Il calcio è bello perché è imprevedibile, così può anche accadere in un mondo come quello del pallone - non esente da giocate in Borsa, da default e spread da colpi di testa - che chi possiede il maggior fatturato poi non salga sul tetto d’Europa.Un esempio? Il Real Madrid. Per il settimo anno di fila la formazione in cui milita il re dei bomber, Cristiano Ronaldo, è la regina finanziaria del calcio continentale con un fatturato di 479,5 milioni di euro. Eppure non ci risulta che nelle ultime sette stagioni i “galattici” abbiano disputato e tanto meno vinto la Coppa dalle grandi orecchie. L’ultimo successo del Real risale infatti alla stagione di grazia 2001-2002, con la squadra in cui le stelle dalla
camiseta blanca erano Zidane e Figo. Quello però era anche l’anno in cui alla Borsa del calcio primeggiava il Manchester United di sir Alex Ferguson, con 229 milioni di euro e un innalzamento fino a 259 milioni nel 2004 (contro i 236 del Real). Eppure quelle erano anche le stagioni in cui i Red Devils - ora terzi con 367 milioni - non riuscivano ad arrivare alla finale di Champions, riassaporata nel 2008, per poi ripetersi nel 2009 e anche nell’ultima edizione, quando finalmente si erano sottratti alla “maledizione” della prima della classe nella speciale classifica dei fatturati. Per la fredda cronaca, poi, due finali su tre lo United le ha perse comunque, ed entrambe contro il Barcellona. I catalani illuminati dal Pallone d’Oro Lionel Messi, prendono la medaglia d’argento: si confermano al secondo posto con 450,7 milioni di fatturato e un incremento del 13%. Ma il maggior incremento dei viceré si avverte soprattutto nella bacheca del Camp Nou, dove dal 2006 a oggi sono entrate a far bella mostra tre Champions. Il Barça fattura di meno del Real, ma finora vince di più. Perché come detto, la ricchezza dei bilanci non va di pari passo con i successi in campo. Lo dimostra il Porto che quando vinse il titolo europeo nel 2004, sotto la guida speciale di Josè Mourinho, era assolutamente fuori dalla graduatoria dei venti club con i maggiori ricavi.Quest’anno proprio Mourinho, passato sulla panchina del Real Madrid, potrebbe sfatare il tabù trascinando alla conquista della Champions la società che ha il miglior fatturato. Non solo il “povero” Porto, ha fatto sì che nell’ultimo decennio si potessero scrivere pagine di storia calcistica che andassero sotto il titolo, “anche i ricchi piangono”. Paragrafo Liverpool: campione d’Europa, nel 2005. Nella rocambolesca finale di Istanbul con il Milan (i rossoneri chiusero il primo tempo 3-0 per poi perdere ai rigori) i Reds erano ben messi nella top ten, ma con ricavi per 181 milioni di euro contro i 234 della società di Silvio Berlusconi. I rossoneri in quella stagione persero per sempre anche il podio (dietro a Real e Manchester United) del miglior fatturato, complice l’entrata in vigore in Spagna della vendita individuale dei diritti tv. Nella Serie A, invece, con la legge Melandri, dal 1° luglio 2010 vige la vendita collettiva dei diritti tv e questo ha avuto l’effetto di un decremento del 3,7% del fatturato. Così, nel 2010-2011, il Milan conserva anche lo scudetto finanziario di primo club italiano (235 milioni), ma in Europa nella speciale classifica rimane invariato al 7° posto (l’Inter è ottava). I rossoneri sono dietro al Chelsea, ma soprattutto a quell’Arsenal che ha quasi eliminato agli ottavi (andata 4-1 a San Siro), che con 252 milioni di euro di fatturato galleggia pacifico nella top five. Con il passaggio, quasi sicuro, ai quarti, il Milan beneficerà di quasi 10 milioni di euro che lo porteranno sempre più a ridosso dei due club londinesi. La Premier batte ancora la Serie A, ma perché le società inglesi hanno avuto la lungimiranza di vendere i diritti tv all’estero: un terzo dei ricavi di Manchester United e soci derivano dai contratti televisivi stipulati oltremanica. Si parla tanto del riflesso positivo, in termini economici, degli stadi di proprietà: Juve Stadium docet, ma i bianconeri sono ancora al 13° posto nella classifica dei ricavi.E mentre da noi, tutti continuano a guardare al modello inglese e spagnolo, sono i club tedeschi a fare passi da gigante. La Bundesliga è cresciuta economicamente del 25% negli ultimi cinque anni e ha superato la Liga. E nell’anno in cui il Napoli fa il suo ingresso nella top venti, per la prima volta lo Schalke 04 è la decima potenza finanziaria. A Gelsenkirchen, oltre al 400° gol in carriera di Raul, stanno festeggiando quel più 36% che rappresenta il maggior incremento a livello europeo. Un primato anche questo dello Schalke, ma che difficilmente si tradurrà nella vittoria della Champions League 2012.