credenti o no, noi desideriamo speranza – spiega ad Avvenire Angunn -. Cristo è sempre stato un simbolo di speranza. Per me la religione è il perdono. Noi esseri umani dobbiamo perdonare, perché pecchiamo tutti, in modo differente. Chi siamo noi per giudicare gli altri? Per questo per me Gesù è importante, non solo per i cattolici ma per tutti».
Nella versione di Piparo, ad ognuna delle 39 frustate ordinate da Pilato corrisponde l’immagine di un dramma contemporaneo, dall’Olocausto alle Torri Gemelle, per arrivare in questa versione alla guerra in Ucraina, alla morte di Navalny sino alle bombe su Gaza. «E’ terribile che ogni volta il regista debba aggiornare gli orrori del mondo con nuove immagini – aggiunge la cantante -. Gesù è il simbolo, lui prende su di sé tutti i nostri peccati».
La sua Maddalena che personalità ha? «La Maddalena a cui mi sono più ispirata è Yvonne Elliman, l’attrice originale del film – aggiunge la cantante che è qui al suo secondo musical -. La Maddalena che porto in scena è un po’ più leggera all’inizio, poi attraverso la storia diventa sempre più intensa perché partecipa alla Passione di Gesù». L’incontro tra Angunn e il mondo cristiano non è nuovo. «Io sono musulmana e ho cantato per tre papi: Giovanni Paolo II, Ratzinger e papa Francesco nel concerto di Natale. Chi può dire di avere cantato tre Papi? – spiega orgogliosa –. Oggi prevale l’idea di essere divisi rigidamente nelle proprie religioni: perché invece non essere più spirituali e aperti mentalmente?» Si possono costruire quindi ponti con la musica? «Naturalmente, ma bisogna spiegarlo alla gente. Quando ho detto che cantavo in Jesus Christ Superstar qualcuno si è sorpreso e mi ha chiesto. “Hai cambiato religione?”. No, non c’entra – spiega convinta -. Ci sono molti fraintendimenti in tante parti del mondo, ma il confronto ti dall’opportunità di aprire una discussione. Una scelta coraggiosa la mia? Probabilmente, ma io sono come Maddalena, lei è molto coraggiosa».
Delle 39 frustate, di cui parlavamo sopra, quelle che le fanno più male sono la morte di Navalny e quello che accade a Gaza perché «oggi tu non puoi semplicemente dire “sono contro la guerra”. Tu devi prendere posizione. Ma è pericoloso esporsi in questo tempo in cui i social media ti tirano le pietre se non amano le tue risposte. E’ questo è nuovissimo. Eravamo capaci di discutere prima, ma questo è finito». Angunn, che vive a Parigi, è preoccupata per gli orizzonti di guerra sempre più vicini all’Europa. «Eravamo abituati a pensare che i politici pensassero a qualcosa di buono per noi, ed ora c’è la guerra. E’ incredibile. Aspetterò che mia figlia, che oggi ha 16 anni, ne compia 18 per decidere con mio marito dove trasferirci»..
Il cantante Lorenzo Licitra che interpreta Gesù con partecipazione e gran voce, è un cattolico fervente. «Io sono credente e interpretare Gesù proprio facendo a 33 anni calza a pennello – spiega ad Avvenire -. Raccolgo l’eredità di Ted Neely che da 50 anni porta avanti una figura di Gesù così umana. L’idea di poter interpretare questo personaggio soprattutto da credente è una grande responsabilità, c’è voluta una buona dose di coraggio e di inconsapevolezza. Ma in queste cose è il cuore che comanda e di questo musical sono innamorato».
La fede per Salvatore Licitra arriva dalla famiglia, ma anche da un percorso personale. «I miei sono molto credenti e mi hanno indotto a una vita cristiana, frequentando il catechismo e la messa. Negli anni poi ho sviluppato il rapporto con Dio – spiega l’artista che porta sempre al collo un rosario di legno che arriva da Medjugojre -. Amo quel posto, ci sono stato tante volte, anche un Capodanno da solo, era bellissimo. E mi sono innamorato di quello che ha questo luogo, quella pace. Medjugojre è una piccola oasi di serenità personale, ognuno di noi ne ha bisogno». Licitra ricorda anche l’incontro con Giovanni Paolo II. «Da bambino ho cantato per papa Wojtyla con il nostro Piccolo coro di Ragusa che era collegato al Piccolo Coro dell’Antoniano. La figura di questo Papa curvo, anziano e malato mi colpì. Lo vidi da vicinissimo ed ero emozionatissimo».
Cinquant’anni dopo cosa ci dice Jesus Christ Superstar? Risponde Licitra: «Ci dice sempre la stessa cosa. Nonostante Gesù sia vissuto 2000 anni fa in un mondo molto diverso, però ci mostra una umanità che ancora oggi possiamo ritrovare nel quotidiano, nel bisognoso, nel vicino. Nel dare un consiglio, quell’aiuto che è fondamentale e può cambiare la persona. La musica è una carezza in più».