Televisione. Alberto Angela: «In viaggio per risollevare l'Italia»
Alberto Angela a Venezia
I passi di Alberto Angela che si aggira da solo in una piazza San Marco vuota di notte, risuonano con una eco ancora più densa di significati, oggi che le piazze italiane sono vuote anche di giorno. Rai 1 ripropone un ciclo di alcuni viaggi del noto divulgatore nella nostra Italia, a partire da oggi in prima serata (anche sul canale RAI 4K disponibile al 210 di Tivùsat) con Stanotte a Venezia, girata nel 2017, cosicché, chiusi nelle nostre case sogneremo di tornare a viaggiare tra le bellezze del nostro Paese. Alberto Angela ci accompagna fra il Palazzo Ducale e la Fenice sulle orme di Goldoni, Vivaldi, Marco Polo, Casanova, in compagnia di ospiti di eccezione come monsignor Antonio Meneguo-lo, l’arcidiacono della Basilica di San Marco recentemente scomparso, Giancarlo Giannini, Uto Ughi, Lino Guanciale, Luca Parmitano. Seguiranno altre quattro o cinque puntate: mercoledì prossimo toccherà a Stanotte a Firenze mentre per Pasqua verrà proposta una puntata dedicata alla spiritualità.
Alberto Angela, lei che è il volto per eccellenza del servizio pubblico, come è sceso in campo?
Quando c’è un momento di emergenza, è la Rai l’azienda intorno a cui si stringe il Paese. Io ho dato subito la massima disponibilità senza riserve, sia per dare una mano nell’emergenza dei palinstesi, sia per aiutare chi è a casa. Eravamo partiti con le trasferte all’estero per i nuovi programmi ed abbiamo bloccato tutto. Per ora lavoriamo da casa. Quindi, abbiamo pensato a un appuntamento ricorrente il mercoledi. I nostri programmi, Ulisse che compie 20 anni, Passaggio a Nord Ovest che ha superato le 1000 puntate, Meraviglie – La penisola dei tesori, Stanotte a..., hanno una caratteristica preziosa: sono tra i pochissimi programmi di prima serata replicabili, quindi li abbiamo messi subito a disposizione.
Lei, che è amatissimo dal pubblico, come affronta questa responsabilità?
Ora è importante fare compagnia alla gente, prenderla per mano e portarla a fare dei viaggi in posti straordinari. Io sono al servizio dell’Italia, ho viaggiato tanto, e ho sempre più capito che il nostro Paese è il posto più bello per cultura, per modo di vivere, per il cibo, per i rapporti fra le persone. Ma non si tratta solo di intrattenere.
Queste repliche hanno anche altri obiettivi?
Ho girato un video che introdurrà la puntata di stasera che ha l’obiettivo di scuotere gli animi e di sottolineare che la no- stra cultura ci sta aiutando anche in questa emergenza. E quindi invito gli spettatori, quando tutto questo sarà finito, a premiare l’Italia, scegliendo di viaggiare non all’estero ma nel nostro Paese per sostenere chi lavora, gli alberghi, le cooperative turistiche, intere città che vivono di turismo. L’economia sarà in sofferenza e, dopo avere aiutato gli ospedali occorrerà, passare ad aiutare l’industria, i commercianti, le aziende a livello familiare che soffrono tanto.
In questo momento il nostro sistema sanitario sta dando prova di eroismo…
Infatti l’altro appello è quello a non dimenticare, una volta passata la tempesta, chi oggi sta salvando il Paese, tutti quei medici, infermieri e personale sanitario che è in prima linea. E poi c’è la riflessione per me più importante: come mai questo Paese così piccolo è riuscito ad affrontare con questa prontezza l’emergenza?
Che risposta si è dato?
All’estero ci hanno dapprima guardato con curiosità, poi con sospetto come fossimo gli untori mentre adesso siamo presi a modello. I motivi sono tanti. Noi abbiamo il più grande patrimonio culturale del pianeta lasciatoci da 3000 anni di storia, da generazioni che ci hanno donato monumenti e valori come creatività, generosità, ingegno, amore per la vita, grandi capacità artistiche. Valori che oggi danno il nostro modo di vestirci, di mangiare, di adottare certe strategie…Non dimentichiamo che siamo stati i primi a mettere in piedi la Protezione Civile, l’Unità di Crisi, i Caschi blu della cultura. Queste generazioni sono insieme a noi, fianco a fianco, a lottare in questa battaglia.
In effetti gli italiani stanno riscoprendo una nuova unità e orgoglio nazionale.
Noi italiani ci piangiamo spesso addosso. Ma in questo caso abbiamo agito con lucidità, costruttività e un grande senso della comunità. Anche questo è un dono delle generazioni passate: il senso della famiglia e l’umanità per cui cerchiamo di aiutare in prima persona. E’ bello vedere l’Italia unita come una grande famiglia, questa è una grande opportunità. E’ successo con la Prima Guerra Mondiale, abbiamo combattuto e vinto insieme. Il nostro passato può aiutare il presente a indirizzare il futuro.
Come sta vivendo questo momento papà Piero, splendido 91enne, che vediamo lanciare appelli su twitter per la campagna #iorestoacasa?
Papà sta bene e lo vive come tutti, chiuso in casa. La nostra generazione è stata fortunata, mentre i nostri genitori hanno vissuto le incertezze e la paura della guerra. Noi Paesi occidentali abbiamo vissuto in un mondo che tende a staccarsi dalla realtà, tra web e altro, una realtà che adesso ci ha travolto come un treno…
Generazioni di italiani devono alla tv divulgativa della famiglia Angela molte delle loro conoscenze…
Noi facciamo il nostro mestiere, raccogliere informazioni, dall’archeologia alla genetica, e donare questa conoscenza in modo che chi è a casa possa avere una opinione su basi fondate. La conoscenza è come il pane, va condiviso. Una ricerca non è compiuta finchè non è divulgata.
Quindi, che futuro ci aspetta?
L’invito è a non cedere. Quando si girano la barra e le vele nel verso giusto, la virata non è immediata. Di una cosa sono certo, che anche noi scriveremo nel grande libro della cultura in Italia una pagina di grande unione. Questo è un momento molto drammatico, dove tante persone non ci sono più. Sono persone che hanno lasciato un vuoto incolmabile in famiglia, erano nonni, mamme e papà che hanno fatto crescere persone, sono stati importanti, sono morti per questa terribile malattia e sono stati portati via da soli. So quanto è importante avere la mano di qualcuno vicino in un momento di difficoltà. Io sono vicino a tutte queste persone e alle loro famiglie.